Gioco, dunque sono! Il gioco nell'educazione da Giovani per i Giovani

Oramai è finita l'estate, e finalmente ricominciano le attività in oratorio e nelle parrocchie. Il gioco, lo svago, occupano sicuramente un posto importante durante le nostre attività...

Gioco, dunque sono! Il gioco nell’educazione da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 20 ottobre 2005

 

Il gioco è una delle esperienze fondamentali della nostra vita.

Attraverso il gioco, i ragazzi costruiscono rapporti con coetanei, imparano a stare con gli altri, assumono liberamente un ruolo di rispetto nei confronti del gruppo di cui fanno parte, è una dimensione molto importante nella loro vita…

 

Il gioco è liberatore! La società ed il mondo esterno spesso ci obbligano a conformarci e ad attenerci a certi modelli.

In un clima di trasparenza il ragazzo nel gioco 'tira fuori' la sua vera personalità, ciò che veramente è ('nel gioco si conoscono i ragazzi', diceva Don Bosco), libera tutte le sue passioni.

Il gioco ti dice che sei al mondo per divertirti, per godere. Sei al mondo per vivere gratuitamente, gradatamente, graziosamente! Non per il profitto, non in funzione di obiettivi ulteriori, più seri... Si prova gioia nella libertà quando giocando si anticipa ciò che può essere e deve essere diverso.

 

Giocare è l’esperienza più comune che ci possa capitare. Nel corso di un dialogo con un altra persona  - che so, una interrogazione a scuola, una conversazione con un amico o sul lavoro, un incontro con l’innamorato o l’innamorata - noi giochiamo con le parole, giocherelliamo con le dita; ma ci giochiamo anche (“giochiamo” proprio!) la carriera, l’amore, il nostro futuro!

Altre volte ancora noi decidiamo di abbandonare volutamente le nostre attività “serie” per entrare in un’altra “dimensione”: allora, ci poniamo davanti ad una scacchiera, ad un tavolo di carte, alla Playstation oppure in un prato e iniziamo a giocare.

 

Giocare è la cosa più spontanea e semplice del mondo. Anche quando è necessario qualche strumento: un mazzo di carte, una moneta da far volare in aria, una biglia. In questo noi restiamo sempre dei bambini, a cui basta un pezzo di legno e un filo per entrare in uno “spazio di gioco”. In questo siamo come gli animali. Come i gatti che passano naturalmente dalla caccia al gioco, dalla lotta al “divertimento”... Anche noi scivoliamo sempre e comunque nel gioco. Nel corso di una dichiarazione impegnativa ci capita spesso di dire una battuta o un doppio senso. E i nostri simili, quelli che ci stanno ascoltando, sono prontissimi a riprendere il nostro invito, consapevole o inconsapevole che sia, a sorridere di colpo.

 

...è vero anche che il gioco ci rapisce! É un coinvolgimento spesso anche totale. Il giocare, l’entrare nel gioco e il farsi prendere da esso, quel farsi prendere che è necessario per entrare nel gioco, è un’esperienza di rapimento!!

 

Giocare può essere divertente ed edificante! Attraverso il gioco si possono offrire, oltre alla gioia del divertimento, anche degli aspetti educativi ed edificanti.

Attraverso il gioco il ragazzo fa suoi i grandi ideali della vita: la lealtà, la generosità, l'onestà... accresce lo spirito di sacrificio, lo spirito di squadra, il gusto dell'impegno, la capacità di iniziativa, l'assunzione del rischio.

 

Un’attività seria deve essere interrotta da qualche momento di rilassatezza se vuole essere portata a termine; un gioco, può durare un tempo interminabile perché è sorretto da regole che lo governano. Tutti i giochi ne hanno qualcuna. Al contrario, proviamo a immaginare un’attività seria ininterrotta, un gioco sregolato….

