Le tesine è meglio farsele. Tuttavia la rete è utilissima per trovare materiale (più sotto troverai indirizzi utili); le traduzioni è decisamente meglio non scaricarsele... Anche le schede-libro è meglio scriverle da soli... Se Omero scrivesse in rete...
del 10 novembre 2005
Se questa non fosse una rubrica sulla scuola, sulla rete si potrebbe dire di tutto: come e dove trovare le tesine di cui fidarsi, da dove scaricare le traduzioni senza errori, dove cercare le schede-libro pronte per i libri che ti hanno assegnato da leggere in qualsivoglia vacanza comprese quelle delle Olimpiadi (se stai a Torino). Però questa è una rubrica sulla scuola e allora diremo soltanto che
le tesine è meglio farsele. Tuttavia la rete è utilissima per trovare materiale (più sotto troverai indirizzi utili); le traduzioni è decisamente meglio non scaricarsele. C’è il rischio di trovarne scritte da altri studenti (che magari se le fanno pure pagare) ma soprattutto quello di trovarne perfette, svolte da illustri studiosi. C’è da giurarci che il prof se ne accorge, anche perché magari s’è scaricato una traduzione uguale il suo allievo Matteo di III C; anche le schede-libro è meglio scriverle da soli, soprattutto dopo avere davvero letto i libri. Càpita che uno non ci pensa, deve fare la scheda di Io non ho paura, trova quella del film e scrive che l’autore è Salvatores (il regista) e non Ammanniti (lo scrittore). Sicuro che se ne accorgono (e non solo per lo scambio di nomi)…Dopo aver fissato questi punti piuttosto scontati, aggiungiamo però anche che navigare in rete sconvolge la scuola, la cambia, la ringiovanisce, la spalanca a novità e anche a rischi, si capisce… Del resto, se cerchi il nuovo, non puoi sapere in partenza dove andrai a finire… È sempre la solita storia di Ulisse che parte, vaga, torna indietro, clicca su un link e scopre cose curiose, clicca su un altro link e si ritrova al punto di partenza. Pensa che cosa avrebbe dato Omero per poter scrivere l’Odissea sul web…
 
 
Se Omero scrivesse in rete
 
Be’, certamente se Omero scrivesse in rete, non scriverebbe un poema in 24 libri, ma qualche cosa di molto più breve, ad esempio un sito con la mappa del Mediterraneo in home page e tante hot words sulle diverse avventure. Né Manzoni scriverebbe I Promessi Sposi così interminabili (meno male…), ma forse solo il blog di Renzo giorno per giorno, con un link sulla situazione storica e uno in estensione .ram sulla monaca di Monza…
Brevità infatti, soprattutto e finalmente brevità, perché leggere sullo schermo richiede più tempo che leggere su una pagina.
Ecco dunque alcune regole d’oro. Tanto per fare la solita professoressa, queste regole, fantasticamente utili per scrivere in rete, ti saranno utili anche per scrivere bene in ogni caso (magari a scuola). Solo che scrivere in rete (magari il tuo blog) è una motivazione più tosta:
scrivere periodi semplici (soggetto, verbo e complementi) inserire e trattare una sola idea per ogni paragrafo costruire paragrafi autonomi l’uno dall’altro (l’idea di un paragrafo non viene ripresa nel successivo) non obbligare chi legge a “scrollare” per capire i contenuti mettere tutti i titoli e le indicazioni di contenuto all’inizio della pagina eventualmente presentare subito una mappa o una scaletta di quello che si trova nella pagina usare poche subordinate: a video le connessioni sono i link e nei link si spiegano i perché trattare gli argomenti nella metà delle parole che si userebbero sulla carta usare i microcontent, ovvero minitesti di circa 50 caratteri che sintetizzano quello che si vuol comunicare e che si possono facilmente evidenziare in box e con colori usare elenchi puntati e numerati (come questo) con un’idea chiara ad ogni punto usare la logica dell’ipertesto e dire nei link quello che sta “sotto” alle idee. 
Una scrittura disegnata che va per il mondo
 
