Da Nord a Sud, sono molto diverse le possibilità che i Comuni offrono alle famiglie dei ragazzi disabili (e non solo) durante il periodo estivo. L'Anffas: “molti i casi di ragazzi disabili esclusi dai centri estivi, non sempre attrezzati per accoglierli”
Centri estivi comunali e disabilità: proposte differenti, discriminazione possibile
Da Nord a Sud, sono molto diverse le possibilità che i Comuni offrono alle famiglie dei ragazzi disabili (e non solo) durante il periodo estivo. L’Anffas: “molti i casi di ragazzi disabili esclusi dai centri estivi, non sempre attrezzati per accoglierli”
ROMA – Le amministrazioni comunali, oltre a stanziare finanziamenti rivolti a centri estivi gestiti da parrocchie, oratori o altri soggetti – e destinati spesso proprio a garantire l’assistenza ai ragazzi disabili – bandiscono in alcuni casi una gara per l’affidamento del servizio presso le scuole primarie e dell’infanzia. Associazioni sportive dilettantistiche e cooperative sono, in questo caso, i soggetti destinatari dei fondi e quindi gestori del servizio. I criteri per l’assegnazione di questo tipo di centri estivi sono tutt’altro che uniformi. Bandi diversi, costi diversi, prassi diverse: da nord a sud, in particolare. Differenze che si evidenziano anche nelle modalità di accesso e di accoglienza dei bambini e dei ragazzi con disabilità. “I casi di esclusione di ragazzi disabili dai centri estivi comunali, non sempre attrezzati per accoglierli, sono purtroppo molto frequenti – riferisce Roberta Speziale dell’Anffas – E’ un problema molto serio per le famiglie, che vedono il proprio figlio escluso da un servizio così importante. Emblematico il caso trattato dalla XII sessione del nostro Tribunale dei diritti dei disabili dedicata alla legge 67/2006. Riguardava una ragazza disabile esclusa da una colonia estiva proprio a causa della sua disabilità”.
Attraverso alcuni esempi, ecco alcuni “modelli” proposti, in diversi comuni, alle famiglie con ragazzi disabili. Se ne ricava che l’esperienza del centro estivo comunale appartiene quasi esclusivamente al Nord e al Centro, mentre quasi nessuno tra i principali comuni meridionali ha pubblicato un bando per l’affidamento di questo servizio. Anche sui costi c’è una grande disomogeneità: se alcuni comuni (per lo più settentrionali) riescono a offrire alle famiglie più bisognose il servizio a costo zero e a modulare comunque il contributo richiesto in base al reddito familiare, in altri comuni il centro estivo comunale costa alla famiglia fino a 80 euro a settimana, indipendentemente dal reddito: praticamente, quanto un centro estivo privato.
Nord. Il bando del comune di Milano, destinato all’attivazione di centri estivi in 39 sedi scolastiche, attribuisce 5 punti in più alle famiglie, in presenza di disabilità di uno dei componenti del nucleo, “incluso il minore iscritto”. Nessun riferimento è fatto ,nella comunicazione alle famiglie, sulle modalità di accoglienza del ragazzo con disabilità. Diversa la situazione a Padova, dove il riferimento alla disabilità nel bando comunale è esplicito: “i gestori iscritti all’Albo – si legge nella comunicazione alle famiglie - si sono impegnati ad accogliere, presso i propri centri estivi, ragazzi disabili”. Inoltre, “per i ragazzi che, nel corso dell’anno scolastico, abbiano fruito del sostegno dell’Ulss e che si iscrivano a un centro estivo convenzionato, il Comune è disponibile ad integrare l’assegnazione del personale di sostegno Ulss nel periodo estivo, per un periodo massimo di quattro settimane”. E’ quindi allegato il modulo per la richiesta del sostegno.
Centro. A Roma il riferimento alla disabilità nel bando di assegnazione del sevizio è contenuto nel modello per la presentazione del progetto, in cui si chiede al soggetto proponente di indicare “se si preveda la presenza di migranti, rom, disabili ed altre situazioni a rischio di emarginazione. Nessun riferimento alle modalità di accoglienza di eventuali ragazzi disabili è contenuto nella comunicazione alle famiglie. Nel Regolamento dei centri estivi del comune di Firenze è invece specificato che il rapporto numerico tra operatori e ragazzi è “1:1 per i diversamente abili, al fine di garantire la loro massima integrazione”
Sud. In alcuni dei principali comuni meridionali (Napoli, Palermo, Catania, Cosenza, Reggio Calabria) non risultano pubblicati bandi specifici per l’affidamento del servizio di centri estivi: l’attività è quindi svolta prevalentemente da associazioni ed enti privati, spesso con il sostegno del comune. Si tratta di progetti e luoghi di aggregazione, funzionanti anche o soltanto in estate, rivolti anche o soltanto alle persone disabili. A Napoli, per esempio, il Comune promuove e sostiene una serie di iniziative nell’ambito del programma “Estate serena”, rivolto in particolare alle fasce deboli. Marechiaro Il comune di Bari invece propone la formula degli “Educamp”: un progetto per cui riceve il sostegno di Coni e ministero dell’Istruzione. Grazie a questa sinergia, 80 bambini possono partecipare gratuitamente alle attività ludiche e sportive realizzate presso il Parco 2 Giugno della città di Bari: “sono previste – si specifica nella comunicazione del servizio - attività rivolte alle famiglie con diversamente abili da concordare con i Servizi sociali circoscrizionali. (cl)
Redattore Sociale
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