'Nessuno di questi personaggi uscirà da questa storia immutato. Non saranno mai più gli stessi. Il Ritorno del Re è il più emozionante dei tre film”.
del 11 aprile 2004
È questa la dichiarazione di Peter Jackson regista di questa fantastica avventura de “Il Signore degli Anelli”
Quest’avventura iniziata tre anni fa si conclude e a tutto diritto questa trilogia entra nella storia del cinema. 294 giorni di riprese e tre anni di montaggio e post-montaggio.
“Il ritorno del Re” è sicuramente il migliore dei tre film e il regista non ne fa mistero proprio perché lo spettatore si aspetta questo da un racconto come questo. In quest’ultimo episodio accompagnati dall'infido Gollum, Frodo e Sam continuano il loro viaggio verso il Monte Fato per distruggere l'Anello, mentre il resto della disciolta Compagnia è impegnata nella battaglia contro il potente esercito di Sauron, che ha messo sotto assedio Minas Tirith, capitale del regno di Gondor. Aragorn nel frattempo è costretto a fare i conti con il suo passato poiché da lui dipende il destino della Terra di Mezzo...
Se nel primo episodio della trilogia protagonista era la 'Compagnia dell’Anello” formata da uomini, nani, elfi e hobbit e se nel secondo il ruolo centrale è quello di Gollum/Smeagol, l’essere dalla doppia personalità che diventa il protagonista indiscusso, nel terzo ed ultimo episodio della saga de 'Il Signore degli Anelli' è difficile individuare un personaggio od un evento che assurga ad elemento fondamentale e portante del film.
Potrebbe essere Frodo, ormai arrivato alle pendici del monte Fato per compiere l'ultimo e decisivo passo verso il fuoco di Sauron; o forse potrebbe essere Sam, il fido servitore e amico, autentico eroe popolare, dotato di quella saggezza genuina; o potrebbe essere Aragorn, l'uomo ramingo che finalmente diventa re, abbandonando tutti i propri dubbi esistenziali, per condurre i suoi sudditi alla epica battaglia conclusiva. Tutti costoro avrebbero le giuste credenziali per rivendicare il ruolo di protagonista. Ma, a ben guardare, l'intento del regista Peter Jackson, è invece quello di focalizzare l'attenzione su uno dei punti di forza dell'opera di Tolkien: la coralità dei personaggi e la concatenazione degli eventi. Tutti da Gandalf, a Merry e Pipino, a Re Theoden, a Eowyn, a Re Elrond e la figlia Arwen, a Legolas, fino a Gimli, nel loro piccolo, sono organici e funzionali al raggiungimento dell'obiettivo.
Ancora una volta, le cose migliori del film sono gli effetti speciali, realistici ed impressionanti, e le scene di massa come la grande battaglia sotto le mura di Gondor, la città bianca disegnata come una città rinascimentale enfatizzata da uno spiccato gusto per la prospettiva e dalla profondità di campo spesso usata con maestria per mezzo delle frequenti e avvolgenti riprese aeree. Ma anche la sceneggiatura solida e coerente realizzata da Jackson assieme alla moglie Frances Walsh e Philippa Boyens (è veramente difficile ridurre 1058 pagine in 9 ore e 38 minuti di film), è anche capace di sequenze che rimangono nella memoria come la scena dei ripetuti segnali di fuoco sulle montagne o la sequenza della cattura di Frodo da parte di Shelob il ragno gigante.
Questo film ha fatto la fortuna, oltre che degli eredi di Tolkien (17 milioni di copie del libro sono state vendute nel mondo dopo l’uscita del film), anche di diversi attori che sono diventati famosi: pensiamo a Orlando Bloom (prossimamente eroe in “Troy” con Brad Pitt e nel sequel de “La Maledizione della prima luna”) che grazie a questo film si è imposto a Hollywood, o la consacrazione di attori già famosi come Liv Tyler, Hugo Weaving, Cate Blanchett.
Per il momento la terza parte della trilogia ha già vinto al Golden Globe 2004 quattro premi importanti: Miglior film drammatico, migliore regia, miglior canzone e miglior colonna sonora; inoltre ben 11 sono le nomination agli Academy Awards (Oscar 2004).
Il web ha veicolato milioni di informazioni e indiscrezioni sul film, infatti a dicembre 2002 bel 2 milioni e 270 mila pagine web soddisfacevano i fans pi√π curiosi. In testa a tutti i siti ufficiali:
 www.thelordofthering.net o l’italiano www.ilsignoredeglianelli.it,
oppure www.tolkien.it o www.tolkiensociety.org.uk.
Oltre a tutto ciò altre cose spettacolari di questo film e del libro sono i riferimenti cristiani che sia Tolkien sia Jackson compiono. Leggendo il libro di Paolo Gulisano “Tolkien. Il mito e la grazia” potete entrare anche voi nei segreti più profondi di fede che hanno guidato l’autore nella scrittura di questo libro infatti egli sostiene che “Tolkien è riuscito a parlare al cuore di milioni di lettori con il linguaggio eterno del mito, toccando gli argomenti che più contano: bellezza, amicizia, fedeltà, amore, gioia, sacrificio, libertà, morte, verità, grazia. Un grande affresco simbolico della storia e della condizione umana. Su tutto domina il tema della Ricerca. L'opera di Tolkien non è una semplice rivisitazione di antiche leggende, ma il tentativo riuscito di realizzare un'epica di profondo spessore, con evidenti radici religiose.”
Insomma un bel film che oltre a raccontarci una fantastica avventura ci parla anche di fede e di un mondo migliore da costruire combattendo il male e facendo primeggiare sempre il bene!
 
CGS Schio
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