Secondo alcune stime, sono più i selfie scattati che i brani ballati ad una festa, sono più le persone seguite che gli amici nella vita reale...
Cosa c’è dietro una foto? Il ricordo di una esperienza e contemporaneamente tutte le emozioni legate ad essa, che sia felicità, tristezza o spensieratezza; il solo fatto di riguardare quella foto ha l’innata facoltà di farci viaggiare indietro nel tempo.
Cosa succede se però ogni momento, ogni esperienza ha una propria foto?
Con l’avvento dei Social e degli smartphone, pubblicare una foto e condividerla con il mondo intero ha assunto una facilità estrema, inimmaginabile fino a 20 anni fa; la maggiore conseguenza di tutto ciò è l’enorme presenza di “ricordi” esposti fieramente nelle nostre bacheche social.
Visitare un qualsiasi profilo Facebook, visionarne le foto e lasciare un “like” significa anche entrare nei suoi ricordi e quasi prepotentemente dire “adesso ci sono anche io”, violare la sua intimità e “rubare” quelle emozioni uniche di quel momento; paradossalmente però al proprietario del profilo non interessa, sembra quasi non essere geloso dei suoi ricordi, li ha “venduti” ai suoi amici virtuali per due semplici like ed un commento che solitamente si limita ad una emoticon.
La nostra è una generazione connessa con tutto il globo terracqueo; in questo momento potrei scrivere un qualsiasi stato su un social e tutto il mondo lo potrebbe benissimo vedere; basta questo a renderci una new generation narcisista; ogni foto, ogni stato sul social, non è più un ricordo, bensì un trofeo di caccia esposto agli occhi di tutti. Basti pensare al successo di Instagram che vanta più di 500 milioni di download e che è stato acquisito nel 2012 dal magnate di Facebook Mark Zuckerberg alla modica cifra di un miliardo di dollari. Instagram è lo specchio della nostra generazione, un social dove posti esclusivamente foto modificabili cambiando il “filtro” seguite da un hashtag che funge da scorciatoia per visualizzare solo delle determinate foto, hai la possibilità di seguire altri utenti in modo da poter vedere ciò che pubblicheranno in futuro, commentare le varie foto e taggare altri amici che segui a tua volta; è il social del #follow4follow, di colti aforismi sotto immagini che non hanno niente che li possa in qualche modo legare, di like e tag.
Secondo alcune stime, sono più i selfie scattati che i brani ballati ad una festa, cosi come sono più le persone seguite che gli amici nella vita reale; sembra quasi che i giovani di oggi abbiano paura di dimenticare, immortalare ogni singolo momento sembra essere la soluzione.
Ma qui sorge un’altra problematica: che cos’è che tendiamo a fotografare ed a esibire? Momenti piacevoli e ricordi felici. Questo comporta che la nostra bacheca sia ricolma di bagliore e sorrisi, e nella psiche di chi la va a visitare nasce il pensiero che la vita sia fatta solamente di bei momenti, si crea l’illusione che non immortalando spiacevoli ricordi questi non siano mai esistiti.
La vita è fatta di alti e bassi e volendo parlare senza mezzi termini sono proprio quei momenti tristi e bui della nostra vita che fanno splendere di luce propria le esperienze più felici; l’abuso di un mezzo ne porta alla sua distruzione, pertanto scegliamo con cura quali ricordi immortalare.
Martina Errico
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