Io sono felice, felice di essere ai piedi del SS. Sacramento a tutte le ore, felice di essere e di fare, salvo i miei peccati e le mie miserie, ciò che vuole Gesù; felice soprattutto della felicità infinita di Dio...
del 07 ottobre 2005
Settima Tappa
 
Solo casualmente, e non si sa come, la badessa venne a conoscere dopo alcuni mesi che quel loro mendicante, desideroso soltanto di pregare nella loro chiesetta, era il visconte de Foucauld. Così la badessa lo interrogò lungamente alla grata difesa da un fitto velo e, in una serie di colloqui, nacque tra i due una profonda amicizia spirituale.
E fu questa monaca di grande levatura spirituale, l’unica che riuscì a convincere Charles a una scelta che aveva sempre rifiutato quand’era alla Trappa: quella di diventare sacerdote.
Su questo ha, pian piano, cambiato idea: l’Eucaristia che si lascia distribuire, mangiare, esporre è veramente Gesù al limite estremo della sua povertà. E chi mai sarebbe più povero di un prete che portasse poveramente questo pane eucaristico fin agli angoli più sperduti della terra?
Chiese, dunque, il sacerdozio, a condizione di poter continuare nella sua ricerca dell’ultimo posto, consapevole che questa volta avrebbe potuto occuparlo in compagnia del suo Signore.
Tornò in Europa, dove il vescovo di Viviers aveva accettato di ordinarlo prete, lasciandolo, però, libero sulle modalità di vivere ed esercitare il suo sacerdozio: così, tra l’ottobre del 1900 e il giugno 1901, Charles ricevette progressivamente tutti gli ordini sacri, fino alla Ordinazione sacerdotale dell’8 giugno.
Aveva quarantadue anni e il suo progetto s’era ormai chiaramente definito.
 
 
Dai suoi scritti...
 
Io sono felice, felice di essere ai piedi del SS. Sacramento a tutte le ore, felice di essere e di fare, salvo i miei peccati e le mie miserie, ciò che vuole Gesù; felice soprattutto della felicità infinita di Dio. Se non ci fosse questa fonte inesauribile di felicità e di pace, la felicità e la pace infinita, eterna, immutabile del Diletto, il male che si vede intorno a sé da ogni parte, e pure le miserie che si vedono in se stessi condurrebbero presto alla tristezza. Se nei paesi cristiani c’è tanto bene e tanto male, pensate a ciò che possono essere questi paesi, dove, per così dire, non c’è che male, da cui il bene è quasi del tutto assente, tutto è menzogna, doppiezza, astuzia, cupidigia d’ogni specie, violenza; e quanta ignoranza, quante barbarie! La grazia di Dio può tutto, ma di fronte a tante miserie morali…, si vede che i mezzi umani sono impotenti e che Dio solo può operare una così grande trasformazione. Preghiera e penitenza! Più vado innanzi, più vedo in ciò il mezzo principale d’azione su queste povere anime. Che faccio in mezzo a loro? Il gran bene che faccio è che la mia presenza procura quella del SS. Sacramento. Sì: c’è almeno un’anima tra Timbuctu e El Goléa che onora e prega Gesù. Infine la mia presenza fra questi indigeni li familiarizza con i cristiani e specialmente con i sacerdoti. Quelli che mi succederanno troveranno spiriti meno diffidenti e meglio disposti. È ben poco: è tutto quello che si può per ora; voler fare di più comprometterebbe tutto per l’avvenire.
 
Il Sahara, otto o dieci volte più esteso della Francia, è più popolato di quel che si creda, e possiede tredici sacerdoti. Nell’interno del Marocco, grande come la Francia è popolato da circa otto o dieci milioni di uomini, non c’è nemmeno un sacerdote, non c’è un solo Tabernacolo né un altare.
Nostro Signore ha fretta. I giorni assegnatici per amarlo, imitarlo, salvare con lui le anime, scorrono e nessuno lo ama, nessuno lo imita, nessuno salva le anime.
Voglia lo sposo, il Fratello Gesù ispirarvi, dirigervi… Vi insegni ad aiutarmi secondo la sua volontà!…
 
ë Per la preghiera personale:  Il gran bene che faccio è che la mia presenza procura quella di Gesù.
s Una domanda per la tua riflessione: Sono alla ricerca della gloria o del servizio nascosto? Mi lascio aiutare da qualcuno?
 
Redazione GxG
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