Ora fermati Italia. Patria splendida e tremenda, chiacchierona di celentani e finanziarie, bellissima e feroce... Fermati, guarda se hai ancora cuore. Ancora una tragedia legata alla sorte dei nostri ragazzini. La madre di Giusy Potenza - la quindicenne uccisa il 12 novembre dello scorso anno a Manfredonia - si è uccisa e con lei il bimbo che Grazia aveva in grembo...
del 27 ottobre 2005
Ora fermati Italia. Patria splendida e tremenda, chiacchierona di celentani e finanziarie, bellissima e feroce…Fermati, guarda se hai ancora cuore. Se nel pozzo pieno di riflessi televisivi e di canzonette hai ancora un cuore o un suo sperduto barlume. Vedi il corpo di Grazia, l'impiccata madre di Manfredonia. Non voltarti. La madre a cui uccisero la figlia ragazzina e che ha portato con sé il piccolo al settimo mese di gravidanza. La morte alle spalle, e la morte davanti. E' caduta anche lei sotto i colpi che le uccisero la figlia. Era un anno fa. E da allora lei aveva iniziato a cadere, aggrappandosi a tutto, persino a quel piccolo che alla fine non ha più visto e non ha esitato a portare con sé nel buio. Cadeva, la madre a cui hanno rubato così violentemente e indecentemente la figlia. Cadeva fino alla caduta finale. Ammira Italia, se hai ancora occhi, perché ammirare si deve l'uomo anche nel dolore, in questo buio. Ammira come nella sua storia estrema, Grazia ha alzato il suo stendardo. Guardala ora, con quel suo nome che suona assurdo in una vicenda così nera, come ha alzato un pugno, un grido. Come se in questo stramorire avesse voluto gridare ancora, come aveva fatto dopo il funerale: la mia bambina è una ragazzina per bene.
Le avevano rubato la figlia dentro una storia banale e feroce di pretese sessuali e di strani giri, gliela avevano forse addirittura venduta le amiche. L'aveva uccisa un uomo che poteva essere suo padre, e che parente era, alla lontana. Da quella morte oscura e così chiara, era venuta a galla una girandola di violenze, di ricatti e miserie umane. E poi storie di vendetta al coltello, e arresti per il marito. E un crudo silenzio, dopo le infinite chiacchiere, e dopo l'accecante delirio dei media in quei mesi lontani. In quel silenzio, nonostante la vicinanza di chi ha provato a star sulla riva di quel suo dolore trasformato in malattia, è salito in mente a Grazia sempre più forte il ronzio della disperazione. Quel ronzio che infine mangi a tutti i pensieri. E fa svanire tutti i nomi.
Gliela avevano rubata, la sua Giusy, e poi fatta passare per una poco di buono. L'avevano uccisa due volte. Ma cosa ci può essere di poco buono in una ragazzina di quindici anni? Solo la malizia istillata da una diseducazione mortale, ci può esser solo la stupidità arrendevole di trattare il proprio corpo come ti impongono le mode decise da adulti delinquenziali e cinici. Ci può essere solo quello che un adulto piegato alle proprie voglie pretende che ci sia.
Ora fermati Italia distratta e micidiale. Guarda, se hai ancora anima o qualcosa del genere nel tuo sguardo liquido, notarile…Ancora una tragedia legata alla sorte dei nostri ragazzini. Quelli su cui giocano e lucrano i venditori di ogni genere di aggeggi, quelli su cui si gettano, sparvieri, i cantanti sanguisughe, gli editori truffaldini, le conduttrici analiste, i professorini. Grazia era tornata nella sua veranda, nella casa dove aveva veduto tutto liquefarsi in un nero senza rimedio. E laddove sembrava ci fosse già troppo strazio, lo ha moltiplicato. Dove la misura sembrava già colma, ha fatto tracimare il pianto. Ha alzato più alto lo stendardo di una disperazione che toglie il respiro. Guardalo, serva Italia, serva delle tue voglie, dei tuoi vuoti compiacimenti, dei tuoi soldi facili sulla pelle dei ragazzini. Guardalo, non distogliere la mente. Non deviare più a lungo il cuore.
Davide Rondoni
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