Appello di Agorà: «Basta discriminazioni, non esistono alunni di serie A e alunni di serie B, ma soltanto cittadini italiani». Allo studio a Roma la possibilità di un intervento da 50 milioni
Appello di Agorà: «Basta discriminazioni, non esistono alunni di serie A e alunni di serie B, ma soltanto cittadini italiani». Allo studio a Roma la possibilità di un intervento da 50 milioni
di Paolo Ferrario
Dopo un primo tempo chiuso in svantaggio, ora le scuole paritarie puntano tutto sulla ripresa perché la ripartenza, in sicurezza, a settembre è un diritto di tutti gli studenti indipendentemente dall’istituto frequentato. Dopo essere rimasta scottata dal decreto Sostegni, che ha destinato 300 milioni esclusivamente alla scuola statale, ora l’Agorà della parità chiede che nel decreto Sostegni bis, che sarà varato la prossima settimana dal governo, «non ci siano discriminazioni», si legge in una nota firmata dai rappresentanti di Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), Cdo Opere educative, Cnos Scuola (Centro nazionale opere salesiane), Ciofs Scuola (Centro italiano opere femminili salesiane), Faes (Famiglia e scuola), Fidae (Federazione istituti di attività educative), Fism (Federazione italiana scuole materne), Fondazione Gesuiti educazione.
Sul tavolo ci sono i 500 milioni per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza anti-Covid che dovrebbero essere inseriti nel nuovo decreto e che, è l’auspicio dei rappresentanti delle paritarie, non dovranno, ancora una volta, essere riservati esclusivamente alla scuole statali.
«Il governo Draghi – si legge nella nota dell’Agorà – ha dimostrato più volte di credere nella scuola e nell’istruzione come pilastri per far ripartire il nostro Paese dopo la crisi economica e sociale dovuta al Covid: chiediamo perciò che il sistema scolastico venga preso in considerazione nella sua interezza e nella sua ricchezza. Non esistono alunni-studenti di serie A e alunni-studenti di serie B – ricordano i rappresentanti delle scuole paritarie – ma solo cittadini italiani che hanno diritto alla libertà di scelta educativa, così come sancito dalla nostra Costituzione e confermato dalla legge 62 del 2000. Il decreto Sostegni bis – conclude la nota – è anche l’occasione per recuperare l’emendamento che era stato proposto per il primo decreto Sostegni e che la Commissione aveva bocciato: oggi si può sanare quell’ingiustizia e ristabilire un equilibrio per tutto il sistema scolastico nazionale».
«Favorevole» a riservare una quota parte delle risorse del Sostegni bis alle paritarie è il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, mentre di obiettivo «condivisibile» parla il sottosegretario Rossano Sasso. La vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Alessandra Gallone, ricorda che «assicurare risorse adeguate a tutti gli istituti indistintamente è sempre stata una nostra battaglia il cui obiettivo principale è quello di tutelare la libertà di scelta educativa delle famiglie».
Con l’obiettivo di «assicurare, potenziare e garantire la continuità dei servizi educativi e scolastici», la capogruppo Pd in Commissione Cultura alla Camera, Rosa Maria Di Giorgi e Flavia Piccoli Nardelli dell’Ufficio di presidenza del gruppo dem a Montecitorio, propongono di «recuperare l’emendamento presentato al Senato», per destinare 40 milioni alle paritarie e «ristabilire un equilibrio a favore di tutto il sistema scolastico nazionale».
Una misura che così sanerebbe una «grave mancanza», secondo il capogruppo di Italia Viva in commissione Cultura alla Camera, Gabriele Toccafondi. Che, però, rilancia: «Visto che alle paritarie è iscritto il 10% della popolazione scolastica, allora la cifra da destinare è 50 milioni, ovvero il 10% del mezzo miliardo che si pensa di inserire nel Sostegni bis». Che sia la volta buona?
tratto da avvenire.it
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