'Da stasera la frontiera è aperta'. Con questo annuncio fatto 15 anni fa dal leader del Partito comunista berlinese Gunter Schabowsky cessava ufficialmente di esistere il Muro di Berlino, simbolo della violenza e della vergogna. I problemi di oggi. (fonte: www.korazym.org )
del 01 gennaio 2002
Il Muro di Berlino separò Berlino Ovest da Berlino Est dal 1961 al 1989. Eretto e presidiato militarmente dal governo della Repubblica democratica tedesca (DDR), divenne il simbolo della profonda divisione che, negli anni della Guerra Fredda, opponeva il blocco dei paesi comunisti Europa orientale e centrale alle nazioni democratiche dell’Europa occidentale.
Il Muro davanti alla Porta di Brandeburgo. La divisione in calcestruzzo era lunga 106 km e alta 3,60 m. Gli altri impianti con recinti fortificati e filo spinato erano lunghi 127,5 km e alti 2,90 m. Al confine intorno a Berlino c’erano 302 torridi osservazione. Il territorio all'Est davanti al muro al quale si poteva accedere solo con un permesso speciale era largo da 40 m a 1,5 km.
Tra il 1949 - anno di costituzione della DDR - e la metà del 1961 2,6 milioni di persone erano scappate nella parte Ovest (su una popolazione totale della DDR di 17 milioni), in gran parte entrando (prima della costruzione del muro a Berlino Ovest), che, priva di retroterra, costituiva una enclave occidentale nel cuore della Germania Est. Infatti, dopo la seconda guerra mondiale Berlino era stata divisa in quattro settori, tre dei quali (nella zona occidentale) erano occupati militarmente da inglesi, francesi e americani, mentre il settore orientale era sotto il controllo dell'Unione Sovietica.
L'inizio della costruzione del Muro di Berlino.
Durante la notte del 13 agosto 1961 i soldati della DDR elevarono barriere temporanee che furono in seguito sostituite da un vero e proprio muro. Sebbene il governo annunciasse che si trattava di una misura difensiva contro una possibile invasione da parte della Repubblica Federale di Germania, le postazioni anticarro e i fossati che circondavano il muro in tutta la sua lunghezza furono posti all'esterno, per impedire la fuga dei cittadini della DDR.
Una foto che fece il giro del mondo: due giorni dopo l'inizio della costruzione del Muro, un soldato dell'Est fugge all'Ovest, nel settore francese di Berlino Ovest. Nei primi due mesi nei punti non ancora completamente fortificati sono fuggite a piedi da Berlino Est a Berlino Ovest 85 soldati dell'Est e circa 600 civili. Nel 1962/63 sono sfuggiti 137 persone attraverso dei tunnel scavati sotto il muro e circa 2.000 con automobili preparati per nascondere delle persone. Altri metodi usati per sfuggire erano: passaporti diplomatici falsificati, mezzi militari pesanti, camion rafforzati, navi e locomotive per rompere i punti di passaggio, in molti altri modi, anche nei più fantasiosi.
9 novembre 1989. Una data simbolica, non solo per la storia tedesca ma per tutta la storia europea: con la demolizione del Muro di Berlino comincia un processo che avrebbe portato nel giro di meno di un anno alla riunificazione delle Repubblica Federale di Germania. In realtà, nell'Europa degli anni ‘80 non c’erano tante persone che credevano nella possibilità della caduta del Muro di Berlino. In precedenza, nei primi decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti tedeschi avevano sperato che presto o tardi sarebbe avvenuta una riunificazione. Con la stabilizzazione dei blocchi, però, queste speranze erano svanite.
Uno dei tanti che non ce l'hanno fatta ... Persone uccise nel tentativo di attraversare il confine da Est a Ovest lungo il Muro di Berlino: circa 230; lungo il confine tra le due Germanie: circa 650. Persone ferite nel tentativo di attraversare il confine (a Berlino e lungo il confine tra le due Germanie): circa 850. Persone arrestate nel tentativo di attraversare il confine: numero imprecisabile, sicuramente molte migliaia. Soldati dell'est uccisi in scontri di fuoco con persone fuggite, soldati americani o polizia dell'ovest: 27.
