«Il nostro Dio è VITA, ama la vita, è venuto perché ne fossimo ricolmi... Eppure tanta gente crede che il nostro Dio sia il Dio dei funerali, dalla tristezza, del grigiore, dei musi lunghi». L'omelia della Domenica.
1. “Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola”: mi commuove sempre questa scelta coraggiosa che gli Apostoli hanno preso per rimanere fedeli al mandato di Gesù. Non che la carità, come la distribuzione del cibo alle vedove della città, fosse cosa da poco. Per questo servizio hanno scelto 7 diaconi, tra cui Stefano; loro, gli Apostoli, vogliono ricordare alla Comunità cristiana il primato di Dio. Tra le righe c’è l’idea che se manca questo esplicito riferimento alla preghiera e all’annuncio della Parola di Gesù, anche la carità si svuota e rischia di spegnersi in un faccendismo improducente. Prega, preghiamo per i sacerdoti perché si ricordino che il loro primo compito, oggi come allora, è l’unione con il Maestro, di cui annunciano la Parola. “Rimanete nel mio amore…. Senza di me non potete fare nulla!”
2. “Io sono la Via, la Verità e la Vita”: il Vangelo riporta parecchie autorivelazioni – autodefinizioni di Gesù; ne ricordo alcune:
- Io sono il pane di vita
- Io sono il buon Pastore
- Io sono la luce del mondo
- Io sono la risurrezione e la vita
fino a quelle di questa domenica. Provo a balbettare qualcosa.
Io sono la VIA: domenica scorsa il buon Pastore era presentato come uno che “conduce fuori le pecore e cammina innanzi a loro”. Commenta P. Ermes Ronchi: Il nostro non è un Dio dei recinti chiusi ma degli spazi aperti, pastore di libertà e di fiducia. E cammina davanti ad esse. Non un pastore di retroguardie, ma una guida che apre cammini e inventa strade, è davanti e non alle spalle, non un pastore che pungola, incalza, rimprovera per farsi seguire, ma uno che precede e seduce con il suo andare, affascina con il suo esempio: pastore di futuro. Io sono la Via!
Io sono la VERITA’: Gesù ci svela la verità su chi è Dio, ci presenta l’immagine vera di Dio, suo Padre. Un Dio “che ha tanto amato il mondo da dare per noi il suo Figlio”; Gesù, l’Inviato del Padre, “è venuto non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui!” Nell’immagine del Padre misericordioso, che accoglie e abbraccia nella festa il figlio che è ritornato sano e salvo, si tocca un vertice della rivelazione di Dio. Questa sarà piena e definitiva sulla Croce, dove la “gloria” di Dio brilla in tutta la sua magnificenza e il suo splendore.
Ma Gesù svela anche la verità sull’uomo: chi è e dove va. L’uomo, creatura amata da Dio, destinata a diventare suo figlio nel Figlio Gesù; chiamato ad una comunione unica e profondissima con il Padre e lo Spirito Santo. E questo sei tu, sono io!
Io sono la VITA: “Sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiano in abbondanza!”
Ma pensa: il nostro Dio è VITA, ama la vita, è venuto perché ne fossimo ricolmi… Eppure tanta gente crede che il nostro Dio sia il Dio dei funerali, dalla tristezza, del grigiore, dei musi lunghi… E’ chiaro che un Dio così non affascina nessuno, anzi..
Commenta ancora P. Ermes Ronchi: Non solo la vita necessaria, non solo la vita indispensabile, non solo quel minimo senza il quale la vita non è vita, ma la vita esuberante, magnifica, eccessiva. Così è nella Bibbia: manna non per un giorno ma per 40 anni nel deserto, pane per cinquemila persone, carezza per bambini, pelle di primavera per 10 lebbrosi, pietra rotolata via per Lazzaro, cento fratelli per chi ha lasciato la casa, perdono per settanta volte sette, vaso di nardo per 300 denari sui piedi di Gesù… La parola immensa e breve è “vita”. Cuore del Vangelo. Parola indimenticabile. Vocazione di Dio e vocazione dell’uomo.
“Signore aiutami a diventare anch’io via, verità e vita per il mio piccolo gregge che tu hai affidato alle mie cure. Rendimi datore di vita!”.
don Gianni Ghiglione
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