La cera si dona

È vero che tu ti consumi, ma è più esatto dire che mentre ti consumi per amore generi la luce; ti consumi per essere Colui per il quale ti doni...

La cera si dona

del 01 agosto 2017

È vero che tu ti consumi, ma è più esatto dire che mentre ti consumi per amore generi la luce; ti consumi per essere Colui per il quale ti doni...

 

In una chiesa, accanto ad un cero acceso, ho trovato un foglio con questa preghiera: “Una candela da sola non prega; ma tu, Signore, fa che questa candela che io accendo, sia luce che mi illumini nelle mie difficoltà e nelle mie decisioni; sia fuoco che bruci in me tutto l’orgoglio e l’egoismo; sia fiamma che riscaldi il mio cuore e mi insegni ad amare.

Signore, io non posso restare molto tempo in chiesa; ma nel lasciar ardere questa candela, è un po’ di me stesso che voglio donarti e aiutami a prolungare la mia preghiera nelle attività di questo giorno”.

Perché proprio la candela? Forse perché composta di cera e di luce. È una fiammella guizzante che sembra mormorare qualcosa. È lingua lucente, grazie alla cera che si lascia consumare. Un cero vale per quanta fiamma, consumandosi, suscita e ravviva.

Tu, cera, non invidiare la leggerezza e la mobilità della fiamma che tende verso l’alto. Il tuo peso è necessario alla fiamma; solo con te può abitare nella casa di coloro che hanno bisogno della tua luce. Anche Gesù, fiamma di Dio, ha avuto bisogno di abitare la pesantezza della cera umana per illuminare ogni uomo che abita in questo mondo.

La linguetta vibrante di quella fiammella sembra dire a tutti quelli che sostano davanti al tabernacolo: Non lamentarti quando ti senti cera pesante, opaca ed inerte. Puoi accenderti e riaccenderti ad ogni scintilla di Dio. Sposa ogni scintilla e illuminerai tutta la chiesa.

Non risparmiare la cera: ti spegneresti. Ruberesti la luce di cui hanno diritto coloro che ti girano attorno. Accetta gioioso il processo di annientamento e inizierà in tè a brillare una fiamma che non si spegnerà.

Ti sembrerà di scomparire; ma invece vivrai nelle mille candele che da te si sono accese e vivrai per sempre nell’incendio che la tua fiammella ha scatenato nel mondo. È vero che tu ti consumi, ma è più esatto dire che mentre ti consumi per amore generi la luce; ti consumi per essere Colui per il quale ti doni.

Forse per questi ed altri motivi trova senso la candela accesa davanti ad un altare.

 

Andrea Panont

https://it.zenit.org

 

 

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