(email di un nostro inviato...) La storia è una guerra illustre contro il tempo, perché togliendoli di mano gli anni suoi prigioneri, anzi già fatti cadaveri, li richiama in vita e li schiera di nuovo in battaglia. Non sono tempi da parlar troppo di guerre e battaglie, e la SARS non è la peste, quindi mi limito alla storia.
del 01 gennaio 2002
La storia della libertà religiosa in Cina, che non è necessariamente un progresso. La situazione in questo aprile 2003 è peggiore di quella che incontrai nell’aprile 1999, quando venni a **** per la prima volta. Siamo in campagna, ma quando vado a passeggiare in centro città, finalmente respiro. Respiro libero tra giovani con il telefonino che fa le foto, i capelli rossi bianchi e blu e in pantaloni cadenti dietro. Invece qui in campagna l’aria è pesante perché ogni idea, ogni progetto, ogni sogno, ogni minino spostamento deve ricevere l’approvazione dell’ufficio affari religiosi (uar, come un grugnito). Questi giovani preti e seminaristi non possono muovere un dito senza permesso. La falce e il martello dell’uar tagliano ogni idea e inchiodano ogni libertà.
Vado a passeggio nella splendida *** Road, una delle vie più pittoresche di tutta la Cina, e respiro. Respiro perché mi credono un turista, e i giovani gridano “hello”, e i negozianti sorridono. Invece qui in campagna, sento solo parlare di proibizioni, restrizioni, permessi negati, di quella lista di insegnanti che non possono venire perché sono amici del vescovo ****, di quel prete giovane che ha cominciato a lavorare con i giovani universitari poi l’uar gli ha chiesto la lista dei nomi, e cognome, e di che nazione sarà e a che negozio viene e quanto tempo ha di fermarsi ed egli ha lasciato perdere.
Respiro a pieni polmoni nel traffico della sera tra i grattacieli artistici illuminati a festa. Poi torno tra gli alberi della collina, dove a cena un prete racconta come l’associazione patriottica spreme le offerte delle parrocchie fino all’ultimo spicciolo, e hanno uno “dei loro” in ogni parrocchia che decide se il giovane parroco consegna proprio tutto, sennò lo mandano in una parrocchia povera così impara a voler usare i soldi delle offerte per le attività della chiesa invece che per le casse dell’associazione.
Vado a respirare tra i macchinoni rombanti e le biciclette e i super mega grandi magazzini tirati a lucido, così per una giornata non sento parlare di quell’ateo dell’uar che ogni venerdì, puntuale come una via crucis, viene, e decide chi diventerà prete o no. O di quel tal’altro che vuol far carriera, e manda sei preti giovani in una parrocchia sperduta in campagna perché “parlano troppo”. O della commissione di miscredenti che decide come meglio impiegare le soldi delle Messe. O dell’ultima grida che ripete per la centesima volta che la Chiesa non deve fare politica, quindi si prendono quello che la Chiesa ha costruito con i sacrifici dei fedeli e il sudore dei parroci, dopo averglielo lasciato costruire. O di quel tale a Pechino che ha un nome e un cognome e vorrebbe entrare nella storia giocando a fare il Papa, e nomina dei vescovi, e ha sul computer un file per ogni prete straniero che lavora in Cina, con tutto quello che hanno detto scritto e fatto, compresa forse questa mia.
L’oste della Luna Piena mi avverte “e pretendi girare il mondo e parlare; e non sai che a voler fare a modo suo e a impiparsi delle grida, la prima cosa è di parlarne con gran riguardo”. Ma qui nessuno può permettersi di “impiparsi”delle grida. L’unica cosa è pregare che le cose cambino. Ma un pensiero mi arrovella, in questi giorni di Passione e di Resurrezione: un giorno ci toccherà anche essere grati a chi avrà smesso di essere ingiusto?
Buona Pasqua di Resurrezione
Redazione GxG
Versione app: 3.25.0 (f932362)