“Spezzare”: questa è l'altra parola che spiega il senso del “fate questo in memoria di me”
In Vaticano ieri si è festeggiata la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, che in Italia e in altri Paesi sarà celebrata domenica prossima. Papa Francesco ha presieduto la Messa alle 19.00 sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Subito dopo la Processione eucaristica che, percorrendo via Merulana, raggiunge la Basilica di Santa Maria Maggiore. “Gesù si dona a noi nell’Eucaristia, offre se stesso come cibo spirituale che sostiene la nostra vita”, ha scritto il Papa in un tweet pubblicato alle 13.00 sull’account @Pontifex in nove lingue. Alla liturgia del Corpus Domini sono stati invitati anche i tanti pellegrini presenti a Roma per il Giubileo della Misericordia. Ieri, come ricorda la Radio Vaticana, al termine dell’udienza generale l’invito è arrivato proprio dal Papa: “Invito romani e pellegrini a partecipare a questo solenne atto pubblico di fede e di amore a Gesù realmente presente nell’Eucaristia”.
Francesco è arrivato poco prima delle 19. Tanti i fedeli che già da qualche ora avevano gremito il sagrato di San Giovanni in Laterano per la tradizionale Messa del Corpus Domini, complice anche una bella giornata di sole che poi ha fatto posto al “ponentino”. La liturgia è iniziata con l’inno del Giubileo, “Misericordes Sicut Pater”, intonato dal coro della Cappella Sistina, diretto dal maestro Massimo Palombella, e dal coro della diocesi di Roma, diretto dal maestro Marco Frisina. Appena entrato in basilica, il Papa si è avvicinato all’altare per incensarlo. Poco dopo il canto del “Kiryie” e il “Gloria”, preludio alla liturgia della Parola. “Offrire i pochi pani e pesci che abbiamo; ricevere il pane spezzato dalle mani di Gesù e distribuirlo a tutti”. Si può sintetizzare in questi “due piccoli gesti” il “fare” Eucaristia, cioè rispondere alla “testimonianza più antica sulle parole di Cristo nell’Ultima Cena”: “Fare questo in memoria di me”. A spiegarlo alle migliaia di fedeli radunati questa sera sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano, per la Messa del Corpus Domini, è stato il Papa. “Per due volte l’apostolo Paolo, scrivendo alla comunità di Corinto, riporta questo comando di Gesù nel racconto dell’istituzione dell’Eucaristia”, ha esordito Francesco nella sua omelia in forma di meditazione: “Fate questo”, cioè “prendete il pane, rendete grazie e spezzatelo; prendete il calice, rendete grazie e distribuitelo”. “Gesù comanda di ripetere il gesto con cui ha istituito il memoriale della sua Pasqua, mediante il quale ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue”, ha ricordato: “E questo gesto è giunto fino a noi: è il ‘fare’ l’Eucaristia, che ha sempre Gesù come soggetto, ma si attua attraverso le nostre povere mani unte di Spirito Santo”. Il “fate questo”, per il Papa, rimanda a ciò che Gesù aveva già chiesto ai suoi discepoli, “davanti alle folle stanche e affamate”: “Voi stessi date loro da mangiare”, come si legge nel Vangelo di Luca. “In realtà, è Gesù che benedice e spezza i pani fino a saziare tutta quella gente, ma i cinque pani e i due pesci vengono offerti dai discepoli, e Gesù voleva proprio questo: che, invece di congedare la folla, loro mettessero a disposizione quel poco che avevano”, il commento di Francesco. “E poi c’è un altro gesto”, ha proseguito: “I pezzi di pane, spezzati dalle mani sante e venerabili del Signore, passano nelle povere mani dei discepoli, i quali li distribuiscono alla gente. Anche questo è ‘fare’ con Gesù, è ‘dare da mangiare’ insieme con Lui”. “E’ chiaro che questo miracolo non vuole soltanto saziare la fame di un giorno, ma è segno di ciò che Cristo intende compiere per la salvezza di tutta l’umanità donando la sua carne e il suo sangue”, ha spiegato il Papa: “E tuttavia bisogna sempre passare attraverso quei due piccoli gesti: offrire i pochi pani e pesci che abbiamo; ricevere il pane spezzato dalle mani di Gesù e distribuirlo a tutti”. “Spezzare”: questa è l’altra parola che spiega il senso del “fate questo in memoria di me”. “Gesù si è spezzato, si spezza per noi”, ha detto il Papa nell’omelia della Messa per il Corpus Domini, celebrata questa sera sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano: “E ci chiede di darci, di spezzarci per gli altri”. Proprio questo “spezzare il pane” è diventato “l’icona, il segno di riconoscimento di Cristo e dei cristiani”, ha ricordato Francesco citando i discepoli di Emmaus – che lo riconobbero “nello spezzare il pane” e la prima comunità di Gerusalemme: “Erano perseveranti nello spezzare il pane”. “E’ l’Eucaristia, che diventa fin dall’inizio il centro e la forma della vita della Chiesa”, le parole del Papa, che ha citato anche “tutti i santi e le sante – famosi o anonimi – che hanno ‘spezzato’ sé stessi, la propria vita, per ‘dare da mangiare’ ai fratelli”. “Quante mamme, quanti papà, insieme con il pane quotidiano, tagliato sulla mensa di casa, hanno spezzato il loro cuore per far crescere i figli, e farli crescere bene!”, ha esclamato Francesco: “Quanti cristiani, come cittadini responsabili, hanno spezzato la propria vita per difendere la dignità di tutti, specialmente dei più poveri, emarginati e discriminati!”. “Dove trovano la forza per fare tutto questo?”, si è chiesto il Papa: “Proprio nell’Eucaristia”, la risposta: “nella potenza d’amore del Signore risorto, che anche oggi spezza il pane per noi e ripete: ‘Fate questo in memoria di me'”. “Possa anche il gesto della processione eucaristica, che tra poco compiremo, rispondere a questo mandato di Gesù”, l’auspicio finale: “Un gesto per fare memoria di Lui; un gesto per dare da mangiare alla folla di oggi; un gesto per spezzare la nostra fede e la nostra vita come segno dell’amore di Cristo per questa città e per il mondo intero”.
Dopo la Messa, la processione eucaristica che dalla basilica lateranense alla basilica di Santa Maria Maggiore, lungo via Merulana. Ogni anno la Processione si è conclude con il canto del Tantum ergo e la Benedizione eucaristica impartita dal Papa.
La storia
La Festa del Corpus Domini è stata istituita da Papa Urbano IV nel 1264, in seguito al miracolo di Bolsena: era il 1263 quando un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a celebrare la Messa in questa cittadina laziale. Turbato dai dubbi sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia chiese un segno: improvvisamente alcune gocce di sangue sgorgarono dall’Ostia consacrata bagnando il corporale, che ancora oggi è conservato nel Duomo di Orvieto. Come ogni anno La Processione si concluderà con il canto del Tantum ergo e la Benedizione eucaristica impartita dal Papa.
Redazione Avvenire.it
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