Incarnazione

Perché nascere nel ventre di Maria per venire tra noi? Perché ognuno possa accogliere se stesso.Non pretendo che lavoro, famiglia, soddisfazioni o altro compiano il mio desiderio infinito. Ma lavoro, amo, lotto, soffro non per esistere, per esserci, per emergere nel nulla che mi vuole rapire, ma perché esisto, semplicemente certo di essere uomo perchè voluto ed amato.

Incarnazione

da Quaderni Cannibali

del 01 gennaio 2002

Perché nascere nel ventre di Maria per venire tra noi?

Perché Dio non potrebbe scendere e stare tra noi semplicemente?

Perché ognuno possa accogliere se stesso.

Nell’Incarnazione ogni distanza con l’uomo, con me, è vinta.

Dio non è tra noi, ma si è fatto uno di noi.

La mia umanità, cioè la carnalità e sessualità, la psicologia e il carattere, i desideri e le paure… tutto è “assunto”, cioè abbracciato definitivamente.

Non c’è un Dio Creatore di un uomo definitivamente inferiore.

Il primo risultato semplice è l’evidenza che l’umano non è opposto al divino.

Certo l’umano non è il divino, perché la creatura non è il Creatore.

Ma l’umano si realizza, si compie, nell’abbraccio, nella comunione del Divino.

E tutto ciò che è ostacolo al destino dell’uomo, al compimento dell’umano, è vinto, è spazzato via.

Misericordia e perdono.

Peccati, egoismo, difetti, limiti, psicosi, pazzia: nulla è ostacolo.

Gesù, ricordiamolo, significa Dio SALVA.

L’uomo che vuole realizzarsi staccandosi da Dio, l’uomo che soffre di non essere Dio, l’uomo che bestemmia Dio perché non vuole la propria e l’altrui vita, ogni uomo in qualunque situazione, è abbracciato. Sempre e comunque.

Misericordia infinita, a prezzo del Suo Sangue, che chiede solo di essere accolta.

Non che chiede di essere bravi per poter essere come Lui ci vuole.

Non che chiede di essere già perfetti, già uomini veri, per essere “dei Suoi”.

Ma di accoglierlo, così come siamo.

Magari all’ultimo istante, come il ladrone.

Dio teme di non essere accolto, non i nostri peccati, o la nostra umanità devastata.

E allora il secondo risultato è davvero sconvolgente.

Ciò che tutta la psicologia del mondo, ciò che tutti gli sforzi non possono ottenere, ci è dato gratuitamente, per grazia.

Possiamo accogliere noi stessi.

Far pace con noi e accettarci.

Dio ha abbracciato la nostra umanità: possiamo accettarci come siamo.

Smettere di volerci cambiare o smettere di accontentarci bestialmente del putrido che siamo e facciamo.

Possiamo amarci.

Siamo il primo dono che Dio ha fatto a noi stessi.

Accoglierci accogliendoLo.

E accade il miracolo anche di quel cambiamento umano, morale, psicologico… a noi impossibile.

Nell’accoglierLo siamo talmente “presi” da Lui, da dimenticarci di noi.

Come una madre con un figlio piccolo.

E cambiamo, senza accorgerci magari, perché il cuore è pieno di Lui.

Così, per finire, cambiano i rapporti tra gli uomini.

Non pretendo che lavoro, famiglia, soddisfazioni o altro compiano il mio desiderio infinito.

Ma lavoro, amo, lotto, soffro non per esistere, per esserci, per emergere nel nulla che mi vuole rapire, ma perché esisto, semplicemente certo di essere uomo perchè voluto ed amato.

Non devo “fare qualcosa” per essere uomo, per essere me stesso: sono, esisto, vivo per ringraziare di esserlo, non per meritarmelo in qualche modo o per “farmi da me”.

Allora non ho bisogno di lottare contro gli altri, invidiare, odiare, possedere, uccidere.

Un altro mondo, in questo mondo.

Redazione Cultura Cattolica

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