Don Filippo ci scrive.... n°50

Un saluto da Gambella e dai nostri villaggi, dove stiamo portando avanti la nostra AST, cioè African Summer Together, due mesi di attività, giochi, formazione e tanta amicizia con i bambini e i ragazzi dei vari villaggi di Nyinenyang, Matar, Muon e Barey Rual.

Don Filippo ci scrive.... n°50

 

da MGS News

del 17 agosto 2014

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Carissimi amici, come state?

 

 

Un saluto da Gambella e dai nostri villaggi, dove stiamo portando avanti la nostra AST, cioè African Summer Together, due mesi di attività, giochi, formazione e tanta amicizia con i bambini e i ragazzi dei vari villaggi di Nyinenyang, Matar, Muon e Barey Rual.

 

 

 

 

 

Le settimane centrali sono state quelle appena passate con l’arrivo di 8 giovani dall’Italia dalla casa salesiana di Bolzano.

 

 

Sono venuti nella missione per condividere le attività dell’AST con i ragazzi e con i vari animatori del luogo: don Ivan, Sebastian, Diego, Tobia, Silvia, Nicoletta e Cristina.

 

 

E’ stata una esperienza veramente bella e intensa: mattina grest a Nyinenyang, pomeriggio a Matar o in altri villaggi, sabato domenica s. Messe nei villaggi e poi farsi da mangiare, fare il bucato, condividere gli spazi ristretti della casa, condividere la vita con gli animatori, la gente locale...

 

 

Alla fine qualcuno di loro avrebbe anche voluto rimanere, abbiamo sperimentato insieme di aver ricevuto molto di più di quanto abbiamo dato. I poveri hanno questo speciale potere, soprattutto i bambini, che vengono, ti abbracciano, sono contenti e felici solo perchè tu sei lì con loro, i poveri hanno una manina piccola che ti entra nel cuore, passa tutte le difese e i muri che abbiamo dentro e arriva proprio al centro e, girando la chiave del cuore, lo rimette in moto, lo fà andare più velocemente.

 

 

I bambini e ragazzi della missione qui non hanno interessi, altri fini, ti abbracciano e ti vogliono bene solo per la tua presenza in mezzo a loro e ti chiedono solo di fare altrettanto, volergli bene così come sono, ecco perchè ci riaccendono il cuore, sono ricchissimi di umanità. E noi che eravamo venuti a portare “cose” riceviamo un cuore riacceso, nuovo, capace di amare senza tanti perchè o ma.

 

 

E questo diventa la cosa più importante della nostra vita, avere il cuore che funziona, infatti il posto nella vita della nostra felicità, non è dove stiamo più comodi, o abbiamo più soldi, o più fortuna... il posto della nostra felicità è il posto nella vita dove amiamo di più, dove il nostro cuore corre a 100 all’ora, anche se ci sono difficoltà, anche se costa fatica.

 

 

Il tesoro della Chiesa e dell’umanità sono i poveri, che ci salvano la vita dal nostro egoismo, dalla nostra indifferenza, e ci ridanno un cuore che batte.

 

 

A metà agosto abbiamo avuto la gradita visita di alcuni affezionati benefattori, Elisabetta, Raffaele, Antonella, Erina, Vincenzo, che ci sostengono ormai da 4 anni e sono venuti questa volta per inaugurare il 7 pozzo di acqua per la gente in ricordo di Andrea e l’oratorio di Matar, una bella sala giochi e il campo da pallavolo, in ricordo di Giuseppe.

 

 

Anche a loro va il nostro grazie per l’amicizia e l’aiuto sempre generoso che hanno per la nostra gente.

 

 

E anche per me è arrivato il tempo di lasciare la missione di questi villaggi, infatti a fine agosto un nuovo prete locale prenderà il mio posto, abba Meseret. E’ giovane e in gamba e sicuramente farà molto bene. Iniziare una missione e poi passarla ad un prete locale è uno dei principali scopi del missionario.

 

 

Infine l’Ispettore dell’Etiopia mi ha chiesto da ottobre di sostituire un missionario salesiano abba Giorgio, che deve andare in Italia per operarsi e curarsi, ha 72 anni e ne ha proprio bisogno.

 

 

La sua missione è sempre qui nella zona di Gambella, a Pugnido non più con i nuer, ma con gli anuak. Passerò settembre in Italia e poi tornerò qui a ottobre per lasciar libero questo missionario di andare in Italia per parecchi mesi.

 

 

Notizie dei profughi: ormai i tre campi profughi che sono qui nella regione di Gambella sono pienissimi, dicono che ci sono ormai quasi 150.000 profughi solo nella nostra regione. La guerra civile in sud Sudan non accenna a finire e le persone continuano ad arrivare qui in Etiopia. Qualche notte sentiamo in lontananza il cannone del carro armato che spara nella città di Nasir in sud Sudan.

 

 

L’aiuto che cerchiamo di dare è soprattutto ai bambini che vengono per il Summer Together e che sono tantissimi e alle donne che vengono nella nostra chiesa per chiedere qualche sostegno.

 

 

Tutti stiamo pregando e attendendo con speranza la fine della guerra perché si possa tornare in pace nella proprio terra.

 

 

 

 

 

Infine vi lascio con una bella frase di un missionario che ho letto in questi giorni, che dice:

 

 

Noi missionari siamo fatti così:

 

 

il partire una normalità,

 

 

andare una necessità,

 

 

domani le strade saranno le nostre case

 

 

e se saremo costretti ad ancorarci in un casa

 

 

la trasformeremo in una strada a Dio.

 

 

 

 

 

Un saluto a tutti, un grazie e un ricordo con questa gente

 

 

Abba Filippo

 

 

 

Abba Filippo

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