Ricorre oggi l'anniversario della salita in cielo di Giulia Gabrieli, una giovane ragazza che ci invita a guardare in alto.
Grazie, Giulia!
Auguro a tutti, almeno una volta nella vita, di guardare la video-testimonianza di Giulia Gabrieli, portata in giro per l’Italia con tanto amore dalla sua famiglia. Vedere risplendere così tanta gioia nel suo volto potrebbe far pensare che non possa esistere una vita più bella, tanto pieno, luminoso e profondo è il suo sorriso. Eppure Giulia ha concluso la sua vita terrena a causa di un tumore nell'estate della terza media, nel 2011, quando aveva solo 14 anni.
Io mi sono innamorato della sua storia, tanto da affidarle il mio sacerdozio poco prima di diventare prete, nel 2016. Mi è capitato, quasi per caso, di leggere un articolo che parlava di lei e dal titolo curioso ma profondamente vero: La storia di Giulia. È morta ma ce l'ha fatta. Avuto poi il dono di ascoltare papà Antonio, mamma Sara e suo fratello Davide, ho scoperto di aver trovato un tesoro, che ha fatto della gioia di essere di Dio la strada della sua vita. In Giulia vedo un'incredibile apertura alla grazia e una capacità di consegna che forse solo una ragazza di quell'età può avere, capace di rendere un animo tutto secondo lo spirito del Signore, desideroso di sceglierlo sempre.
Sono andato spesso a trovare Giulia nel cimitero di Bergamo, ho sentito tante volte proprio il bisogno di essere lì per chiederle aiuto a “ricentrarmi”, a riscegliere quell’Amore che dà senso a tutto. Ho avuto anche il dono di testimoniare alla sua causa di beatificazione, cosa che mi ha reso ancor più consapevole di quanto lei sia viva, presente e felice oggi!
Giulia era una ragazza normalissima e vivace che ha potuto sperimentare in lei il grande amore di Dio e una volta trovato non lo ha mollato più. Nel suo bellissimo libro, che ha voluto intitolare Un gancio in mezzo al cielo (da leggere assolutamente), racconta la sua storia e le cose più preziose che ha scoperto e scelto nella vita. Il titolo è una frase della canzone Strada facendo che amava e che le donava sempre speranza e coraggio.
Leggendo la sua storia, si scopre che la cresima per lei è stato un momento molto importante in cui si è chiesta che cosa poteva fare per il Signore; poco dopo è emersa la malattia e di lì la scelta – come impegno di cresimata – di essere testimone dell’amore di Dio anche dentro la situazione di sofferenza. E pensando ai ragazzi che spariscono dalla vita cristiana dopo la cresima, scrive: “Pensano di essere autonomi, di non aver più bisogno di Dio. No, no. State facendo una caccia al tesoro senza il tesoro […]. Questi ragazzi non sanno quello che perdono”.
Giulia ha saputo scoprire ogni giorno di più l’appassionante amore di Dio Padre, tanto da sentirsi sempre più amata e felice in ogni istante, anche nei momenti più bui. E questo amore l’ha riempita di coraggio e di speranza, come quando la malattia è tornata forte dopo un’apparente sconfitta; mentre i medici non sapevano come dirglielo ed erano vicini a lei con le lacrime agli occhi, lei si è alzata, li ha abbracciati uno per uno e ha detto loro: “Ce l'ho fatta una volta ad affrontare le chemio, posso farcela anche la seconda. Forza, ripartiamo da capo”. Straordinario.
Mentre la malattia avanzava, con una genuinità impressionante, ha detto: “Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali. L'importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio”.
Tutte queste cose Giulia le ha vissute senza alcuna rassegnazione ma con un cuore traboccante di gioia e gratitudine, come esprime benissimo la “Coroncina di ringraziamento” che ha tanto desiderato. Lei diceva che nelle nostre preghiere chiediamo sempre qualcosa e ringraziamo poco, allora si è impegnata moltissimo nel realizzare una preghiera di “puro ringraziamento”, di cui ha curato ogni singola parola fino al giorno prima del suo ingresso in Cielo. Ci teneva tanto che tutti guarissimo innanzitutto dentro, abbandonandoci con amore tra le braccia di Dio.
Rivolgiamo anche noi il nostro “grazie” a Dio per averci donato Giulia, per aver fatto sorgere nel mondo una storia così meravigliosamente bella, pura, semplice e felice!
Tu Giulia fa trovare a ciascuno di noi quel gancio in mezzo al Cielo a cui tutti aneliamo! Grazie!
articolo di don Andrea Lovisone
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