 

 

REGOLE PER LA PREPARAZIONE E LA GESTIONE DEI GIOCHI

 

I giochi non si inventano sul momento, ma vanno preparati accuratamente prima delle attività, proprio perché attraverso il gioco noi educhiamo i ragazzi. Le regole del gioco devono essere chiare soprattutto a chi deve condurre il gioco (l’ideale sarebbe provarlo prima), di modo che possa spiegarle in modo semplice ai ragazzi, proprio perché è anche attraverso il gioco che i ragazzi imparano il rispetto delle regole e degli altri.

Iniziare la spiegazione seguendo questi passaggi:

- Evidenziare subito lo scopo del gioco;

- Far vedere il campo di gioco e la disposizione delle squadre, dal vivo o utilizzando un cartellone;

- Dire le regole partendo dalle pi√π importanti;

- Utilizzare il minor tempo possibile, per evitare di stancare o innervosire i ragazzi;

- Utilizzare solo parole semplici e facilmente comprensibili;

- Badare di avere attenzione da parte di tutti, rivolgendosi a coloro che tendono a distrarsi;

- Non lasciare la possibilità delle domande se non dopo aver concluso la spiegazione;

- Indicare chiaramente il tempo di gioco (soprattutto se si tratta di un gioco a tempo);

- Fare sempre una prova al termine della quale si possono aggiungere delle regole accessorie per correggere eventuali errori.

 

I materiali necessari vanno preparati con cura, in modo che quando si decide di partire con il gioco non ci siano dei momenti vuoti dove lasciamo i ragazzi senza nulla da fare mentre noi raccattiamo il necessario. Gli intervalli “non previsti” distolgono l’attenzione dei ragazzi, e spesso fatichiamo per riavere silenzio o il clima necessario per iniziare il gioco.

 

É importante variare spesso i giochi, in modo che non rischiamo di annoiare i ragazzi e possiamo così alternare giochi di movimento a giochi più calmi.

Altrettanto importante è che i giochi non siano i ragazzi stessi a sceglierli, altrimenti si rischierebbe di fare sempre i soliti.

 

Il gioco deve essere presentato con entusiasmo e con gioia.

I ragazzi si lasciano attrarre dalle novità e saranno curiosi di ciò che gli si sta per proporre, sarà così più facile coinvolgerli.

Accentuare lo spettacolo: inserire il gioco in una storia, creando un'ambientazione fantastica, preparare con cura le scenografie, trucchi, maschere, colonne sonore...

 

Durante lo svolgimento del gioco è importante avere ben chiaro l’obiettivo finale del gioco stesso di modo da poter risolvere le contestazioni che possono nascere e non bisogna lasciare trasparire eventuali simpatie o preferenze perché i ragazzi se ne accorgerebbero subito.

Ai ragazzi più grandi si può affidare il compito di capisquadra, in modo da responsabilizzarli e bisogna abituare i ragazzi a non discutere durate il gioco. Tutte le eventuali discussioni si potranno fare alla fine con calma.

 

Proprio perché si tratta di un gioco, non si devono ammettere parole volgari o “mani addosso”. In questi momenti si deve insegnare ai ragazzi il rispetto per se stessi e per gli altri. Se durante il gioco ci sono stati delle arrabbiature o degli episodi poco chiari, alla fine, con calma, si può avvicinare gli interessati per ascoltarli.

 

Tutti devono giocare, anche chi non è capace o chi non ha voglia. L’importante è saper convincere i ragazzi senza mai costringerli. Nel gioco il ragazzo prende coscienza del proprio corpo, dei propri limiti e delle proprie possibilità, anche le più nascoste.

È importante capire perché un ragazzo non vuole giocare… Grazie a queste piccole attenzioni possiamo imparare a conoscerlo e magari possiamo aiutarlo.

 

È bene che gli animatori non discutano mai durante il gioco, o che assumano atteggiamenti infantili, perché per i ragazzi sono dei modelli da seguire, e non si può chiedere loro di seguire delle regole se nemmeno gli animatori le rispettano.

Gli animatori che non sono impegnati a fare gli arbitri, possono giocare con i ragazzi per incoraggiarli, sostenerli e consigliarli. Anche nel gioco possono essere una presenza educativa per i ragazzi.

Michele Pez

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