Anche quest'anno un mese della mia estate l'ho dedicato al grest... che bello! ma per arrivarci... sembra quasi un percorso ad ostacoli: corsi, corsetti, incontri e riunioni, perché bisogna prepararsi, organizzare, diventare animatori...Già, ma perché non soprassediamo e andiamo subito al sodo???E andiamo al sodo, allora... l'animazione è tutta una questione di fedeltà. Come per due innamorati, si tratta esattamente della stessa difficoltà ad essere fedele. Dunque ...abbiamo pensato di dedicare alcune pagine ad un corso animatori (ancora??) ...o meglio ad un ripasso per chi quest'estate ha “fatto” l'animatore. Partiamo!
del 01 gennaio 2002
“Dividere la minestra in due non è un miracolo, ragazzo mio, è un trucchetto, il vero miracolo è una mamma che ha due lavori e trova il tempo per accompagnare il figlio a scuola di calcio, questo è un vero miracolo! Un ragazzo che dice no alla droga e sì all’istruzione, questo è un vero miracolo!” (dal film “una settimana da Dio”)
Non serve avere tanti poteri, ma sii il tuo miracolo, questo ti farà conquistare il mondo.
E allora SII IL TUO MIRACOLO!
Bene, hai presente Pietro…è un personaggio tosto, poi è proprio forte…, perché è semplice, è un uomo “normale” non è un super eroe vissuto al tempo di Gesù, è uno come noi. Proviamo a leggere insieme cosa gli è capitato…la cosa bella di tutta questa cosa è che Pietro è un animatore come noi!
“Andrea incontrò Simon Pietro, suo fratello, e gli disse: “abbiamo incontrato il Messia” e lo condusse da Gesù.”
Il punto è proprio questo! L’esperienza del Grest non è “cosa nostra”, non è che ci siamo inventati un giorno animatori, siamo qui per proposta di qualche nostro amico, di un sacerdote, di qualcuno che ci ha detto “a me piace…vieni anche tu?” e noi ci siamo fidati!
“Gesù fissando lo sguardo su di lui disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni, ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)” e subito Pietro lo seguì...”
…e questo qualcuno di prima non ci sta chiedendo solo di giocare a pallone, di mangiare un ghiacciolo attorniati da pargoletti urlanti: questo qualcuno, magari senza che noi ce ne accorgiamo ci sta portando verso Gesù!
La prospettiva del nostro impegno cambia immediatamente: non possiamo più permetterci di prendere il grest alla leggera, non è un’esperienza da consumare ma da vivere! Questa è la prima scelta che ci viene chiesto di fare, o ci stiamo o andiamo alla Valtur!
Provo a dirti la differenza? E’ come per il solletico, quando ti faccio il solletico tu ridi a crepapelle, sghignazzi senza misura… ma quando poi smetto il tuo riso si ferma subito, e magari sei anche un po’ stanco, senza fiato. E’ diverso dalla gioia, vero? Quella rimane dentro anche se smetto di solleticarti il pancino… la differenza è questa, il nostro donarci ai ragazzi non è solo divertirli, che all’inizio va bene ma alla fine li lascia solo stanchi, è un donare la nostra presenza, il nostro amore! Alla fine non resterà il fiatone ma il ricordo di un animatore che gli ha voluto bene!
Diventare animatori nel nome di Gesù significa mettere la propria vita nelle mani del Signore, questo significa essere disposti anche a farsela rivoltare.
E’ questo il significato di “ti chiamerai Cefa” , Gesù cambia il nome a Pietro, il nome era tutto, c’era dentro discendenza, parenti, lavoro...che corrisponde a esperienza, amici, affetto per noi...
Voler essere animatori alla Valtur significa aver paura di incrociare il nostro sguardo con quello di Gesù...pensiamo al giovane ricco: “Gesù fissatolo lo amò” (Mc 10,21-22)...e questo gli costa fatica.
Lui ha preferito la Valtur.
In fondo se avesse avuto il coraggio di incrociare lo sguardo di gesù non sarebbe riuscito a dire di no.
Benissimo ora, se hai voglia vai avanti...e leggi l\'articolo successivo \'l\'animatore cristiano è un chiamato!\'
Alessio e Lucia
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