Riflessioni spirituali sulla tematica ecologica. A cura del Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana.
Dall’indifferenza per il creato alla cura per esso. Ci troviamo di fronte a due atteggiamenti opposti ed a un percorso di consapevolezza e maturità spirituale per passare dall’uno all’altro.
Nel corso di questa riflessione avremo l’opportunità di affrontare questa sfida da tre prospettive: la contemplazione, la riflessione e l’attuazione di tutto questo in azioni concrete ed efficaci.
Vogliamo lodare Dio attraverso tutte le sue creature; cerchiamo di vivere un’autentica “conversione ecologica”; ci impegniamo in piccoli gesti che possono cambiare il mondo.
Il carisma salesiano non è estraneo a tutto questo. Già Don Bosco si preoccupava che lo sguardo dei suoi ragazzi verso la creazione di Dio fosse profondo. Nel corso della storia, i Salesiani si sono preoccupati di educare le persone affinché il loro rapporto con la natura fosse adeguato al bene di entrambe le parti. Le numerose scuole agricole fondate dai figli di Don Bosco in tutto il mondo sono un esempio della preoccupazione di passare dall’indifferenza alla cura del creato.
La crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore
Papa Francesco parla di “conversione ecologica”, che significa lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che ci circonda.
Se vogliamo vivere una vera conversione interiore, siamo chiamati a ritornare a guardare un Volto, il volto di Gesù, a lasciarci animare e plasmare da questo volto e, contemplando questo Volto, ci poniamo in modo nuovo e creativo nelle relazioni con i fratelli e con tutte le creature.
Spiritualità del creato
Dio Creatore è il Volto dietro ogni volto, l’autore di ogni essere, presente in ogni essere, ciascuno dei quali è come uno specchio che brilla e risplende dell’immagine del volto di Dio.
Dio è il soggetto che sta dietro a tutti i soggetti della scienza.
Dio è la Mente che sta dietro alla mente umana che studia la verità dell’universo, è propriamente la mente dell’universo.
Dio creatore è la Meraviglia che sta dietro ad ogni meraviglia.
Dio creatore è il Cuore che sta dietro ai cuori aperti, dalla meraviglia e dalla sofferenza, alla compassione infinita.
Dio creatore è l’Artista degli artisti, l’artefice supremo che ha fatto l’universo come una grande cetra sulla quale egli ha posto delle corde che producono una grande varietà di suoni, è l’Artista supremo, l’Arte che sta dietro ogni arte, l’Immaginazione che sta dietro ogni immaginazione. L’essere umano è fatto a immagine del Creatore ed è per questo creativo e può connettere ogni bellezza alla Bellezza e ogni verità alla Verità dell’unico creatore artefice di ogni essere.
E tu?
Riesci a riconoscere Dio nella Creazione? In cosa in particolare? E a vedere il volto di Dio dietro ogni volto che incontro? Come ti senti rispetto alla Creazione: custode o sfruttatore?
"Vivere la vocazione di essere custodi dell'opera di Dio è parte essenziale di un'esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeto un aspetto secondario dell'esperienza cristiana"
Nella nostra vita quotidiana possiamo fare molto per custodire e salvare la creazione, a partire da piccoli gesti. La cura del creato è una diretta conseguenza della conversione ecologica. Riconoscere la presenza di Dio nella Creazione comporta il risveglio del sentimento di “affetto” verso la Creazione; poiché si cura solo ciò che si ama, allora solo amando la Creazione sarà possibile prendersene cura davvero.
“Educare al senso di Dio creatore, alla contemplazione della sua grandezza nelle meraviglie del creato e alla fiducia nella sua Provvidenza”
Passare dall’indifferenza verso il creato alla cura di esso è un processo di apprendimento personale, un’azione educativa. Dobbiamo sia essere sensibilizzati sia offrire l’aiuto necessario agli altri per attraversare questo processo.
Don Bosco era convinto di dover educare al senso di Dio creatore, alla contemplazione delle meraviglie del creato e alla fiducia nella sua Provvidenza. Per questo motivo, nel libro che scrisse per insegnare ai suoi ragazzi a pregare, mette in chiaro fin dall’inizio:
Alzate gli occhi, o figliuoli miei, ed osservate quanto esiste nel cielo e nella terra. Il sole, la luna, le stelle, l’aria, l’acqua, il fuoco sono tutte cose che un tempo non esistevano. Ma c’ è un Dio, che con la sua onnipotenza le trasse dal niente e le creò, motivo per cui si nomina Creatore.
