«Amiamo Dio, perché ci ha amati per primo». La Passione, il Calvario, è una suprema dichiarazione d'amore...
del 22 settembre 2005
     Seconda tappa
 
Continuò a darsi alla bella vita per tre mesi, fin quando lo raggiunse la notizia che il suo reggimento era stato coinvolto in una dura battaglia e già si contavano tra i suoi colleghi le prime vittime.
Si presentò correndo al Ministero della Guerra, chiese di essere reintegrato nell’esercito, si disse disposto perfino a rinunciare al grado e a partire come soldato semplice.
Lo riaccolsero e raggiunse immediatamente le coste dell’Africa. Bastarono pochi giorni perché tutti lo guardassero allibiti: si rivelava un uomo deciso, atto al comando, coraggioso, incurante del rischio e della fatica, pronto ad esporsi e capace di prendersi vera cura dei suoi uomini.
Ed anche la sua anima rivelava d’essere meno superficiale del previsto: quando gli accadeva di vedere gli arabi prostrarsi in preghiera ed elevare la loro solenne ed accorata invocazione «Allah akbar», «Allah è grande», si sentiva prendere da un forte turbamento.
Più tardi dirà: «La vista di quella fede, di quelle anime sempre dinanzi a Dio mi ha fatto intuire qualcosa di più grande e di più vero degli svaghi mondani».
Intuì soprattutto che la sua celebre obiezione sulle molteplici religioni, che si elidevano l’una l’altra, poteva cambiarsi in una prova a favore. Bastava osservarne la convergenza: tutte tendevano ‘verso qualcosa di più grande’.
Quando cessarono i combattimenti, l’Africa con la sua immensità e con i suoi misteri l’aveva definitivamente stregato.
Esisteva allora, una regione completamente sconosciuta: il Marocco, una fortezza musulmana impenetrabile agli Europei. Oltrepassarne i confini voleva dire rischiare d’essere condannati a morte come spie e come infedeli. Così aveva deciso il Sultano Mulein Hassan.
Il paese era sconosciuto anche ai cartografi che avevano potuto determinare solo 12.208 kmq di Marocco e non si sapeva quasi nulla della restante estensione, né esistevano rilevamenti d’altro genere.
Charles decise che avrebbe tentato l’impresa: studiò l’arabo, lesse il Corano, acquistò gli strumenti necessari, si impadronì del loro uso con straordinaria diligenza, poi travestito da mercante ebreo con l’unica guida di un vecchio ebreo del posto, attraversando rischi d’ogni genere, riuscì a documentare cartograficamente altri 2250 kmq, determinando 45 nuove longitudini, 40 latitudini e circa 3000 altitudini.
Il 24 aprile 1885, il venticinquenne visconte Charles de Foucauld, presentava il suo rapporto in una seduta straordinaria della Società di Geografia di Parigi e riceveva la medaglia d’oro: «Non si sa se ammirare di più i risultati così belli e utili, oppure lo spirito di sacrificio, il coraggio e l’abnegazione ascetica con cui questo giovane ufficiale li ha raggiunti», dissero gli esperti.
 
 
Dai suoi scritti...
 
«Amiamo Dio, perché ci ha amati per primo». La Passione, il Calvario, è una suprema dichiarazione d’amore.
Non è per redimerci che tu hai sofferto tanto, Gesù! Il più piccolo dei tuoi atti ha un valore infinito, poiché è l’atto d’un Dio, e sarebbe stato sufficiente, anzi sovrabbondante, per redimere mille mondi, tutti i mondi possibili.
È per santificarci, per portarci, per spingerci ad amarti liberamente, poiché l’amore è il mezzo potente per attirare l’amore, poiché amare è il mezzo più potente per farsi amare… e poiché soffrire per chi si ama è il mezzo più invincibile per dimostrare che si ama… e più le sofferenze sono grandi, più la prova è convincente, più l’amore di cui si dà dimostrazione è profondo.
Mio Dio, quanto ci ami, tu che per noi hai voluto essere sprofondato in quest’abisso di sofferenze e di disprezzo, tu che in tal modo hai voluto darci tante lezioni, ma innanzitutto, soprattutto, hai voluto dimostrarci il tuo amore, quest’amore inaudito grazie al quale il padre ha dato il suo unico Figlio, e l’ha dato in mezzo a tali sofferenze e tali umiliazioni allo scopo di indurci, con la vista, con la certezza di un sì immenso amore, dimostrato e dichiarato in maniera così toccante e commovente, allo scopo d’indurci con ciò ad amare Dio a nostra volta, ad amare l’Essere così amabile che ci ama tanto. Amiamo Dio, poiché egli ci ha amati per primo.
 
 
Gesù dice…
 
Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.  E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Mt 25,25-30
 
ëPer la preghiera personale:  Amiamo Dio perché egli ci ha amati per primo.
    s Una domanda per la tua riflessione:  Quali le paure, le sofferenze che mi bloccano e che devo superare in queste settimane?
 
 Redazione GxG
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