Se Omero scrivesse in rete, curerebbe moltissimo la grafica, perché il testo a video è anche un’immagine. Un’occhiata ti fa capire che cosa c’è nella schermata, i bianchi e gli spazi che si passa a un’altra idea. E che magari bisogna fermarsi un momento pensare. Una cosa che a Omero non farebbe effetto, ma a noi sì, è che se si scrive in rete c’è il rischio di essere letti da chiunque e in qualunque parte del mondo. Perciò non si può dare troppo per scontato. Ecco dunque un’altra serie di regole:
dire all’inizio quello che conta di più e non aspettare la conclusione: il lettore può fermarsi prima e non sentirsi interessato usare titoli e sottotitoli come nei giornali: danno evidenza a quello che si vuol comunicare usare la stessa struttura per tutti i testi che trattano lo stesso argomento: così il lettore si ritrova usare i colori: attirano e aggiungono messaggi in più usare caratteri chiari e corpi non troppo piccoli: il grassetto è utilissimo ma il corsivo confonde e il sottolineato si può scambiare per un link scrivere con la punteggiatura: il punto fermo isola i pensieri e richiede anche agli occhi di fare un pausa; i due punti alleggeriscono la scrittura e permettono di evitare i perché; il punto interrogativo e il punto esclamativo sono da evitare perché nessuno legge in rete per trovare dubbi (un po’ retorici) o per trovare frasi “urlate”. È da evitare anche il punto e virgola perché è proprio di una scrittura non breve (del resto c’è da scommettere che tu che leggi non lo usi mai!) usare solo le sigle internazionali: se chi legge appartiene a un’altra cultura non capisce quelle italiane sempre per il lettore straniero, evitare i giochi di parole (e le metafore che non rispettino la cultura altrui) se si indica un orario, indicare anche il paese di riferimento nei numeri di telefono, mettere sempre il prefisso internazionale.Non hai certamente bisogno di consigli per chattare… Nel prossimo numero di Dimensioni, continueremo con le e-mail. E magari con un po’ di considerazioni non per scrivere, ma per leggere in rete. A scuola dicono sempre che si ragiona (e si legge) con un prima e un poi, ma non è sempre così. Spesso ci vengono in mente altre cose che sembra non c’entrino e invece c’entrano, oppure pensiamo dei flash di idee, anche geniali, come quando si fa zapping e viene fuori qualche cosa di bello e inatteso. Non si pensa svolgendo un filo, ma muovendosi in un vortice. E ci sono casi in cui non si legge di séguito. Pensa alla Bibbia. Nessuno la legge dall’inizio alla fine: se ne prende un passo alla volta, anche aprendo il libro a caso, come cliccando in un ipertesto. E si può scommettere che quello che si trova è vero.
 
 
Una promessa da mantenere
 
È quella che hai letto all’inizio dell’articolo: la promessa di indirizzi utili per usare la rete da studenti navigatori. Sembra facile, da solo: devi trovare materiale su un argomento, metti le parole chiave in Google e vai! E ti saltano fuori duemila siti… Ne apri uno e non si capisce niente perché è troppo specifico, troppo difficile. Ne apri un altro e ti accorgi dagli errori di ortografia che è un sito fatto per divertimento da uno studente come te, bravissimo come webmaster, ma non tanto sulle materie di scuola. Ne apri un terzo e scatta l’allerta virus. E allora? Come trovare siti certificati e attendibili? Eccone alcuni:
 
Matura.it Presenta un motore di ricerca per le tesine e l’invito a mettere la tua on line. Il 'portale della maturità' propone tesine svolte (che puoi leggere solo se ti registri), mappe concettuali, scalette ed un archivio di appunti. Ci sono anche test on line, già svolti e da svolgere, con la possibilità di avere risposte da un professore. Inoltre si trova la raccolta della prove d’esame già “uscite” e una serie di indicazioni per orientare chi vuole proseguire gli studi dopo il diploma.
Studenti.it Propone percorsi pluridisciplinari e tutte quelle possibilità di collegamenti che fanno ammattire ogni studente in procinto di preparare una tesina. Per le scuole superiori ci sono quattro grandi aree: Materie, Maturità, Diritti e Riforme, Postdiploma & Lavoro.
Sussidiario.it È un eccellente motore di ricerca per la scuola presenta anche percorsi didattici realizzati. Da navigarci!
 
Ed ora, materia per materia:
 
Filosofiawww.filosofia.it www.sfi.itwww.emsf.rai.it
 
Geografiawww.globalgeografia.comwww.mediasoft.it/italywww.underome.com/index2.html
 
Latinowww.latinonline.itwww.latinovivo.comwww.latine.net
 
Letteraturawww.italianisticaonline.it/discipline/let-it/dida.htmwww.crs4.it:HTML/Literature.htmlwww.space.tin.it/scuola/brdeb
 
Lingue Stranierewww.escalix.com/freepage/dalondraserwww.sdv.fr/orthnetwww.uncg.edu/-/lixlpurc/GIP/
 
Matematicawww.math.itwww.ti.com//calc/italia/cartesio/html/home.htmlwww.olimiadi.sns.it
 
Scienze naturaliwww.vialattea.netwww.funsci.comwww.galileo.imss.firenze.it
 
Storiawww.webscuola.tin.it/risorse/storia/sommario/index.htmwww.storiain.netwww.cronologia.it
 
Storia dell'Artewww.artonline.it   www.thais.it/scultura/default.htmwww.blunet.it/galeria/index.htm
 
Per concludere, l’immagine di un contrasto: l’insegnante entra in aula e chiude la porta. È un mondo chiuso, per gli studenti almeno che non sono ancora così entusiasti della cultura da capire come la cultura sveli universi altri. Lui chiude la porta e gli studenti mettono in solo vibrazione il cellulare (va be’, dovrebbero spegnerlo…). Si possono collegare con il resto del mondo, in rete. Si tratta di due realtà (quella chiusa e quella infinita) che è difficile mettere in contatto. Ma per fortuna ormai ci sono tanti insegnanti navigatori…
Susanna Conti
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