Decalogo dell'animatore

Hai ripreso a fare animazione in oratorio? Eccoti alcuni suggerimenti!

Dopo l'estate, piena di attività in oratorio e ai campi-scuola ecco che ritorna l'autunno con una nuova stagione carica di iniziative in oratorio e parrocchia. Quanto bello è potersi mettere al servizio dei più piccoli e trovarsi insieme tra amici a fare qualcosa di buono per gli altri? Moltissimo. Ma per fare qualcosa di buono occorre avere dei punti di riferimeno. Questo decalogo, fa al caso tuo. Leggilo e mettilo in pratica, per riaccendere i motori dell'animazione! 

1° – Comincia tu
Tu fai crescere l’Oratorio con il tuo stile, il tuo entusiasmo, le tue proposte, il tuo impegno coerente. E tu stesso puoi crescere all’Oratorio nello stile di una vita santa, da vero cristiano, come Gesù.

2° – Stai e agisci “insieme”
All’Oratorio non ci sono “eroi solitari”. L’armonia dell’insieme, però, non si improvvisa, si può imparare e insegnare: ci vogliono idee, un progetto, buona organizzazione, qualche regola… e tanta pazienza e benevolenza! Rimani sempre in comunione con gli altri animatori e cerca di unire i ragazzi tra loro.

3° – Ascolta volentieri il prete e la suora
Riconosci la loro autorità: ci vuole sempre “un’ultima parola” che tiene uniti, nel nome di Gesù. Lasciati guidare con fiducia da chi è “innamorato di Dio” ed “esperto in umanità”. E prova a sognare una vita come la loro, tutta di Gesù, tutta per gli altri.

4° – Tratta i genitori di ogni ragazzo come i tuoi
Avverti quanta fiducia ti danno. Prendi il tempo per ascoltarli. Accetta da loro anche qualche critica. Favorisci un po’ più di dialogo tra loro e con i loro figli. Salutali sempre cordialmente. Pensa a quando tu sarai un papà o una mamma… Ringrazia qualche volta di più i tuoi genitori e chiedi loro qualche consiglio.

5° – Prega e aiuta a pregare
Farai incontrare i ragazzi con Gesù se tu stesso vorrai stare con lui, nel silenzio della preghiera personale e nelle voci di quella comunitaria. Non potrai parlare sempre di Gesù ai ragazzi, ma potrai sempre parlare dei tuoi ragazzi a Gesù.

6° – Impegnati tanto e stai sempre allegro
Dai il massimo in ogni attività, affrontandola con serietà e serenità. Libera la fantasia, scopri l’arte di vivere la fatica, suscita la creatività degli altri e accoglila. Abbonda nel sorriso. Fai divertire con impegno i ragazzi ed essi impareranno che impegnarsi è anche divertente.

7° – Stima, rispetta e ama tutti e ciascuno
Ai tuoi occhi tutti sono importanti e vanno aiutati a riconoscersi e ad amarsi gli uni gli altri, per essere una comunità. Ogni ragazzo è degno di attenzione, stima, rispetto e affetto da parte tua. Non limitarti a “gestire” i ragazzi, ma accogli ciascuno nella sua singolarità, cercando di capirlo e valorizzarlo, perché diventi sempre più se stesso.

8° – Apri il cuore a chi richiede maggiore attenzione
Sarai spesso tentato di evitare le situazioni più difficili o le persone con cui non è immediato rapportarsi. Eppure, hai molto da ricevere e qualcosa di bello da dare a chi è “diversamente abile”, a chi proviene da paesi stranieri, a chi è ancora poco educato… Sfida e vinci l’isolamento delle diversità. Difendi e promuovi sempre i più deboli.

9° – Fatti amico chi sta fuori dell’Oratorio
Un bell’Oratorio – ha detto il Papa – è «un ponte tra la Chiesa e la strada». La soglia del tuo Oratorio resta aperta e accogliente se tu la attraversi spesso salutando, ascoltando e incontrando tutti, con libertà e simpatia. L’Oratorio trabocca di amicizia: ce n’è per tutti, anche oltre l’Oratorio!

10° – Usa con cura ogni cosa per il bene di tutti
Abita gli ambienti dell’Oratorio e utilizza le cose a disposizione come se si trattasse della tua casa, dove accogliere tanti amici. L’ordine, la pulizia, la bellezza fanno stare bene tutti e richiedono l’impegno di ciascuno. I ragazzi impareranno dal tuo esempio. Si incomincia all’Oratorio a vivere bene la città, l’ambiente, il territorio, da veri cittadini, per una società più giusta e accogliente, vera “casa di tutti”.

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Decalogo del card. Dionigi card. Tettamanzi (Arcivescovo di Milano)

tratto da: chiesadimilano.it

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