Comandamenti - Parte III. Non uccidere e Non commettere atti impuri.

Cari colleghi tentatori, continuano i nostri seminari sulle imperature leggi che governano il nostro mondo. Per quanto massacrare i servi del Nemico e gli uomini in generale sia godibile, a farlo sconsideratamente si rischia solo di fare il gioco di Quelli lassù, una delle più odiose truffe che il Nemico abbia architettato nei nostri confronti...

Comandamenti - Parte III. Non uccidere e Non commettere atti impuri.

5. Non uccidere.

Come questo uditorio sa bene, anche qui all’inferno chi uccide è severamente punito. Checchè ne dicano certi racconti del mondo degli umani, noialtri demoni non abbiamo nessun interesse a fare a pezzi i corpi dei mortali.

Non si può negare che a farlo un certo godimento ci possa essere. Ma in fondo cosa frega del corpo, a noi? È la sofferenza dell’anima che noi vogliamo. Non è del dolore fisico che andiamo matti, ma di quello spirituale. Il rimuovere un mortale dal mondo ha senso solo se ce lo possiamo accaparrare. Quando saranno qui le loro anime saranno divorate eternamente. Perché rischiare per poco dolore in più?

Per quanto massacrare i servi del Nemico e gli uomini in generale sia godibile, a farlo sconsideratamente si rischia solo di fare il gioco di Quelli lassù, una delle più odiose truffe che il Nemico abbia architettato nei nostri confronti. La sofferenza che tanto ci piace infatti ha spesso la fastidiosissima conseguenza di purificare lo spirito. E’ quindi da usare solo in quantità limitate. Tutti i tormenti che infliggiamo possono avere l’effetto collaterale di allontanare da noi persino chi pensavamo già acquisito. I martiri hanno addirittura una corsia preferenziale per il trono del Nemico, figurarsi. Una vera fregatura.

Per quanto ci possa ripugnare, è molto meglio ai nostri fini una morte pulita, istantanea, che non dia tempo di chiedere perdòno. Un poco di tormento è accettabile solo se siamo riusciti prima a levare la speranza, o se siamo stati in grado di incattivire abbastanza il morente con rimpianti e recriminazioni. Le morti nell’odio e nella vendetta sono le migliori.

Il tentatore che volesse seguire la strada dell’omicidio per dannare il suo protetto è bene avvisato: non sempre il gioco vale la candela, e perdere un’anima per guadagnarne un’altra è cattiva economia. Non bisogna neanche dare per scontato che l’omicida sia già dei nostri: troppo spesso abbiamo visto quei voltagabbana riuscire a sfuggire all’ultimo momento dalle nostre grinfie.

In definitiva la morte terrena deve essere procurata con parsimonia, perché rimane una delle principali risorse del Nemico. Solo attraverso l’ignoranza degli uomini possiamo farne uno strumento nostro. Per favorire il nostro dominio sul mondo, per mantenere il potere ai nostri solidali, per portare sotto di noi quelli che la danno ai loro simili. Il solo criterio da usare è quello razionale: non lasciarsi pigliare la mano ma vedere cosa possa servire alla nostra causa. Questo occorre insegnare ai mortali in nostro affido: che le vite degli altri, dagli embrioni ai vecchi a chi non piace, vanno rispettate solo se possono servire, fintanto che servono. Se vogliamo dare un comandamento in proposito, deve essere questo: Non uccidere chi ti può essere utile. Ci sono tante alternative succulente: perché privarsene?

 

6. Non commettere atti impuri

Cari colleghi tentatori; abbiamo ormai oltrepassato la metà dei nostri seminari sulle imperature leggi che governano il nostro mondo. Il sesto comandamento, come pensato dal nostro Nemico lassù, suonava come “non commettere adulterio“. Quei ridicoli mortali hanno l’hanno fatto diventare “non commettere atti impuri“. Come se un mortale potesse fare qualcosa di puro. Noialtri lo sappiamo bene, non è vero? che razza di porcheria sono le anime degli umanuzzi. Se non fossero come sono noi non mangeremmo certo in modo così abbondante.

Ora, hanno un bel dire che è tutta colpa nostra, che siamo noi a mettere quei deliziosi pensieri cattivi nelle loro testoline. E forse in parte è vero, ma noi non potremmo proprio un bel niente senza tutti i difetti di progettazione che il Nemico ha infilato loro dentro. Questa follia di lasciare loro la possibilità di scegliere, in primo luogo. Che scopo ha pretendere da loro promesse eterne, come quella che il Nemico esige tra uomini e donne, se poi gli si da loro non solo la possibilità, ma il desiderio di infrangerle? E saremmo noi i sadici, noi quelli che godono della sofferenza?

Il contrario, piuttosto! Grazie al nostro consiglio i mortali possono sfuggire alla noia dell’ubbidienza almeno per un poco, possono ergersi in spregio a tutte le costrizioni.

Come si può imputare a qualcuno un tradimento, quando è ovvio che il meglio dell’esistenza consiste nel prendere ciò che conviene? Cosa è l’adulterio, se il matrimonio è una perversione? Noi siamo quello che siamo perché neghiamo l’eterno, anzi, l’eterno è proprio il vivere come se l’eterno non esistesse. Se il nemico ha messo in cuore agli umani, come a noi demoni stessi, il desiderio di qualcosa che non finisca, poiché ogni cosa finisce è ovvio che dobbiamo fare come vogliamo in ogni istante. Quello che facciamo, qualsiasi cosa sia, è puro, perché nasce da noi stessi. Vi divorassi qui e ora sarebbe puro – non, non scappate, era un modo di dire. Ma mi avete capito: niente può costringerci, niente può trattenerci, siamo superiori a tutto. Logicamente, il nostro sesto comandamento sarà: Fai cosa vuoi, perché non esistono vincoli nè impurità. Ed ora, vi fornirò una piccola dimostrazione pratica…non scappate, vi ho detto!
 

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