Si identificò profondamente con il popolo Achuar. Nonostante i pericoli e le minacce di ogni tipo, non perse mai la fiducia in Dio. Continuava a indagare sui costumi, l'etnologia e la cultura degli Achuar...
del 13 febbraio 2019
Si identificò profondamente con il popolo Achuar. Nonostante i pericoli e le minacce di ogni tipo, non perse mai la fiducia in Dio. Continuava a indagare sui costumi, l’etnologia e la cultura degli Achuar...
Don Bolla, chiamato “Yánkuam” dagli indigeni Achuar, nacque a Schio, Vicenza, l’11 agosto 1932 da una famiglia molto credente. A 7 anni iniziò a frequentare l’oratorio salesiano. I racconti dei missionari lo motivarono dal punto di vista vocazionale. All’età di 11-12 anni, nella cappella dell’oratorio, sentì una voce che gli dice: “Puoi essere sacerdote e missionario. Camminerai molto nella tua vita”. Il suo sogno era quello di vivere per sempre in qualche remota foresta della terra, con l’unico scopo di far conoscere e amare Gesù.
Con grande emozione, il 22 novembre 1953, lasciò il porto di Genova per l’Ecuador. Aveva 21 anni. Imparò rapidamente lo spagnolo e la lingua Shuar per lavorare con gli indigeni di quel gruppo etnico. Ordinato sacerdote, chiese al Signore di poter apprendere le lingue indigene, di andare sempre nei luoghi più lontani e difficili tra i popoli indigeni, di essere strumento del Signore perché abbiano il dono della grazia di Dio per salvarsi.
Quando vide che gli Shuar avevano chi si prendeva cura di loro, mentre gli Achuar erano abbandonati a se stessi, illuminato da Dio chiese di potersi donare a quel popolo. Ai superiori disse di non voler andare in missione come un conquistatore, ma di rispettare e difendere le loro terre, di poter vivere come loro, pur conservando la sua identità sacerdotale e religiosa, e di confidare pienamente nella Provvidenza senza chiedere nulla all’Ispettoria.
Ottenne così il permesso di fondare la missione di Wichim insieme agli Achuar. Trascorse 30 anni in Ecuador e 30 in Perù. In questo secondo Paese vi giunse nel 1984, per lavorare nel Vicariato Apostolico di Yurimaguas. Anni di solitudine e isolamento lo attendevano, a causa della distanza e della mancanza di una comunità religiosa.
Si identificò profondamente con il popolo Achuar. E, nonostante i pericoli e le minacce di ogni tipo, non perse mai la fiducia in Dio. Continuava a indagare sui costumi, l’etnologia e la cultura degli Achuar, e portava avanti la sua principale missione: annunciare il Vangelo a tutti gli Achuar, che amava come suoi figli.
Don Bolla non si limitò ad annunciare la Parola di Dio, ma fece del suo meglio per accompagnare il popolo Achuar nella loro organizzazione: promosse l’educazione e si occupò della salute e dello sviluppo alternativo di questo popolo. Scrisse anche molto su di loro.
Il Rettor Maggiore ha approvato l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione.
La vita di “Yánkuam” si è spenta come una candela, ma il suo ricordo rimane vivo e la sua testimonianza aiuterà a realizzare “una chiesa sempre in uscita”.
Agenzia Info Salesiana
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