del 12 maggio 2005
L02 Ad un sacerdote
Casa di Maria A.[Mornese], 13 giugno 1874Rev.mo Signore,1
1. Ieri sera abbiamo ricevuto la Preg.ma sua lettera, ma siccome sua nipote aveva parlato nel mattino col Sig. Prevosto,2  il quale era stato inviato dal parroco di Montaldeo, stimai meglio non darle la lettera di V.S. per non amareggiare questi due giorni, le dissi bensì la morte dello zio e determinai di rispondere io stessa alla S. V.
2. Prima di tutto le dirò che il Sig. parroco di Montaldeo3  non si è mai presentato, che altrimenti nessuno l'avrebbe impedito di parlare con libertà alla figlia.4
3. In quanto agli avvertimenti che ella dice averle inviato per mezzo del nostro povero Direttore5 non so che dire, perché‚ mi pare che se egli avesse ricevuto una tal lettera me l'avrebbe detto.
4. Ora vorrei accertare V.S. che se la sua nipote le ha scritto simile cosa lo ha fatto di sua propria volontà [e] che nessuno mai le suggerì di farsi religiosa; anzi non si ammette alcuna alla vestizione dell'abito se non hanno: il consenso dei parenti, l'età e fatto un anno di prova. Come vede tutte queste condizioni mancano alla figlia, perciò non le si sarebbe mai permesso un tal passo.6 Ella è buona ma finora stette sempre colle educande.7 Quando le si diceva che per ora non stesse a pensare ad una tal cosa, impossibile ad effettuarsi, essa rispondeva che se suo zio acconsentiva ella avrebbe ottenuto dal Rev.mo D. Bosco la licenza di entrare fra le provande;8 ma io [sono] certa che D. Bosco non l'avrebbe accettata mancandole l'età;9  d'altronde io pensavo che alle vacanze dalle quali siamo lontane di soli due mesi, V.S. la sarebbe venuta a prendere per fargliele passare a casa e così avrebbe potuto a suo bell'agio esaminarne la vocazione.
5. Dal fin qui detto la S. V. potrà comprendere facilmente che ella s'ingannò credendo che noi dietro ad un desiderio dimostrato da solo due mesi avessimo vestito dell'abito religioso la sua nipote; no, questo non si sarebbe fatto anche col suo consenso, [dato] che come ho già detto è necessario un intero anno di prova quando hanno l'età. Avverto ancora V.S. che la lettera gliela darò domani sera o lunedì affine di non disturbarla in questi giorni.
6. Perdoni alla libertà del mio scrivere e sia certa che non fu per altro che per dimostrarle che la sua nipote le scrisse su tal proposito di propria volontà, e quando qualcuno desidera di parlare da solo con chiunque della Casa tutte sono in piena libertà.
7. Gradisca i miei rispettosi saluti e mi creda
Della S.V. Rev.ma
Umil Serva
Suor Maria Mazzarello Superiora
1 Non si conosce il destinatario della lettera. E' probabile che sia un sacerdote dei dintorni di Mornese.
2 Don Carlo Valle, parroco di Mornese.
3 Don Giuseppe Gallarati.
4 Dal dialetto piemontese fija che significa ragazza, giovane donna.
5 Si riferisce al direttore spirituale don Domenico Pestarino, morto il 15 maggio 1874.
6 La chiarezza e la prudenza con cui si esprime in quanto superiora della comunità sono caratteristiche del suo modo di affrontare persone e situazioni.
7 Erano le ragazze accolte nel collegio di Mornese. Alcune frequentavano la scuola elementare, altre si preparavano per divenire maestre.
8 Provande o postulanti: giovani che aspiravano ad essere religiose e che vivevano il periodo di formazione prescritto alle Costituzioni prima del noviziato.
9 Nelle Costituzioni - a quel tempo non ancora stampate - si stabiliva che l'età richiesta per l'ammissione al noviziato era «tra i 15 e 25 anni» previo consenso dei genitori della candidata (cf Costituzioni e Regole dell'Istituto di Maria SS. Ausiliatrice, titolo VI, art. 2 [Quaderno n. 3], in AGFMA). Si noti inoltre la sicurezza con cui la Madre afferma di conoscere il pensiero di don Bosco Fondatore dell'Istituto.
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