Per la validità dell'elezione del Sommo Pontefice sono richiesti i due terzi dei voti, calcolati sul totale degli elettori presenti ‚Äì due terzi più uno se il numero di Cardinali non può essere diviso in tre parti uguali. Alla 34° votazione senza esito positivo...
del 15 aprile 2005
 
Norme dettagliate regolano i molteplici aspetti della celebrazione del Conclave che inizierà lunedì prossimo, tranne la sua durata, che dipenderà soprattutto dal numero di scrutini di cui i Cardinali elettori avranno bisogno per eleggere il nuovo Papa.
 
L’unico modo valido per eleggere il Romano Pontefice è per votazione segreta, afferma Giovanni Paolo II nella Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” (22 febbraio 1996) sulla vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del nuovo Papa.
 
Per la validità dell’elezione del Sommo Pontefice sono richiesti i due terzi dei voti, calcolati sul totale degli elettori presenti – due terzi più uno se il numero di Cardinali non può essere diviso in tre parti uguali.
 
Lungi dal lasciarsi influenzare da simpatie, avversioni, rapporti personali e pressioni, i Cardinali elettori devono attribuire il proprio voto – “avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa” – “a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale”, ha scritto Giovanni Paolo II (UDG n. 83).
 
Il pomeriggio del 18 aprile prossimo avrà luogo il rito di ingresso in Conclave: i 115 porporati elettori che hanno confermato la propria partecipazione entreranno nella Cappella Sistina – luogo esclusivo dello svolgimento dell’elezione –, dove invocheranno con il canto del “Veni Creator” l’assistenza dello Spirito Santo. A loro si unirà la Chiesa universale con la preghiera “Pro Eligendo Papa” (“Per l’elezione del Romano Pontefice”).
 
Se non vi saranno impedimenti, in quel pomeriggio ci sarà un unico scrutinio. Se questo non porterà all’elezione, nei giorni successivi avranno luogo due votazioni di mattina ed altrettante di pomeriggio.
 
Se “i Cardinali elettori avessero difficoltà nell'accordarsi sulla persona da eleggere” e in tre giorni non si arrivasse ad un risultato positivo, la UDG (n. 75) stabilisce che gli scrutini vengano sospesi e ci sia una pausa di preghiera – della durata massima di un giorno –, con libero colloquio tra i votanti e una breve esortazione spirituale.
 
Dopo di questa si riprenderanno le votazioni in tre serie di sette scrutini l’una (teoricamente due giorni per ogni serie, con pause di riflessione tra una serie e l’altra). Le esortazioni vengono affidate per ordine al primo Cardinale di ognuno degli Ordini che formano il Collegio Cardinalizio: diacono, presbitero e Vescovo.
 
Alla 34° votazione (nel caso in cui nel pomeriggio dell’ingresso in Conclave ci sia già stato il primo scrutinio) senza esito positivo, se la maggioranza assoluta dei Cardinali elettori lo consente la Costituzione Apostolica ammette la possibilità di passare dalla maggioranza qualificata dei due terzi alla maggioranza assoluta dei voti.
 
Ad ogni modo non si può prescindere dall’esigenza che ci sia un’elezione valida per la scelta del Sommo Pontefice (UDG n. 75), “o con la maggioranza assoluta dei suffragi o con il votare soltanto sui due nomi, i quali nello scrutinio immediatamente precedente hanno ottenuto la maggior parte dei voti, esigendo anche in questa seconda ipotesi la sola maggioranza assoluta”.
 
Il numero massimo di scrutini negli otto Conclavi del XX secolo è stato di 14, necessari per eleggere Pio XI (1922-1939); mentre sono state sufficienti solo tre votazioni – il numero più basso – per l’elezione di Pio XII (1939-1958).
 
Il Conclave non si conclude con il risultato positivo dell’elezione – validamente celebrata –, ma “subito dopo che il nuovo Sommo Pontefice eletto abbia dato l'assenso alla sua elezione, a meno che Egli disponga diversamente” (UDG n. 91). 
 
La prima decisione di Giovanni Paolo I non è stata quella di porre fine immediatamente al Conclave, ma di mantenere riunito il Collegio fino al giorno successivo per poter pronunciare un discorso davanti ai suoi elettori, invitando ad ascoltarlo anche i Cardinali con più di ottant’anni che non avevano partecipato, per motivi di età, alla sua elezione.
 
 
 
Una fumata al mattino e una al pomeriggio
 
Una fumata in tarda mattinata, intorno alle 12:30, e una in serata, intorno alle 19, cioè una fumata ogni due scrutini, in caso di non elezione. Queste le scadenze di massima delle fumate su cui si sta orientando il Vaticano.
 
Il 18 aprile i cardinali entreranno in conclave nel pomeriggio e quindi ci saranno solo gli scrutini pomeridiani e la fumata serale. Dal giorno successivo, sono previste votazioni al mattino e votazioni al pomeriggio.
 
Al termine di ogni sessione di voto con esito negativo, ci sara' la fumata nera. In caso, invece, di elezione, ci sara' subito la fumata bianca, per annunciare l' avvenuta scelta del nuovo papa.
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