Che dire di Niccolò Fabi? Carino, capelli particolari, alcune sue canzoni le avevo sentite per radio, non molto altro. Fino a quando, in occasione del Music Talk a Pordenone, ho avuto la possibilità di intervistarlo. Ero parecchio emozionata, per me che sogno di fare la giornalista di professione era la prima intervista ad un v.i.p.
del 01 marzo 2002
Dopo un po di attesa, qualche inseguimento e una gentile richiesta al suo manager, sono riuscita a scambiare quattro chiacchiere in privato con lui. Già durante il Music Talk ero rimasta piacevolmente impressionata dalle sue risposte e dai suoi interventi; oltre ad essere un cantautore affermato Niccolò Fabi ha anche parecchie cose da dire, piacevoli ed interessanti da ascoltare. Innanzitutto impossibile non chiedergli un impressione a caldo sul Music Talk; ' Io sono stato molto a mio agio. Sono state dette anche parecchie cose& Non riesco mai a capire che cosa rimane delle parole che si dicono, però credo che male non faccia. Il problema di base è che le persone che decidono di intervenire ad un evento del genere forse non hanno bisogno di ascoltarle quelle cose perché forse le sanno già. Chi dovrebbe ascoltarle forse non c era, né tra chi ascoltava né tra chi parlava.' Gli chiedo cos è per lui fare musica 'Due cose di base: fare musica è scrivere delle canzoni e scrivere delle canzoni è conoscersi meglio, approfondire alcune cose che ti capitano. Fare musica vuol dire anche suonare e suonare vuol dire sudare, fare uscire una parte più istintiva, più animale di te; il momento in cui suoni è un momento in cui il cervello si stacca.' E per i giovani invece la musica significa 'tante cose, perché ognuno poi ha le sue esigenze, non sono tutti uguali i giovani, noi per comodità poi cerchiamo di inquadrarli in categorie, in targets. Però può essere tante cose, divertimento, perché no, spensieratezza. Però è anche molto di più, è riconoscimento in una sensibilità simile che ti può rafforzare nella tua, o al contrario riconoscimento di una differenza di sensibilità che allo stesso tempo può aiutare a descrivere meglio la tua. E trovare le parole che non sai dire già scritte, è tante cose& ' Poi rischio un po con qualche domanda sull ambito educativo, in fondo lo sa che lo intervisto per un giornale salesiano& -Tu credi che la musica, in quanto espressione del mondo giovanile, possa essere in qualche modo strumento per gli educatori o per chi vuole avvicinarsi al mondo giovanile? 'Si, bè, il compito degli educatori è difficilissimo da assolvere. La musica è una cosa molto importante nella vita delle persone, il ritmo la melodia, la memoria, e credo che chiunque sia interessato ai comportamenti umani non possa prescindere da questo, sia dal suo valore sociologico che da quello più intimo.' L ultima domanda ce l avevo in cuore da quando ho saputo che l avrei intervistato, è parecchio azzardata ma ci provo, del resto così fanno i migliori giornalisti& - Posso chiederti se tu credi, o altrimenti in cosa credi? La prende bene, mi guarda e accenna un sorriso, incredibile, quasi l atmosfera fra di noi si scioglie& E senza esitazione 'Credo sicuramente. E la differenza non credo che sia tra chi crede in Dio e chi crede in un altra cosa, ma proprio tra chi crede e chi non crede. Sicuramente non sono ateo e& - piccolo momento di esitazione- e poi basta così perché qui apriamo una parentesi infinita' mi dice ridendo. Rispetto e ringrazio, chissà, magari la prossima volta...
Laura Valeri
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