Lo ha detto papa Francesco al Regina Coeli, pensando a quanti sono vittime di abusi. Prima, aveva esortato le confraternite: "Siate missionari dell'amore di Dio".
Coglie l'occasione del saluto all'associazione Meter, nella Giornata dei bambini vittime della violenza, per «rivolgere il mio pensiero a quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi». Papa Francesco, nelle parole del Regina Coeli assicura «loro che sono presenti nella mia preghiera, ma vorrei anche dire con forza che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata».‚Ä®‚Ä®Nella Messa celebrata appena prima il Papa aveva invece ampiamente citato il documento di Aparecida (l’assemblea dei vescovi latinoamericani del 2007) per parlare alla confraternite riunite in piazza San Pietro. Papa Francesco ricorda, con le parole dei vescovi della sua terra, che la pietà popolare è «uno spazio di incontro con Gesù cristo».
Ad ascoltarlo oltre centomila persone, una «grande varietà, prima di ombrelli e poi di colori e segni», dice il Papa ringraziando i presenti per il «coraggio di essere venuti con questa pioggia». Le confraternite, che, come ha sottolineato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, nel saluto iniziale al Pontefice, «sono testimonianza di una fede feconda», «espressione più immediata della fede dei semplici», impegnate, «a seguito del Concilio Vaticano II», «per il rinnovamento e la purificazione di alcune forme non sempre coerenti con l’essenziale della vita cristiana».
‚Ä®‚Ä®«La Chiesa vi vuole bene», ha detto loro Francesco. Insistendo su tre parole: evangelicità, ecclesialità, missionarietà. «La vostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di più Gesù Cristo». Occorre «capire ciò che è essenziale», superare le difficoltà «non al di fuori, ma nella Chiesa». «La pietà popolare è una strada che porta all’essenziale se è vissuta nella Chiesa in profonda comunione con i vostri Pastori». Il Papa sottolinea poi che «la grande varietà è ricondotta all’unità e l’unità è l’incontro con Cristo». Infine, «missione specifica e importante è quella di tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, attraverso la pietà popolare».
«Quando andate ai santuari con le famiglie state facendo un’azione di evangelizzazione. Bisogna andare avanti così. Quando ad esempio, voi portate in processione il Crocifisso con tanta venerazione e tanto amore al Signore, non fate un semplice atto esteriore; voi indicate la centralità del Mistero Pasquale del Signore, della sua Passione, Morte e Risurrezione, che ci ha redenti, e indicate a voi stessi per primi e alla comunità che bisogna seguire Cristo nel cammino concreto della vita perché ci trasformi». E dopo aver sottolineato che le confraternite manifestano la fede «in forme che coinvolgono i sensi, gli affetti, i simboli delle diverse culture», aiutando a trasmettere la fede «alla gente, soprattutto alle persone semplici, a coloro che nel Vangelo Gesù chiama i piccoli», ha esortato i fedeli a essere «missionari dell’amore e della tenerezza di Dio, missionari della misericordia di Dio che sempre ci perdona, sempre ci aspetta e ci ama tanto».
Infine il Papa, al termine della mattinata ha a lungo salutato i fedeli spingendosi, con la jeep bianca, oltre i confini vaticani, su via della Conciliazione. Un fuori programma del tutto inusuale, che ha entusiasmato la folla e che ha permesso anche a quanti erano molto distanti da piazza San Pietro, di avere un contatto diretto.
Annachiara Valle
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