Si è veramente utili al prossimo, che Dio ama più di quanto noi possiamo amarlo, solo obbedendo fedelmente alla volontà del divino Ordinatore, vedendo bene il posto in cui Egli ci vuole, le opere che vuole da noi e facendole nel miglior modo in cui possiamo, non perfettamente, senza dubbio, perché la perfezione non è delle creature. Nulla sarebbe più triste dell'esser ciechi e contenti di sé: 'l'umiltà è verità'.
del 01 gennaio 2002
Lettera a Maria de Bondy, Tamanrasset, 20 maggio 1915
«Comprendo bene quanto è per voi duro non poter essere utile in qualche modo attivo in questi giorni come vorreste: ma il Buon Dio è migliore giudice di noi; noi siamo portati a mettere al primo posto le opere, i cui effetti sono visibili e tangibili; Dio dà il primo posto all'amore e poi al sacrificio ispirato dall'amore e all'obbedienza derivante dall'amore. Bisogna amare ed obbedire per amore, offrendosi come vittime insieme a Gesù come a Lui piacerà: sta a Lui far conoscere se vuole per noi la vita di san Paolo o quella di santa Maddalena; Egli vuole per voi, con l'isolamento in cui vi mette, la vita di santa Maddalena, l'amore, l'obbedienza e il sacrificio, l'adorazione, la vita interiore, con meno opere esterne che se vi lasciasse il mezzo di dedicarvici. Si è veramente utili al prossimo, che Dio ama più di quanto noi possiamo amarlo, solo obbedendo fedelmente alla volontà del divino Ordinatore, vedendo bene il posto in cui Egli ci vuole, le opere che vuole da noi e facendole nel miglior modo in cui possiamo, non perfettamente, senza dubbio, perché la perfezione non è delle creature. Nulla sarebbe più triste dell'esser ciechi e contenti di sé: 'l'umiltà è verità'.
Riconoscendo la nostra miseria e la nostra insufficienza, cerchiamo senza sosta di fare la volontà del Beneamato, contando non solo sulla sua misericordia e sulla sua pietà, ma anche sul suo amore per la nostra povera anima: “caritate perpetua dilexi te”. Egli sa con quale fango siamo formati, Egli ci ama, Egli ci dà la grazia, la sua grazia, Egli è il buon pastore, sempre in cerca della sua pecora... Come prima cosa, ho bisogno di mettermi spesso dinanzi a queste verità, per consolarmi d'esser così nullo in quanto ad attività esterna e così meschino in quanto a vita interiore...».
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Charles de Foucauld (1858-1916) è morto assassinato, solo e completamente sconosciuto, in una regione desertica dell`Africa. É un mistico moderno, in continua ricerca di un ideale ascetico che avvicini a Dio. Prossimamente verrà beatificato.
Charles de Foucauld
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