Approfondimento della Proposta Formativa 'Il tuo volto, Signore, io cerco'.Per trovare ed essere in grado di riconoscere è importante sapere cosa si cerca. A volte però cerchiamo ciò che non conosciamo... e allora? √â indispensabile un cuore disponibile a lasciarsi sorprendere e occhi capaci di ricevere il dono della luce.
del 16 marzo 2005
 Guardare il tuo volto, Signore, riconoscere il tuo volto, a volte, sembra difficile.
Anche quei due discepoli in cammino verso Emmaus non ti hanno riconosciuto, eppure erano stati con te tanto tempo. È vero, erano delusi, presi dal dolore dei fatti di quegli ultimi giorni, ma proprio così tanto da non riconoscerti? Forse… forse non ti conoscevano ancora bene.
Si sono accorti che eri Tu e sono riusciti a comprendere l’ardore del loro cuore solo da un gesto semplice, quello fatto attorno alla mensa, quando hai spezzato per loro il pane. Già, forse è quello che Tu hai racchiuso in quel gesto che non avevano ancora compreso. Ed era ‘quel’ tuo volto che non si era ancora impresso in loro. In quel gesto hai voluto racchiudere la tua identità, il tuo nome: dono senza limiti.
‘Quel’ volto è il volto che regali anche ai tuoi amici, che rendi simili a te: ‘amatevi come io vi ho amato’. Ci hai detto che da questo ‘ci riconosceranno’! Ci hai dato un volto nuovo… o forse ci hai ridonato il nostro vero volto, dopo che il nostro ‘voler far da soli’ lo aveva sfigurato; sì, perché dall’inizio, plasmati dalle mani del Padre che guardava a Te, avevamo il tuo volto: ‘Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò’.
Sì, il tuo volto svela il nostro vero volto: svela il volto delle persone che ho accanto come un volto concreto da amare, a cui farmi dono, e, allo stesso tempo, come un volto da cui lasciarmi amare senza ritrarmi, con la disponibilità povera di chi sa ricevere.
E il volto dell’uomo è diventato il tuo volto; e così concretamente che quando guardo il volto dell’uomo della Sindone, posso pensare al tuo volto e al volto di ogni uomo che soffre e ama. Mentre sosto silenziosamente davanti a questo volto segnato, mi ritrovo a pensare anche ai volti di coloro che si sono induriti nel rifiuto e nel disprezzo, vecchi volti spesso pure nostri, che hanno contribuito a quei tormenti. E, ancora, penso al volto di chi in quel tardo pomeriggio ti è stato accanto, ai piedi di quella croce, di chi ha raccolto le tue ultime parole e ha ricomposto con amore il tuo volto nei lini; volti nuovi, quelli di Maria e di Giovanni, che avevano compreso ‘quel’ tuo volto che ha amato sino alla fine.
Signore, il tuo volto io cerco: apri i miei occhi!
sr Francesca Venturelli
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