Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Matteo 2,1-12).
Trasformati da uno stupore umile e intenso
I pastori tornarono ai loro greggi «glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito» e i Magi fecero ritorno al loro paese dopo aver provato «grandissima gioia» nell’avvolgente luce di Dio che li attirava a sé, da Oriente verso Betlemme.
L’iconografia ci lascia intuire le difficoltà del loro viaggio verso «il re dei giudei che è nato»: i loro cammelli erano carichi di tutto il necessario per attraversare deserti e montagne e avevano al seguito servitori e guardie del corpo perché viaggiare, a quei tempi, non era impresa facile… Il ritorno è invece descritto con una brevissima frase solo da san Matteo e non ricordo affreschi o tele che ritraggono l’avventura del ritorno.
Cosa accade quando incontriamo Gesù? La sua manifestazione a tutti i popoli della terra, rappresentati dai Magi, come cambia il cuore degli uomini? Io vedo uomini e donne semplici, direi semplificati e quasi spogliati da questo incontro. Sì, chi si è scomodato e ha affrontato un viaggio così disagevole e lungo, chi per tutta la vita ha cercato il Bene più prezioso e desiderato dal cuore umano e finalmente ha incontrato il Dio umile nella carne di un bambino, non può tornare alla vita di sempre continuando a immaginarsi nei panni di un re o di un sapiente o di un uomo importante sulla scena del mondo…
L’Epifania ci mostra lo splendore di Dio dentro la povertà umana e chiede a ciascuno che il cammino prosegua nella testimonianza che qualcosa è accaduto, qualcosa che sprigiona la forza di sconvolgere radicalmente il destino di chi riceve la grazia e la gioia di accogliere nel cuore e nella vita il Vangelo, la bella notizia del Dio-con-noi. Così i Magi fecero ritorno al loro paese, alle loro case e ai loro studi… Mi pare di vederli mentre, pensierosi, si avvicinano al luogo da cui erano partiti pieni di entusiasmo e ora vi fanno ritorno trasformati da uno stupore umile e intenso, non più curiosi di indagare le grandezze dell’universo, ma preoccupati di avere cura dei desideri più veri del cuore umano.
Il termine del cammino.
La tradizione ci dice che le ossa dei Magi sono giunte sino a noi e sono custodite in Germania a Colonia, portate da Milano per opera del Barbarossa… Di questa vicenda non sappiamo quasi nulla: forse è una semplice traccia, un indizio di come si è concluso il lungo cammino dei Magi. Avranno incontrato ancora Gesù? Saranno diventati suoi discepoli? Si saranno messi ancora sulle tracce di quel Bambino e avranno incontrato la comunità dei suoi apostoli? Possiamo solo trarre una conclusione, comunque vera e impegnativa: il tempo liturgico del Natale oggi si conclude.
Anche i Magi hanno vissuto la loro “avventura”, così come anche noi stiamo vivendo oggi la nostra. Di tutto questo potremo lasciare traccia nei cuori di molti, perché anche noi torniamo “al nostro paese”, alle occupazioni di ogni giorno, convinti dall’amore umile e grande di Dio che ci fa da guida nell’assolvere ogni responsabilità che, con gioia accresciuta, ci aspetta in questo nostro mondo.
Card. Dionigi Tettamanzi
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