Questo Dio, che sempre fu e sempre durerà dopo di aver creato tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, diede quindi esistenza all’uomo, il quale di tutte le creature visibili è la più perfetta. Onde i nostri occhi, i piedi, la bocca, la lingua, le orecchie, le mani sono tutti doni del Signore.
L’uomo è distinto fra tutti gli altri animali specialmente perché è fornito di un’anima, la quale pensa, ragiona e conosce ciò che è bene e ciò che è male. Quest’anima non muore col corpo, ma quando esso è portato al sepolcro, quelle andrà a cominciare un’altra vita che non finirà più.
(Il giovane provveduto, san Giovanni Bosco)
L’azione che scaturisce dalla conversione ecologica è un’azione benefica verso la creazione, è mossa dall’impegno e dalla consapevolezza, è duratura nel tempo, è creativa, è coinvolgente. Se non sappiamo da dove iniziare, cominciamo da cose molto semplici.
L’amore per i campi e per i suoi prodotti vitali per l’esistenza umana si può dire congenito ai salesiani, visto che don Bosco, figlio di contadini, aveva trascorso la sua infanzia, adolescenza e prima giovinezza lavorando nei campi. Non solo, ma da fondatore don Bosco, accanto alle case salesiane, dove era possibile acquistava piccoli terreni da far coltivare tanto dai ragazzi, spesso poveri ed orfani, quanto dai salesiani laici (i coadiutori) onde provvedere al fabbisogno interno della casa.
Il binomio educazione e sviluppo agroalimentare è stato vissuto e perseguito per quasi un secolo dalla società salesiana, ad iniziare dalle
primissime esperienze di don Bosco in terra francese sul finire degli anni ‘70 del secolo XIX, per passare alle 72 strutture scolastiche nei cinque continenti legate all’agricoltura a metà Novecento e per finire alle grandi scuole agropecuarie, presenti oggi particolarmente in America Latina, agli Istituti agrari d’Europa (Italia, Francia) e ai piccoli centri di formazione agricola di Asia ed Africa.
(Don Bosco e l’amore per la terra, in «Bollettino Salesiano», maggio 2015, Francesco Motto sdb)
Leggi il decalogo e prova ad immaginare cosa puoi iniziare a fare.
1. BASTA PLASTICA
E poi...
2. BASTA ALLEVAMENTI INTENSIVI E PRODUZIONI ALIMENTARI INDUSTRIALI
3. BASTA SPRECHI
4. BASTA INQUINAMENTO ATMOSFERICO
STOP all’uso eccessivo di automobili. Quando possibile, andiamo a piedi o con i mezzi pubblici, anziché prendere la macchina. Se possiamo dare un passaggio a qualcuno, facciamolo, evitando di utilizzare troppe auto. Se dobbiamo acquistare una nuova auto, scegliamo tra quelle meno inquinanti.
5. BASTA INCENDI, BASTA DEFORESTAZIONE
STOP al caldo in città: FACCIAMO OMBRA. Opponiamoci al taglio ingiustificato e indiscriminato degli alberi nei nostri quartieri. Piantiamo nuovi alberi e nuove piante ovunque possiamo. Difendiamo e curiamo la vegetazione esistente.
6. BASTA POVERTÀ E DISUGUAGLIANZA
STOP all’indifferenza. Regaliamo un po’ di tempo di chi ha bisogno di aiuto o di semplice compagnia. Portiamo alla Caritas, o ad altre associazioni, viveri non deperibili per i senza tetto che vivono nella nostra città. Andiamo a trovarli insieme…
7. CONTEMPLIAMO
Preghiamo con la Creazione e nella Creazione. Preghiamo per la Creazione e poi…
Coltiviamo un orto in famiglia. Curiamo e facciamo crescere i fiori. Custodiamo il giardino.
8. RIFLETTIAMO
Coltiviamo il silenzio. Informiamoci e leggiamo testi di ecologia, partendo dalla Laudato Si'
9. AGIAMO
Impegnamoci a convincere altri della necessità della conversione ecologica. Partecipiamo a gruppi o circoli o comunità ecologiche
10. CON CORAGGIO ANDIAMO AVANTI
"Non lasciamoci rubare la speranza" (Papa Francesco)
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