C'è chi inizia... E chi abbandona

Nonostante la media dei ragazzi diplomati sia ormai molto alta, ancora oggi è presente una grande quantità di casi del cosiddetto 'abbandono scolastico'. La metà dei ragazzi però, dopo aver 'assaporato' il gusto del lavoro, reputa la propria scelta sbagliata...

C'è chi inizia... E chi abbandona

da Attualità

del 19 settembre 2005

Nonostante la media dei ragazzi diplomati sia ormai molto alta, ancora oggi è presente una grande quantità di casi del cosiddetto 'abbandono scolastico'. La causa principale è sicuramente da ricercare nella poca propensione allo studio, che ormai non viene considerato più dai giovani come un mezzo per migliorarsi ma come un obbligo. A questi si aggiunge anche chi decide di abbandonare i banchi di scuola per motivi economici (oggi sempre più rari, grazie alle agevolazioni da parte dello Stato) o chi comprende di essere portato più per l’ attività manuale che intellettuale.

 

Ma, abbandonata la scuola, a quale tipo di lavoro questi ragazzi sono destinati? Quali sono le loro prospettive?

 

Spesso la decisione di non proseguire gli studi scolastici è dettata dalla voglia di indipendenza e di ribellione propria dei giovani, che a volte viene assecondata da genitori amareggiati per i pessimi voti e per molteplici bocciature dei propri figli: e poi si sa, nell'adolescenza costringere un ragazzo a fare qualcosa che non vuole è come combattere contro i mulini a vento!

 

E così, a 14 anni un ragazzo può legalmente decidere se lavorare o studiare.

 

Sicuramente i lavori a cui sono destinati questi adolescenti sono per lo pi√π mestieri: muratore, meccanico, idraulico, donna delle pulizie, commessa, etc..

 

La metà dei ragazzi però, dopo aver 'assaporato' il gusto del lavoro, reputa la propria scelta sbagliata. Come nel caso di Antonio, 22 anni, che afferma: 'Frequentavo l'I.t.i.s. e pensavo che la scuola non fosse fatta per me! Era inutile, odiavo i libri, i professori e qualsiasi materia: volevo “guadagnarmi il pane”. I miei genitori hanno deciso di assecondarmi, e sono andato a lavorare in una concessionaria. Dopo qualche mese, però, ho capito che la fatica lavorativa è tutt'altra cosa rispetto a quella scolastica, e che senza un titolo di studio non sarei mai arrivato da nessuna parte. Così ho deciso di riprendere la scuola dal principio, frequentando l' Istituto Alberghiero'. Il risultato? Qualche anno perso.

 

Effettuata questa scelta, infatti, i casi di successo sono relativamente pochi: l’abbandono risulta proficuo nel caso di ragazzi aventi un’attività già avviata da parenti o, molto più raramente, per fortuna e particolari abilità, come nel caso di Fabio Volo, deejay , scrittore e conduttore ormai di successo che ha ammesso di possedere 'solo' la terza media.

 

Dunque una scelta rischiosa, che ormai sta prendendo sempre più piede a causa della situazione lavorativa attuale, che scoraggia i giovani a frequentare le scuole: 'Studio o non studio la situazione è identica, andrò a lavorare comunque in una fabbrica (sempre se sono fortunato!)'.

 

È questo ciò che pensa la metà dei giovani d'oggi.

 

Sarà vero? Ci si chiede invece se abbandonare gli studi prima del tempo non significhi, per questi ragazzi, gettarsi in una fossa, rendendo così ancor più precaria una situazione già abbastanza amara.

Annalisa Caputo

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