Messaggio, spettacolo, luci, fondali animati, megaschermi e movimento scenico e tutta la adamantina carriera degli U2 convergono in «Zoo Station», «The Fly», «With or without you»,e ancora in «Because of you», nell'acustica-mistica «Yahweh»...
del 21 luglio 2005
 Bono alle 21.31. U2 in piena forma. Bono e compagni avevano promesso per Milano un grande show. E così è stato. Per la registrazione del dvd nei concerti di ieri e di oggi a San Siro (con l'uso di ben 26 telecamere) hanno aggiunto metri di palco e più luci. Per la gioia degli oltre settantamila fan.
Questo arricchimento, il rapporto idilliaco con il pubblico italiano, la volontà di dare il meglio per la registrazione, hanno consentito di assistere a un concerto assolutamente grandioso.
 
Potenti, convincenti e trascinanti gli U2 hanno aperto con «Vertigo», che i fan della prima ora giudicano banale, commerciale, ma che in realtà ha una forte valenza ironica sulle mode correnti ed è in qualche modo il simbolo della versatilità di questa band. Che, fra l'altro, è riuscita con pochissime modifiche ad adattare uno show pensato su un tema come la povertà in Africa al nuovo scenario creatosi con gli attentati di Londra. Lo hanno fatto inserendo la canzone «Miss Sarajevo », scritta da Bono per un Pavarotti Friends di tanti anni fa. La parte tenorile di Pavarotti, quella con i versi in italiano se l'è accollata, con gran bravura, Bono stesso. Fra i brani del passato che seguono «Vertigo » i più trascinanti sono stati indubbiamente «Elevation », «Beautiful day» con «Sgt.Peppers Lonely Hearts Club Band» dei Beatles e, col coro di tutto lo stadio, «I Still Haven't Found What I'm Looking For».
 
«City of Blinding Lights» segna una sorta di spartiacque fra la parte del concerto in ambientazione più naturale, con uso limitato di effetti speciali, ancora un po’ di luce solare, e la parte più spettacolare comprendente l'album più recente, gli hits del gruppo, ma anche l'anima politica del concerto, l'Africa Pride e il messaggio contro il terrorismo.
In realtà la sequenza che parte con «Miracle Drug» coniuga anche l'elemento umano. Poi «Sometimes you can make it on your own», «Love and peace or else», «Sunday Bloody Sunday ».
Si potrebbe affermare che da «Miss Sarajevo» in poi siamo di fronte a una sorta di musical formato stadio: «Pride - in the name of love», la dichiarazione dei diritti dell'uomo, «Where the streets have no name », «One» con Bono che invita a inviare un sms solidale per l'azzeramento del debito e che spesso incastona nella emozionante «One» la «Unchained melody » del film «Ghost».
 
Messaggio, spettacolo, luci, fondali animati, megaschermi e movimento scenico e tutta la adamantina carriera degli U2 convergono in «Zoo Station», «The Fly», «With or without you»,e ancora in «Because of you», nell'acustica-mistica «Yahweh», in versione quasi biblica in contrasto con la più pagana «ri-Vertigo » su cui cala il sipario su un concerto simbolo delle contraddizioni e dello smarrimento del nostro tempo, schiacciato dai bisogni, ma bisognoso di ideali e utopie.
 
Chissà, forse gli U2 e Live 8 sono davvero il Sessantotto soft del nuovo millennio.
Fra gli artisti italiani che hanno assistito ieri o assisteranno stasera allo show degli U2: Jovanotti, Le Vibrazioni, Zucchero, Eros Ramazzotti, Jad di Art.31, Gianluca Grignani, i Gemelli Diversi, Laura Pausini, Ligabue.
Mario Luzzatto Fegiz
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