«Quando mi sveglio la mattina, la prima cosa che penso non è “Cavolo, ho la Distrofia!” ma “Che fortuna, sono un musicista!”».
Mario Contarino è un ventinovenne romano che, da quando a quattordici anni ha ascoltato per sbaglio il vinile dell’LP “Burn” dei Deep Purple di suo padre, è rimasto folgorato dalla musica rock e da allora non l’ha più lasciata.
Mario si considera prima malato di musica e poi di distrofia: da bambino ascoltava tanta musica alla radio e suonava la batteria (da cucina) di sua madre; se pentole, coperchi e tutto ciò che potesse assomigliare a piatti e tamburi finivano nelle sue mani, la casa rischiava di trasformarsi in un palcoscenico di un concerto rock.
E di veri concerti in tutta Italia Mario ne ha fatti circa seicento, suonando la batteria nella band pop-rock “Ladri di Carrozzelle” dal 2000 al 2006. La band, formata principalmente da ragazzi nelle sue stesse condizioni, ha anche suonato in diretta televisiva e davanti a migliaia di persone al “Concerto del 1° maggio” 2006 a piazza S. Giovanni a Roma.
La malattia però, dopo aver colpito prima le gambe, ha poi colpito anche le sue braccia e i muscoli respiratori, tanto da non avere più la forza per suonare e respirare bene.
Ma Mario la musica l’ha nel sangue, scorre nelle sue vene, e, se non può più suonarla, può comunque comporla: attraverso dei programmi al computer scrive le note, sceglie gli strumenti e compone dei brani veri e propri che vanno dal’hard rock al progressive al metal.
Dall’estate del 2011 Mario ha ideato il progetto TBP, iniziando a fare delle cover in versione strumentale; nel novembre 2012 è uscito il suo primo album, mixato da uno dei migliori chitarristi italiani, Giacomo Castellano (ha collaborato con tanti artisti italiani come Vasco Rossi, Elisa, Gianluca Grignani, Elisa…) attraverso il quale Mario Contarino vuole trasmettere soprattutto emozioni e stati d’animo: non a caso quest’album si chiama proprio “Universe of emotions”.
Rossella Rumore
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