Purtroppo, io che offro con gioia da anni un po' del mio tempo per i ragazzi dai 5 ai 14 anni nel mio oratorio, mi sento rimproverare questo servizio nei miei colloqui di lavoro. Più volte mi viene sollecitato e consigliato di togliere quella parte...
Gentile Severgnini, ho avuto l’occasione di ascoltare una sua intervista televisiva. Mi hanno colpito alcune sue parole riguardo il lavoro dei giovani. Lei invitava a non vergognarsi di scrivere sul proprio CV le attività di volontariato. Anzi, invitava calorosamente a farlo. Purtroppo, io che offro con gioia da anni un po’ del mio tempo per i ragazzi dai 5 ai 14 anni nel mio oratorio, mi sento rimproverare questo servizio nei miei colloqui di lavoro. Più volte mi viene sollecitato e consigliato di togliere quella parte, ma io continuo a pensare che sia giusto raccontare ciò a cui si crede.
Roberto Sacchiero
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Per carità, Roberto, continui a inserire gli anni all’oratorio nel suo curriculum! Se chi lo leggerà è una persona intelligente, lei guadagnerà punti. Se ne perderà, vuol dire che in quell’ufficio del personale ci sono persone poco intelligenti. E lei vuole davvero andarci, in un posto così?
Non sto santificando il volontariato, lo scoutismo, il lavoro con i ragazzi negli oratori o nelle attività sportive (dove la fatica è gestire genitori nevrotici e frustrati). Ritengo però che queste siano prove di generosità, anzi di gratuità: ed è quella che manca, spesso, nella cultura aziendale italiana. Peccato. Perché la gratuità è lungimirante – tutto torna indietro moltiplicato – ed è gratificante. Perché essere buoni, quasi sempre, porta felicità. La felicità che tutti inseguiamo freneticamente, spesso spendendo più del dovuto.
Chiudendo il Cortile dei Gentili dove davo una mano come moderatore, giorni fa, il Cardinale Ravasi ha ricordato l’unica frase di Gesù che non compare nei Vangeli. La riferisce Paolo (Atti 20,35) ed è questa: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Ora, io non so chi le abbia suggerito di non indicare nel CV il suo servizio negli oratori, caro Sacchiero. Ma le dirò: come selezionatore del personale, mi sembra più affidabile l’Onnipotente.
Roberto Sacchiero, Beppe Severgnini
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