Quando iniziò il movimento di cittadini, che poi portò alla caduta del Muro, soprattutto nella città di Lipsia, con i sit-in silenziosi degli studenti, c’era il timore che questo potesse trasformarsi in una strage. Questo non accadde solo perché il regime comunista stava crollando dal suo interno: non reggeva più. I leader comunisti avevano creduto di poter prolungare l’esistenza della dittatura comunista fino all’ultimo. Fu programmata anche una repressione, ma la situazione stava cambiando radicalmente e velocemente sia a livello europeo che all’interno del territorio della DDR. Si percepivano gli inizi di una rivolta della popolazione, legata alla mancanza di legittimazione della dittatura e ai fallimenti economici del modello socialista. Una rovina che ha avuto ripercussioni fino ad oggi. Gli osservatori sottolineano i ritardi e i seri problemi che ancora restano nel difficile processo di integrazione tra Est e Ovest del Paese. Le previsioni ottimistiche sui tempi dell'integrazione - come ammesso dallo stesso Helmut Kohl, il cancelliere della riunificazione - non si sono avverate e restano divisioni sotto l'aspetto economico e sociale.
Il Muro di Berlino al Potsdamer Platz, coperto da graffiti.
E oggi, a 15 anni dall’unificazione, da quando cadde il Muro di Berlino nella rivoluzione pacifica del 1989, c’è ancora un Muro invisibile che continua a dividere i tedeschi orientali e occidentali. Non a caso il motto del pellegrinaggio della Croce dei giovani attraverso tutti le diocesi tedesche, in preparazione alla XX Giornata Mondiale della Gioventù nel 2005 a Colonia è: Mosso dalla Croce sulla via della riconciliazione ... Gli abitanti dell’ex-DDR si sentono in maggioranza vittime della storia, annessi dal Grande Fratello. I tedeschi dell’Ovest replicano esaltando il loro coraggio e la generosità dei loro aiuti economici e finanziari ai fratelli poveri dell’Est, pari a 1.500 miliardi di Euro, cioè 15 volte l’ammontare degli aiuti degli USA nell’ambito del Piano Marshall. Questi aiuti che negli occhi dei tedeschi dell’Est sembrano non contare, sono la causa principale dell’azzoppamento dell’economia della Repubblica federale della Germania, che prima della caduta del Muro era la 'locomotiva' economica dell’Europa. I giovani tedeschi dell’Est hanno affrontato una brusca crisi esistenziale. Da un giorno all’altro hanno dovuto imparare una nuova lettura della storia e al tempo stesso, per esempio, come si apre un negozio privato o un conto in banca.
Un bilancio di 15 anni di dopo-Muro deve anche mettere a fuoco gli errori, dei tedeschi dell’Est e dell’Ovest, che hanno creato i problemi della Germania di oggi. I tedeschi dell’Est ebbero il coraggio di fare la loro rivoluzione democratica, con le proteste di massa che portarono al crollo del Muro il 9 novembre 1989, ma la loro intelligentia dissidente fu l’unica all’Est a non capire che il comunismo era un sistema totalitario non recuperabile. Le élites di Bonn invece, scelsero di portare la Germania ovest nell’avventura della riunificazione senza riformare le sue strutture di mercato e di burocrazia. L’errore di Helmut Kohl fu quello di sottovalutare i costi della transizione, che ancora si pagano. E di rimandare il dibattito sulla riunificazione: per questo le diffidenze sono ancora sul piatto.
Nel 1989 il regime della DDR entrò in un processo di rapida disgregazione e, prima del suo crollo definitivo, dovette concedere la liberalizzazione del traffico di persone tra la Germania orientale e quella occidentale: la demolizione del Muro di Berlino, condotta dai cittadini in un clima di contagioso entusiasmo e ripresa dalle televisioni di tutto il mondo, iniziò il 9 novembre 1989.
Barbara Marino
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