Venerdì 15 aprile, la tribù sudanese dei Murle ha attaccato il villaggio di Jikawo...
del 26 aprile 2016
Carissimi amici, come state?
Spero bene, noi stiamo concludendo la quaresima, siamo arrivati alla domenica delle Palme.
Come qualcuno ha sentito attraverso i media, venerdì 15 aprile, la tribù sudanese dei Murle ha attaccato il villaggio di Jikawo nella zona nuer della regione di Gambella, proprio sul confine, per uccidere, rapire bambini e rubare le mucche.
E’ stato un massacro, 208 persone uccise fino ad oggi accertate, più di 100 bambini rapiti e circa 2000 mucche razziate.
Erano più di cento i murle e sono arrivati prima dell’alba, circondando alcuni villaggi e poi compiendo quello che hanno fatto. Subito l’esercito dal centro più vicino nella città di Lare e poi da Gambella è andato sul posto ingabbiando una sparatoria i murle, molti sono stati uccisi ma il gruppo più numeroso è riuscito a scappare.
Subito in tutta Gambella ma anche in tutta l’Etiopia se n’è sparsa la notizia, il ministro dell’interno con un gran numero di soldati è venuto a Gambella per stare vicino alla popolazione e per cercare di recuperare soprattutto i bambini rapiti.
Le forze governative del sud sudan e quelle dell’etiopia si stanno organizzando per andare nella zona dove vivono i murle per recuperare i bambini e cercare di arrestare gli autori di questo massacro. Dicono che ci sono stati i primi contatti per almeno riavere indietro i bambini.
Stiamo vivendo tre giorni di lutto nella regione di Gambella per quello che è successo, con alcune manifestazioni di vicinanza con l’etnia nuer.
Oggi qui a Pugnido grande riunione di tutta la cittadinanza con il ministro dell’interno, il vicepresidente della regione, per parlare, sentire quello che hanno in mente di fare per contrastare i murle.
Stavamo facendo la via crucis all’aperto quando un elicottero militare ha sorvolato la nostra chiesa e allora tutti i bambini gli sono corsi dietro, sperando che atterrasse da qualche parte, così è finita la via crucis.
Il pensiero va a quelle persone che sono state uccise, sono stato sei anni in quella zona, quella di Nyinenyang, e sono stato varie volte nel villaggio di Jikawo, per vedere se potevamo costruire una chiesatta, poi visto che era troppo vicina al fiume, ci siamo spostati a Biro mitol e infine Nib Nib, dove passavamo per andare a far catechismo, tanti amici che spero siano ancora vivi, ma di cui non ho notizie.
Noi qui a Pugnido tutto bene, don Giorgio sta bene, abbiamo avuto come ospiti la scorsa settimana Giorgio e sua moglie Alessandra che hanno finito di installare i pannelli solari per avere l’elettricità e per fare andare le pompe dell’acqua, un bellissimo progetto di cui ringrazio non solo Giorgio ma tutti gli amici del Dimmi di san Donà.
Un saluto e una preghiera per questa povera gente
A presto
Abba Filippo
Don Filippo Perin
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