del 12 maggio 2005
L12 Al signor Francesco Bosco
Mornese, 17 aprile 1878Stim.mo Signore,1
1. E' da molto tempo che non ebbe più notizie delle sue figlie, e mi immagino che le desidererà, perciò mi faccio un dovere di dargliene.2
2. Maria stette otto o dieci giorni a letto, ora sta meglio, ma stenta un po' a rimettersi, non [ha] appetito, è sempre un po' malaticcia insomma. Eulalia, or son qualche settimana, ebbe una risipola, ma ora sta meglio, ma non ancora bene. Sono però tutte e due alzate e continuano i loro studi ed i loro lavori. Clementina sta bene ed è allegra, lavora e studia.
3. Stia tranquillo che ne abbiamo tutta la cura possibile sia nel cibo che nel curarle.3 Esse si uniscono a me per augurargli, come pure a sua moglie, buone feste Pasquali, e tutte le pi√π elette benedizioni del Signore.
Mi creda intanto nel Cuor di Ges√π, sua
Umil.ma serva
Suor Maria Mazzarello Sup.[erio]ra delle figlie di Maria A.
1 Cf L10 indirizzata allo stesso destinatario.
2 La superiora suor Maria Mazzarello, come prescriveva il Programma della scuola, doveva tenere periodici contatti con le famiglie delle alunne per informarle della salute, della condotta e del profitto scolastico delle figlie. Lo scambio di notizie contribuiva a rafforzare la fiducia e la sicurezza dei genitori nei confronti delle educatrici.
3 L'espressione, di forte pregnanza umana e pedagogica, è una di quelle che connotano meglio la disponibilità di Maria Mazzarello e delle prime FMA nei riguardi dell'educazione integrale delle ragazze. Il «prendersi cura» evoca un atteggiamento globale che richiede dedizione, rispetto, saggezza e instancabile presenza d'amore a chi è stato affidato all'educatrice.
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