del 12 maggio 2005
L08 Al direttore della casa di Mornese don Giacomo Costamagna
[Mornese, dicembre 1876]
Viva Ges√π Bambino!
Mio Rev.do e amatissimo Padre1
1. Tutte in questi bei giorni le presentano i loro auguri ed io, che più delle altre conosco e provo la bontà del suo paterno cuore, non devo dirle nulla? oh sì, voglio scriverle anche io due righe e dirle tutto ciò che sente il mio povero cuore. Ma eccomi son tutta imbrogliata, il mio poco talento ne vorrebbe dire tante cose, ma come fare a scrivere tutto quello che sento?
2. Vorrei dirle che conosco quanto bene fa a me ed a tutta questa casa, vorrei dimostrale la mia riconoscenza, vorrei domandarle perdono se non ho corrisposto alle sue cure, se invece di consolare il suo cuore le ho dato tanti dispiaceri, vorrei prometterle di corrispondere meglio nel nuovo anno che sta per incominciare, ma non so dire nulla che possa spiegar bene ciò che in me sento.2
3. Mi rivolgerò al caro Bambino Gesù e lo pregherò perché‚ voglia far Lui le mie parti, col benedire Lei, mio buon Padre, e concederle tutte quelle grazie che il suo paterno cuore può desiderare. Pregherò ancora perché‚ il Bambino le paghi Lui tutto il bene che mi fa e le dia la consolazione di vedere che le sue fatiche portano frutto. Lo conservi tanti e tanti anni, le dia sanità e forza per il bene di questa comunità e, dopo una lunghissima vita, lo premi con una bella corona in Paradiso.
4. Abbia la bontà di raccomandarmi in modo speciale a Gesù Bambino, Lei conosce i miei bisogni, non è dunque necessario [che] mi fermi a ripeterli, mi basta di ricordarle di pregare tanto perché‚ possa dar buon esempio e mettere in pratica i suoi santi insegnamenti. Voglia benedirmi, mentre ai piedi di Gesù Bambino e baciandole con rispetto la mano, mi dico
Di Lei buon Padre
Umil.ma figlia in Ges√π
Suor Maria Mazzarello
1 Nelle precedenti edizioni dell'epistolario si trova come destinatario don Giovanni Battista Lemoyne e si ipotizza che la lettera sia stata scritta nel dicembre 1879 (cf L 33, in Lettere 1980). In realtà, vi sono vari motivi che ci permettono di precisare - con buona approssimazione - la data e il destinatario. Madre Mazzarello innanzitutto usa carta intestata della casa di Mornese dove non si trovava più nel dicembre 1879. Anche l'archivista salesiano interpreta decisamente il documento del 1876, come scrive sullo stesso originale. Inoltre, dall'esame interno del contenuto e dalla confidenza con cui la Madre scrive, si ricava che il suo interlocutore debba essere don Costamagna. La conferma ci viene ancora dalle annotazioni a matita di chi doveva interpretare il destinatario della lettera: «Chi? Costamagna? Cagliero? Bosco?». E' sintomatico il fatto che non si accenni a Lemoyne neppure come supposizione. Ora, se è da escludere che si tratti di don Cagliero e di don Bosco, non resta che accogliere la prima ipotesi dell'archivista che scrive: «Costamagna, anno 1876».
2 Si sa che madre Mazzarello, sebbene obbediente e sottomessa al direttore, non mancava a volte di esprimere schiettamente il suo parere anche dissentendo da lui, quando si trattava di cercare il bene della comunità. Più che di 'dispiaceri' si tratterebbe perciò di diversi punti di vista. Si veda in proposito quanto il Maccono scrive per giustificare il modo di agire di don Costamagna (cf MACCONO Ferdinando, Santa Maria D. Mazzarello Confondatrice e prima superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Torino, Istituto FMA 1960, I 374-381; II 280).
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