218. La coscienza tranquilla

 


218. La coscienza tranquilla

 

Martedì 21 agosto 1877

 

Si avvicina il tempo delle vacanze, tanto per gli studenti come per gli artigiani: gli uni per riposarsi la testa, gli altri per riposarsi le spalle e le braccia; tutti per fare vacanza. E per queste vacanze bisogna che io vi dia qualche consiglio. Il consiglio che io vi do è uno solo ed è che vi poniate pure in libertà, che facciate anche dei disordini, ma che per far questo vi ritiriate in luogo dove Iddio non vi veda. Ciascuno saprà qual sia questo luogo o una casa o il campanile o la cantina. Credo che non vi sarà alcuno così gonzo da credersi di trovare un luogo dove il Signore non possa vederlo. E questo pensiero della presenza di Dio ci deve accompagnare in ogni tempo, in ogni luogo ed in ogni azione. E chi avrà ancora il coraggio di commettere una cosa, che possa offendere il Signore, quando pensa che colui che egli vuole offendere può, sull’istante che egli vuole pronunziare quella parola, inaridirgli la lingua, può fargli paralizzar la mano con cui pensa di peccare?

Non bisogna poi prendere il Signore come tutto giustizia, credete, inflessibile. No, anzi egli è tutto misericordia, bontà, amore. E come deve paventarlo chi l’offende, così deve star contento chi può dir di se stesso: “Io ho nulla sulla coscienza”. A costui io dico: va’ pure a dormire tranquillo, fa’ le allegre tue ricreazioni, vivi felice. Se colui che è in armonia con Dio deve menar vita felice, colui che non potesse dirlo d’essere colla coscienza netta, deve temere che Iddio non gli tolga il tempo. Ieri per esempio passeggiava in giardino il vicecurato di Lanzo col suo parroco, che lodava la predica [che] egli aveva fatto; ed egli ne godeva, perché aveva soddisfatto gli uditori. Quando ad un tratto il curato vide mancarsi da lato don Oggero e guarda e lo vede là per terra: “don Oggero, don Oggero!”. Non risponde. Va a scuoterlo: “Che c’è? Come va?”. Era già morto. Non è da temere di questo prete, che fu dell’Oratorio e che era una santa persona, ma per dire che si può morire o passeggiando o mangiando, dormendo ed in qualunque momento. Similmente, qualche tempo fa morì in San Nicolás, vicino a don Cagliero, un prete della parrocchia che fu qui, passò all’Oratorio ed io me ne ricordo. Dico di questi due, ma potrei dire di tanti e tantissimi che morirono improvvisamente ed in ogni maniera. Così, domani levandoci potrebbe essere che qualcuno di noi mancasse. Chi è morto? Don Bosco. Oh, come va? Egli non è più. E quel che potrebbe accadere a Don Bosco, lo potrebbe anche di ciascuno di voi. E chi non fosse preparato, pensi a rimediare, pensi ad aggiustar le sue cose. Quando uno è tranquillo della sua coscienza, può vivere allegro, può dormire tranquillo i suoi sonni, perché non ha paura del giudizio di Dio. Buona notte.

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