Siamo nei giorni del Triduo Pasquale, ma tu sai cosa succede nella liturgia del Giovedì Santo?
Oggi è un giorno particolarmente significativo per la nostra fede cristiana. È un momento di profonda riflessione e di condivisione nella comunità, in cui riviviamo gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù Cristo.
In questa giornata, ricordiamo con profonda gratitudine l'Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli. Durante questo momento, Egli istituì l'Eucaristia, un segno tangibile del suo amore e della sua presenza continua tra noi. È un invito a condividere il pane e il vino nella comunione fraterna, rinnovando il nostro impegno a seguire gli insegnamenti di Cristo.
Seguendo l'esempio umile di Gesù, la Chiesa celebra il gesto della lavanda dei piedi, simbolo del servizio e dell'amore fraterno. È un richiamo a mettere da parte l'orgoglio e l'egoismo, per servire gli altri con umiltà e compassione, così come il Maestro ha fatto con i suoi discepoli.
Nel corso della notte, contempliamo anche l'agonia di Gesù nell'orto di Getsemani, quando Egli pregò intensamente il Padre prima di essere arrestato. È un momento di silenziosa adorazione e di condivisione del dolore di Cristo di fronte alla sofferenza imminente, un invito a pregare con fiducia e abbandono nelle mani di Dio.
Il Giovedì Santo è un'occasione preziosa per rinnovare il legame con Cristo e per testimoniare il suo amore nel mondo.
Seduto nella penombra della chiesa, un'atmosfera solenne e carica di significato mi circonda interamente. Il profumo dell'incenso riempie l'aria mentre la luce delle candele danza sulle pareti antiche. Sono qui, immerso nella liturgia del Giovedì Santo.
Le parole del sacerdote risuonano nell'aria, riportandomi indietro nel tempo, ai momenti trascorsi con i miei genitori in questa stessa chiesa. Ricordo il calore della loro presenza accanto a me, la sensazione di sicurezza che mi davano. Ma ora, mentre mi trovo qui da solo,(pur con tanti amici attorno a me) sento la mancanza di quel legame.
Osservo il sacerdote mentre compie il gesto umile di lavare i piedi ai fedeli, seguendo l'esempio di Gesù. È un momento potente, che mi ricorda l'importanza del servizio e dell'umiltà. Mi chiedo se sarei capace di fare lo stesso, di mettermi al servizio degli altri senza cercare il riconoscimento o la gloria.
Le parole della lettura del Vangelo mi colpiscono profondamente, specialmente quando si parla del tradimento di Giuda e della debolezza degli apostoli. Mi sento in qualche modo collegato a loro, alle loro imperfezioni e ai loro dubbi. Ma anche alla loro capacità di ricevere il perdono e di essere trasformati dalla grazia.
Mentre la liturgia procede e si avvicina il momento della comunione, il mio cuore batte più forte. Raggiungo l'altare con una mistura di trepidazione e speranza. Ricevere l'Eucaristia è sempre un momento di intimità e di comunione con Cristo, ma oggi ha un significato ancora più profondo. È come se, attraverso quel pane e quel vino consacrati, potessi sentire il palpito del cuore di Gesù, il suo amore infinito che si offre totalmente a me.
Mentre torno al mio posto, mi sento grato per questa esperienza, per l'opportunità di essere qui, di condividere questo momento con la comunità di fede. E mentre le candele si spengono una a una e la liturgia giunge alla sua conclusione, porto con me il desiderio di seguire l'esempio di umiltà, servizio e amore che Gesù ci ha insegnato in questa sera così speciale.
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