GOSPEL? GOD-SPELL !! da Giovani per i Giovani

Cheryl Porter & International Gospel Messengers di Vicenza in Tournée a Chicago per approfondire la conoscenza della cultura americana e della musica afroamericana, e per registrare il loro primo CD LIVE. C'ero anch'io... e si è realizzato un sogno !

GOSPEL? GOD-SPELL !! da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 02 maggio 2005

GOSPEL? GOD-SPELL  !!

Senza la musica, non c’è preghiera

Dedicato a tutti i “workshoppisti” di Cheryl Porter

 

 

Cheryl Porter & International Gospel Messengers di Vicenza in Tournée a Chicago per approfondire la conoscenza della cultura americana e della musica afroamericana, e per registrare il loro primo CD LIVE. C’ero anch’io… e si è realizzato un sogno !

 

La città di Chicago è incentrata sulla musica, protagonista assoluta: Blues Clubs e Jazz Clubs spuntano ovunque. La sorpresa più grande è però stata la scoperta di non aver mai capito niente di cosa sia in realtà il Gospel… almeno fino a questo viaggio. 

 “Un oratorio senza musica è un corpo senz’anima”, diceva don Bosco. Diciamo che nelle chiese in cui sono stato (Protestanti Battisti, Pentecostali... ) “senza la musica, non c’è preghiera”. La musica è un elemento trascinante e motivo di unità per tutti i fedeli che si ritrovano nelle chiese non solo per pregare, ma anche per incontrare la comunità. Ogni quartiere ha la sua chiesa ed ognuna ha due livelli: al pianoterra c’è una grande sala ricreativa per festeggiare e per incontrarsi (un “Oratorio”…); al primo piano invece c’è la chiesa vera e propria che presenta alcune caratteristiche diverse da quelle di una chiesa cattolica. La centralità della musica balza subito agli occhi: non esiste l’altare, bensì un leggio centrale, un pulpito per la predicazione; la zona posteriore è completamente assorbita dal coro e dagli strumenti musicali (la batteria è fissa) ed è allestita meglio di un palcoscenico: luci, microfoni, casse spia e amplificatori.

Sicuramente chi ha avuto l’occasione di partecipare al Workshop di Cheryl in occasione della Festa dei Giovani, ha assaggiato un po’ di quello che è il Gospel. Può essere scontato dirlo, ma questa parola è composta da GOD -Dio- e SPELL -Parola, discorso-. Proprio per questo il canto è preghiera sentita e vissuta, è non vi è il problema di quello che penseranno gli altri se mi lascerò emozionare da una canzone.

Il Gospel moderno è semplicemente qualsiasi canzone che abbia un contenuto di Speranza, di Fede o che inviti a creare un mondo migliore con l’aiuto di Dio. Si può spaziare quindi dal Hip-Hop al Rock senza problemi (n.b.: per chi c’era alla Festa dei Giovani, la musica del balletto Hip-Hop iniziale, l’ho sentita in una chiesa ed è stata considerata “Gospel” da una signora che era al mio fianco).

Ho capito poi che il Gospel non è mettersi una tunica e cantare canzoni polifoniche che parlano di Dio in inglese, ma è “diventare una cultura”, inserirsi in un altro modo di percepire la fede e di essere Chiesa. Chi canta Gospel si rende testimone di una storia, spesso dimenticata, che è quella della schiavitù nera in America. Tutti ne conoscono l’origine e sanno che molti di questi canti hanno spesso un doppio significato, due letture diverse: una religiosa, l’altra riferita alla schiavitù. Ciò che non si percepisce stando da noi è quanto sia importante questa storia per coloro che oggi vivono il Gospel.

Le celebrazioni, colorite da questo tipo di musica, diventano davvero trascinanti e alcuni fedeli vengono persino presi da sfoghi nervosi, trovandosi a urlare “HALLELUJAH!” e a ballare per ringraziare il Signore. La musica in questi casi si alza, il ritmo inizia a crescere e tutti iniziano a battere le mani, continuando a cantare. Ogni banco dell’assemblea è provvisto persino di ventagli messi a disposizione per riprendersi dopo le canzoni più scatenate. La musica è in effetti, se ci pensiamo bene, EMOZIONE e su questo si basa questo tipo di cultura.

Il pensiero corre inevitabilmente alle nostre canzoni che usiamo per la Messa: devono avere certi criteri ben precisi, le percussioni e gli strumenti elettrici sono visti ancora con sospetto. Io a volte mi sento veramente relegato nella “vecchia Europa”, ma poi… mi rispondo che la nostra cultura è diversa (non migliore). La nostra Messa non potrà mai avere come punto centrale della celebrazione una canzone, semplicemente perché il centro dell’Eucarestia, ovviamente, è Gesù, reso presente nel Pane e nel Vino. Penso, però, che se è vero che la verità sta nel mezzo, forse non dovremmo avere troppa paura di considerare la musica come mezzo per parlare al cuore della gente.

FUNZIONA! Ve lo garantisco!

Mauro Forner

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