L'ho fatta grossa

Ho buttato al vento della passione il mio corpo, le mie mani, i miei occhi, i miei baci. Ho perso i sensi. Sono a pezzi. Sapevo di essere un vaso d'argilla. Adesso non più. Sono una larva, un coccio. Anche la debolezza ha un costo. Per questo ti invito a rispettarla, ad amarla. Ti dico di più, la debolezza ha un recapito: la misericordia di Dio.

L'ho fatta grossa

Carissimo,

ti scrivo con il cuore in mano.

C’è una strada che porta alla riabilitazione. Dio ti assolve non per insufficienza di prove, ma perché gli hai consegnato la tua infermità, la tua debolezza.

Quella sera – è vero – il tuo corpo è andato in frantumi, la tua anima si è persa letteralmente nella giungla dei sensi.

L’angoscia ha profuso i suoi lividi colori, l’anima tua dentro è buia.

Ora ti muovi alla cieca, a fari spenti. È black-out per la tua psiche.

Il fuoco che ti riscaldava fino a poco tempo fa è diventato cenere.

Sono tornato un verme – mi confidi – un bruco.

Mi sono giocato in poco tempo la dignità.

Mi sentivo leggero come una farfalla, come una libellula.

Ho buttato al vento della passione il mio corpo, le mie mani, i miei occhi, i miei baci.

Ho perso i sensi. Sono a pezzi. Sapevo di essere un vaso d’argilla.

Adesso non più. Sono una larva, un coccio, un’ameba.

Smettila di parlare così. La potatura ha avuto la sua rivincita.

Non tormentarti, rischi la balbuzie se ti ripeti e ti ostini nelle stesse parole.

Hai assaporato la vita nella sua crudeltà, nella sua nudità.

Il bene e il male, il brutto e il bello viaggiano insieme sulla stessa vettura, pagano la stessa cifra.

Anche la debolezza ha un costo.

Per questo ti invito a rispettarla, ad amarla.

Ti dico di più, la debolezza ha un recapito: la misericordia di Dio.

Stravolgo un salmo e mi chiedo: Dio mio, Dio mio, perché non mi hai abbandonato?

Io sono la tua delusione, la tua volgarità, la tua solitudine, la tua apostasia, la tua bestemmia,

la tua notte.

Tu sei il chiaro di luna, la carezza sul mio volto, l’ebbrezza del sorriso, il soffio dello spirito, l’amore tornato a vita. 

Ripeti con me.

O Dio, amo la tua fiducia in me.

Che bello poter dire: io e Te, io minuscolo e Tu maiuscolo.

Io sono la tua minuscola, il tuo lato debole. Tu sei la mia maiuscola, la mia forza. Io e Tu, molto meglio Tu e io.

Innamorato? Di più!

Pentito? Di più! Amato? Così!

Carlo Terraneo

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