Qualcosa che ricorda da vicino gli sforzi di tutti i genitori che tentano di guidare la prole su strade ritenute “buone”. È inevitabile che ogni padre, pensando al bene del figlio, proponga la propria visione della vita...
del 28 ottobre 2005
Regia: Damien O’Donnell
Interpreti: Om Puri, Linda Bassett, Jordan Loutledge
Origine: Gran Bretagna 1999
Durata: 96’
 
Nella Manchester del 1971 la famiglia di Gorge Khan rappresenta un caso ormai abbastanza diffuso di integrazione etnica e razziale, per quanto tutt’altro che perfetta. Essa infatti costituisce il frutto vagamente litigioso e chiassone del matrimonio tra un pakistano immigrato da tempo nel Regno Unito (con tanto di seconda moglie lasciata ad Islamabad e divenuta ormai poco più di scherzosa minaccia da utilizzare nei frequenti battibecchi con la prima) e una inglese cristiana a tutti gli effetti. Con una prole numerosa (sei maschi e una femmina) e una pescheria da mandare avanti, il vecchio “Gensis” Khan non trova modo migliore per imporre la religione e la cultura islamica ai figli che quello di sfoderare modi sempre più maneschi e rigonfi di turpiloquio: dal tentativo di costringere il figlio maggiore (in realtà omosessuale) ad un matrimonio combinato all’applicazione “tardiva” di una circoncisione all’ultimo maschio. Soltanto il rocambolesco fallimento dell’ultimo, progettato matrimonio di Abdul e Tarik comincerà ad introdurre in lui uno sguardo più aperto e comprensivo.
 
 
Hanno detto del film
George Khan è un vero padre padrone che da un lato vuole che i figli si facciano strada all’interno della società britannica, dall’altro non ammette che ci si adagi nei corrotti costumi occidentali, rifuggendo dalle tradizioni della cultura pakistana. Una simile situazione non può che generare dissidi (…) con una full immersion in un’atmosfera conflittuale (tradizione/modernità, obbedienza/ribellione, conformismo/trasgressione) e in un quartiere dove la solidarietà è un valore primario.
(Marco Mazzetti, Vivilcinema n°74, novembre/dicembre 1999)
 
Eppure vi è qualcosa di eroico nella figura di George Khan di fronte alla ribellione (tutta occidentale) dei propri figli. Qualcosa che ricorda da vicino gli sforzi di tutti i genitori che tentano di guidare la prole su strade ritenute “buone”. È inevitabile che ogni padre, pensando al bene del figlio, proponga la propria visione della vita. Il problema sta nel modo in cui si offre questa proposta.
(Filippo Cerati, Itinerari Mediali, marzo-aprile 2000)
CGS
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