A Benedetto XVI è dato un privilegio raro: ascoltare i suoi necrologi da vivo. Sembra che sia morto, il nostro Papa, per come ne parlano. Mi ricorda inesorabilmente quelle commemorazioni un po' ipocrite dove vicino a familiari e amici affranti ci sono i curiosi e le autorità che ridacchiano e guardano l'orologio.
del 14 febbraio 2013
A Benedetto XVI è dato un privilegio raro: ascoltare i suoi necrologi da vivo. Sembra che sia morto, il nostro Papa, per come ne parlano. Mi ricorda inesorabilmente quelle commemorazioni un po’ ipocrite dove vicino a familiari e amici affranti ci sono i curiosi e le autorità che ridacchiano e guardano l’orologio. Devo ancora capire perché i primi ad essere intervistati sono coloro che, in un modo dell’altro, hanno manifestato nei confronti del Pontefice e delle sue idee non proprio simpatia. Alla prossima confessione dovrò accusarmi di pensieri molto poco misericordiosi di fronte ai commenti di vaticanisti radiorainazionali, di priori e politici sepolcrimbiancati. Ieri sera ho scagliato il cuscino verso il televisore alle parole del direttore di un noto quotidiano milanese. I miei figli mi hanno rimproverato: “Papà, non è il caso!” In effetti non era il caso, ma ciò mi ha aiutato a comprendere meglio come si deve sentire il Papa.
Sto mettendo alla prova una tesi: tutti quelli che dicono “si apre una stagione nuova nella Chiesa” con aria di malcelata soddisfazione appartengono a una chiesa che ha poco a che vedere con quella di Benedetto.
Ieri sera ero stanco morto, e sono andato a letto presto. Ho fatto un sogno. Benedetto che usciva dalla sua solita finestra e diceva: “Carissimi, io afere scherzato su dimissioni! A Carnevale ogni scherzo vale, ma adesso Carnevale finito e io preso nota di tutte cose che foi detto. E adesso” (chinandosi e rispuntando fuori con un nodoso bastone in mano) “io fare vedere foi che io non tanto vecchio e stanco!“.
Quando ha cominciato a dare giù di clava sul groppone dei vari intellettuali, giornalisti, uomini di chiesa e di potere che stavano sgomenti ad ascoltarlo ho capito che proprio di sogno si trattava. A differenza mia, Benedetto è un uomo di pace profonda e sa bene che quelle bastonate non spetta nè a lui nè alcun altro uomo darle. Sarà compito, più avanti, di Colui che egli ancora per un po’ rappresenta. E non ho dubbi che il randello sarà adeguatamente grosso.
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