SullaTre notizie di controstampa: "La Gerusalemme «rivelata»", "La multigenitorialità" e "We canna". “Le mie due figlie, di 10 e 11 anni ‚Äì racconta Sara ‚Äì hanno un padre biologico, un carissimo amico mio e del mio compagno che non poteva avere figli, e un padre che diverrà adottivo. Viviamo tutti e quattro insieme”.
La Gerusalemme «rivelata»
Dopo la visita di Piergiorgio Odifreddi, si dovrebbe poter finalmente parlare di una «Gerusalemme rivelata» (L’Espresso dell’8 novembre). Accompagnato nelle stradine e nei suk della città santa dall’israel–americano Robert Aumann, Nobel per l’economia e professore alla Hebrew University, e da «un tassista laico», il nostro esploratore è convinto di aver capito tutto e ora svela e rivela anche a noi i segreti dello «zuccotto» bianco o nero degli ebrei, dei «cappelli di pelliccia» dei fondamentalisti chassidim eccetera: tutte cose da «barbari». Ci rivela anche l’esistenza di un museo che «esibisce un ossario di Gesù, figlio di Giuseppe e uno di Giuda figlio di Gesù». Deduzione matematica: «La Gerusalemme cristiana è una specie di Las Vegas Celeste, in cui tutto è ovviamente fasullo, ma tutti fingono felicemente che non lo sia». Come, per esempio, «le due piattaforme di lancio leggendariamente usate da Gesù e Maometto per salire al cielo», da cui si deduce che «l’aria di Gerusalemme è particolarmente favorevole ai decolli umani». Una cosa (oltre alla città) non ha capito: «Che motivo ci sia di invocare un Dio che si suppone essere onnisciente e benevolo: dunque in grado di capire cosa ci serve». Il suo «Virgilio d’eccezione» (il Nobel economico) gli ha ricordato Esodo 22,22: «Se tu lo maltratti (la vedova o l’orfano), quando invocherà da me l’aiuto io darò ascolto al suo grido», ma il povero Odifreddi nemmeno allora ha capito. Per lui Gerusalemme è ancora velata.
La multigenitorialità
Da Il Fatto quotidiano (venerdì 9): «Bi–genitorialità, Co–genitorialità o Genitorialità diffusa sono le nuove frontiere della contemporaneità, per lo meno per quanto riguarda le nuove famiglie. “Io e la mia compagna – racconta Emma – stiamo aspettando un figlio assieme a una coppia sposata di nostri carissimi amici, che hanno accettato non solo di donare il seme, ma anche di diventare parte attiva nella crescita del bambino”. E come loro tanti altri casi: “Le mie due figlie, di 10 e 11 anni – racconta Sara – hanno un padre biologico, un carissimo amico mio e del mio compagno che non poteva avere figli, e un padre che diverrà adottivo. Viviamo tutti e quattro insieme”. E Paolo: “Mia moglie, dopo aver partorito, ha cambiato sesso”». Sulla famiglia il laicismo ha le idee chiare. Il Fatto, però, si lamenta: «Mentre in Italia non esiste alcuna forma di tutela per chi sceglie di vivere i propri affetti in modo non tradizionale, l’Europa va avanti nel definire un nuovo diritto di famiglia, tanto che in Olanda è stata appena presentata una proposta di legge per permettere a un bambino di avere più di due genitori riconosciuti». Questa notizia è arrivata da Facebook a Il Fatto, che conclude: queste sono «le nuove famiglie benedette dal web». Dove si vede che i “laici” hanno sempre bisogno di un linguaggio religioso e di un “prete”: la Rete.
«We canna»
Sulla rete la bella foto di Obama vincitore che abbraccia la moglie Michelle ha invaso il mondo. In prima pagina, La Stampa l’ha definita «l’icona di un’epoca». Meno male: c’era il rischio che per icona scegliesse una omocoppia. Il titolo a tutta pagina del Manifesto (giovedì 8 novembre) per l’elezione di Obama è: «Yes we canna(bis)». Il “quotidiano comunista” è in pessime acque, e si aggrappa a una canna.
Pier Giorgio Liverani
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