Forse questo riassume tutte le lezioni: le vacanze insegnano che Dio è ovunque, e ovunque andiamo siamo suoi...
uest’anno noi Hoopes abbiamo fatto la nostra prima vacanza dopo tanto tempo, ed è stata epica nella sua tranquillità.
Mi ha ricordato quante cose mi ero perso.
“Ecco, io faccio nuove tutte le cose”, dice Gesù nel Libro della Rivelazione descrivendo la ri-creazione letterale di “un nuovo cielo e una nuova terra”.
La ri-creazione che si verifica durante una vacanza fa lo stesso.
Abbiamo trascorso la nostra vacanza a casa di un amico sulle Rocky Mountains, dove tutto è molto diverso dal Kansas: ogni mattina il cielo era chiaro, splendente e senza vento, poi il vento soffiava e portava le nuvole e un piccolo temporale il pomeriggio prima di scivolare via sulla montagna in modo spettacolare.
Tutto questo ci ha insegnato che Dio è un artista e noi siamo solo piccole parti dell’arazzo spettacolare che sta dipingendo. Cambiare la propria prospettiva sul mondo per una settimana all’anno può approfondire la propria esperienza del mondo nelle altre 51.
Tutte le difese e le routine che si sono costruite intorno alla propria vita sono andate in vacanza. Il luogo in cui ci si nasconde quando si vuole stare da soli non è lì. I programmi che si ripetono in modi prevedibili sono sfumati.
Vi trovate invece a fare un’escursione con un adolescente che in genere quando tornate a casa sta facendo i compiti, a giocare a Uno con un bambino di 7 anni con cui non siete quasi mai stati da soli e a fare giochi all’aperto che a casa guardate solo dalla finestra.
La cosa migliore di tutte è che ci si ritrova senza niente da fare seduti a un tavolo quando piove e ci si limita a parlare, a imparare cose gli uni sugli altri che altrimenti non si sarebbero mai apprese.
“Il lavoro è per l’uomo, non l’uomo per il lavoro”, ha detto Giovanni Paolo II.
Soprattutto in America ce ne dimentichiamo. Dove scegliamo di vivere, cosa decidiamo di fare, come allochiamo il nostro tempo… su tutte queste cose prendiamo decisioni inconsce e automatiche che fanno sacrificare la famiglia per il lavoro.
È tutto il contrario. La maggior parte della nostra vita (tutta la nostra infanzia, il nostro sonno, il tempo tra un compito e l’altro, la pensione) viene trascorsa essendo ciò che siamo, non facendo quello che va fatto. Alla fin fine, trascorreremo un’eternità in cui non ci sarà altro compito o altra scadenza che non godersi Dio.
La vacanza è un momento in cui riusciamo a essere quello che siamo, e quello che saremo per l’eternità.
Gli studi mostrano che la vicinanza alla natura guarisce davvero. I pazienti che si trovano in stanze d’ospedale con vista su un albero migliorano più rapidamente. La gente che ha un contatto regolare con la natura ha meno stress e un umore migliore.
La mia esperienza personale è che il potere guaritore della natura viene amplificato nell’acqua. Le mie ore più felici sono state quelle in cui da bambino andavo alla deriva sul mare di Cortez su un gommone gonfiabile e da adulto facevo kayak o canoa in laghi o estuari.
Essere cullati dall’acqua mentre si guarda il cielo aiuta a lasciar andare le preoccupazioni che ci fanno del male, e mettono il futuro nelle mani di Dio.
Amelia Earhart era nata ad Atchison, in Kansas, dove vivo io, e quindi mi sono imbattuto spesso nelle sue parole “L’avventura vale la pena di per sé”. Mi hanno sempre colpito, ritenendole ironiche e ovviamente sbagliate, essendo state pronunciate da una donna scomparsa nell’Oceano Pacifico in una ricerca superflua dell’avventura.
Ma ora penso che Amelia avesse ragione su qualcosa.
Il tempo trascorso senza far niente lega le famiglie, ma quello che le lega ancor di più è affrontare il pericolo insieme.
Lavorare insieme per scendere dal clivo roccioso sul quale si è in qualche modo saliti insegna a confidare gli uni negli altri e a confidare in Dio. Portare un bambino timido su un kayak in acque agitate in una giornata ventosa cambia la sua concezione di sé, e far superare un ostacolo ai propri figli nonostante le loro proteste per capire cosa c’è dietro è una splendida metafora della genitorialità (e della vita).
Se tutte le routine vengono eliminate in vacanza, una comunque resta: se c’è la possibilità, bisogna andare a Messa la domenica.
Per noi, ciò voleva dire guidare per un’ora per scendere dalla nostra casa per le vacanze sulla montagna, ma ci ha insegnato che anche se il lavoro e la scuola possono essere messi per un po’ sullo scaffale, con Dio non è possibile, perché Egli non cederà il suo posto a nulla nella nostra vita.
Forse questo riassume tutte le lezioni: le vacanze insegnano che Dio è ovunque, e ovunque andiamo siamo suoi.
Tom Hoopes
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