Tornano a mobilitarsi i promotori della campagna "Taglia le ali alle armi". Giovedì 13 la presentazione di nuovi documenti sulla partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter.
“Il Parlamento impegni il governo a cancellare o quantomeno sospendere” il programma d’acquisto dei cacciabombardieri F-35: è ancora possibile bloccare l’acquisto dei cacciabombardieri non ancora comprati perché non è stata presa ancora nessuna “decisione definitiva”. Torna a mobilitarsi la campagna “Taglia le ali alle armi”, lanciata da Sbilanciamoci! e dalla Rete italiana per il disarmo, che per giovedì 13 febbraio annuncia una conferenza stampa in cui verrà presentato nuovo rapporto contenente analisi e documentazioni aggiornate sulla partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter.
Secondo i promotori della campagna, infatti, ci sono ancora i margini per intervenire sulle scelte dell’attuale governo. “Tutte scelte che si possono ancora compiere – aggiunge la nota -, nonostante la votazione delle mozioni presentate nel 2013 sia stata invece presentata come una decisione definitiva. In realtà, per la struttura stessa del programma, è ancora possibile non procedere all’acquisto di nuovi aerei (salvo quelli già comprati, alcuni dei quali a nostro parere a dispetto delle stesse votazioni parlamentari) ed arrivare anche a cancellare interamente la partecipazione italiana al caccia F-35”. Una simile decisione, aggiunge la nota, consentirebbe “il recupero di una grossa fetta di fondi pubblici che potrebbero in alternativa essere destinati al varo di un piano del lavoro per creare nuova occupazione, alla messa in sicurezza del nostro territorio, al rafforzamento delle politiche sociali, alla scuola, all'università, ai servizi sociali per le famiglie”.
Positive le iniziative di del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà con la presentazione di nuovi documenti sul tema, ma per i promotori della campagna, ora occorre che il Parlamento si esprima sulle scelte del governo. “Occorre impostare per il programma F-35 un’attenta e puntuale verifica degli impegni contrattuali già intercorsi con i relativi costi ed il reale impatto per l’Italia del programma F-35, in particolare per l’aspetto di ritorno occupazionale – spiega una nota della campagna -, occorre procedere ad una inversione di rotta rispetto alla partecipazione italiana al programma F-35 cancellandola o quantomeno sospendendone immediatamente gli effetti”.
“La questione degli F-35 ha molteplici risvolti – spiegano i promotori -: sono in gioco il modello di Difesa del nostro Paese e le sue politiche di spesa militare, ma più in generale l’impostazione strategica che guida le scelte economico-finanziarie del Governo e l'impiego delle risorse pubbliche in una fase di crisi economica e sociale drammatica per gran parte dei cittadini italiani. I costi fuori controllo, le problematiche tecniche, i tempi sempre più allungati, ma soprattutto l'uso di uno strumento di attacco che mal si concilia con la nostra Costituzione e con un modello di Difesa che ancora non è stato ridiscusso dimostrano come la battaglia per la cancellazione degli F-35 sia ancora oggi fondamentale e di buon senso”.
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