Ciò che rende davvero felici è molto poco. Ma a volte ce ne dimentichiamo...
“L’uomo moderno è fortemente legato alle cose esteriori, è diventato senz’anima, non possiede più la capacità di riconoscersi e di concepirsi portatore dell’allegria spirituale”.
Un uomo senz’anima, riversato sul mondo. Senza radici, senza centro. Lo diceva padre Josef Kentenich.
Leggevo qualche giorno fa un libro di Cláudio de Castro: “Non abbiamo bisogno della metà delle cose che possediamo. Le abbiamo perché crediamo che siano importanti, ma alla fine quello che ci rende davvero felici è così poco che potremmo custodirlo nel palmo della mano o nel nostro cuore”.
Ciò che mi rende davvero felice è molto poco. Poche cose. Ma a volte me ne dimentico.
Devo imparare ad accettare la vita com’è. Lo so. Conformarmi a poche cose e capire che se mi creo molte necessità non sarò mai felice del tutto.
“Essere felici non è così difficile”, dice de Castro. “Basta volerlo. Cambiare alcuni atteggiamenti. Imparare a godere delle piccole cose, quelle che in genere passano inosservate”.
Rallegrarmi dei doni quotidiani e accettarli come un dono. Affrontare la vita con le sue difficoltà. Adattarmi a quello che devo vivere prendendolo tra le mani come una sfida.
Padre Carlos Padilla [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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