Manifesti nel metrò di Londra reclamizzano la pillola del giorno dopo con uno slogan subito ritirato per offesa ai sentimenti religiosi. Ma il vero punto è che quella pillola non è un contraccettivo, ma un abortivo. E nessuno sembra ricordarsene...
del 01 gennaio 2002
E c’è forse da stupirsi? No, sinceramente non siamo né stupiti né scandalizzati, e non meravigliatevi neppure voi dunque se ancora non sapete quanto accaduto nei giorni scorsi in Gran Bretagna. Nelle stazioni della metropolitana di Londra sono apparsi i cartelloni di una campagna pubblicitaria che reclamizzava niente meno che la “pillola del giorno dopo”. Con uno slogan che non passa certo inosservato: “L’Immacolata Contraccezione”.
Eh si, in concomitanza con la festa dell’Immacolata Concezione (di cui quest’anno si è celebrato peraltro il 150esimo anniversario della proclamazione del dogma) la Schering Health Care, una filiale britannica della grande azienda farmaceutica tedesca, ha pensato bene di ricordare a tutti che “sarà pure Natale, ma i preservativi continuano a rompersi e voi continuate a dimenticarvi la pillola. Così, se il tuo contraccettivo ti delude, chiedi al tuo farmacista Levonelle One Step'. Cioè la “pillola del giorno dopo” prodotta da quella multinazionale.
Le proteste sono state immediate. La maggior parte di esse hanno voluto evidenziare l’offesa al sentimento religioso della popolazione, che anche a Londra evidentemente non è stato totalmente dimenticato. Ma lo slogan ha richiamato l’attenzione anche dell’ente che controlla gli standard pubblicitari, l’ASA (che ha aperto un'inchiesta formale sulla campagna della Schering) e quello di molti altri gruppi che hanno criticato l’irresponsabilità di un messaggio pubblicitario che incoraggia i rapporti occasionali e minimizza il problema delle gravidanze indesiderate.
La multinazionale ha così ritirato la sua campagna pubblicitaria, diffondendo al contempo un comunicato di scuse in cui si legge che “in ragione delle preoccupazioni che ci sono state espresse in materia di religione” scegliamo il ritiro della campagna “in quanto produttori consapevoli e con forte senso di responsabilità”. Il che, sinceramente, fa sorridere, dal momento che persone con un minimo di sale in zucca avrebbero potuto immaginare le reazioni critiche ben prima dell’affissione dei manifesti.
Eppure, ciò che colpisce e che preoccupa di tutta la vicenda è un’altra cosa. Un “particolare” che nessuno mette in evidenza e che sarebbe invece il caso di gridare forte, perché anzitutto occorre fornire una informazione corretta e responsabile. La britannica Levonelle One Step, così come l’italiana Norlevo e tutte le altre “pillole del giorno dopo” non sono dei mezzi contraccettivi. Ripetiamo: non sono delle pillole contraccettive. Sono invece pillole abortive, o meglio pillole potenzialmente abortive che vengono assunte sempre proprio perché agiscano come mezzo abortivo.
Badate: già ci sembra di ascoltarle, le reazioni di qualcuno magari capitato per caso da queste parti. “Eccoli qui, i soliti cattolici oscurantisti, che sono contro la contraccezione e si permettono perfino di spacciare la pillola come un mezzo abortivo”. Carissimi, abbiate la bontà di approfondire il tema, e vi mostreremo di non essere affatto oscurantisti, ma di essere fra i pochi a ragionare. La colossale balla della “contraccezione d’emergenza” noi non la beviamo. Perché esiste sicuramente la “contraccezione”, ma non può esistere una contraccezione “d’emergenza”, addirittura successiva al rapporto sessuale. Uno più uno fa due, non zero.
Ancora una volta, dunque, dietro una notizia curiosa e particolare, con aspetti negativi ma anche positivi, passa sotto silenzio il cuore stesso del problema. Fra un mezzo contraccettivo e un mezzo abortivo esiste una enorme differenza. Nel secondo caso, infatti, che piaccia o no, c’è di mezzo un figlio. E non è mica roba da poco…
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