Gli africani conoscono tante favole così e passano delle belle serate a raccontarsi cose vissute nel mondo della fantasia e dei sogni. Il bello è che ci credono veramente, e fanno bene, perché queste leggende contengono sempre delle verità importanti. Quanta gente si comporta come la stupida iena e non riesce a vincere la propria ingordigia. Chi si comporta così è senza cervello.
del 01 gennaio 2002
Una donna si trovò improvvisamente vedova e con nove figli tutti ammalati. Andò dall’indovina, la formica con un occhio solo, e le chiese che cosa dovesse fare.
La formica andò a prendere le paglie per la divinazione, le stese a terra, vi cammino sopra lentamente e poi pronunciò l’oracolo.
- Devi preparare da mangiare ai tuoi figli il fegato della iena.
- Il fegato della iena? Come faccio a prenderlo? La iena ha troppa paura e non si lascia neppure avvicinare! - rispose la donna.
- Senti, - suggerì la formica da un unico occhio, che su queste cose la sapeva lunga - tu prendi una capra e un lungo sacco e vai a metterti sulla strada dove passerà la iena. Fai finta di uccidere una capra: la iena, quando vedrà il sangue, si fermerà ad aiutarti per avere un po’ di carne. Allora tu le chiederai di prendere il fegato e di metterlo in fondo al sacco.
Quando la iena sarà in fondo, legherai il sacco e potrai fare ciò che vuoi
L’indomani la donna era già sulla strada e vedendo arrivare la iena incominciò ad uccidere la capra.
- Che cosa fai? - le chiese la iena, curiosa. Devo uccidere la capra per estrarne il fegato.
Così mi ha chiesto la formica - indovino. Ma non ci riesco.
- Vuoi che ti aiuti? - le dice la iena. - Però tu devi darmi qualcosa.
- Puoi tenerti tutta la carne - ribatté la donna – a me serve solo il fegato. Basta che tu me lo metta in fondo al sacco. La iena lavorò tutta contenta, pregustando già la carne della capra. Prese il fegato ed entrò nel sacco; giunta a metà, si girò indietro e guardò la donna, per vedere se per caso voleva chiuderla dentro.
- Sta’ tranquilla - rispose la donna - e fa’ presto!
La iena entrò fino in fondo e la donna, svelta, chiuse il sacco e se lo portò a casa.
Lo mise sopra una tettoia, insieme ad altri sacchi. Poi partì alla ricerca di legna per preparare da mangiare. Ma mentre la donna era lontana, i figli incuriositi vollero vedere che cosa ci fosse dentro al sacco: lo aprirono e lasciarono scappare la iena. Allora la donna si presentò ancora dalla formica con un solo occhio a raccontare che cosa le era accaduto.
- Non importa - rispose la formica -, ora fa’ così. Ti copri di cenere per sembrare più vecchia, tieni chiuso un occhio e vai a metterti al solito posto, come ieri, con la capra e il sacco.
La donna fece come le era stato consigliato. Dopo un po’ arrivò la iena, che guardò incuriosita e disse. - Ma tu non sei la donna di ieri?
- La donna di ieri? Che donna?
- Si, quella che voleva prendere il fegato della capra e metterlo nel sacco...Io l’ ho aiutata e lei mi ha chiuso dentro. Per fortuna che i suoi figli mi hanno liberato! Quando ci penso, mi vengono ancora i brividi... l’ ho scampata bella!
- Se mi aiuti, ti do la carne della capra.
- No, no, non mi fìdo. Ciao!
Ma, andata un po’ avanti, la iena non resistette al pensiero di avere la carne della capra e tornò indietro ad aiutare la donna, nonostante la paura.
Prima di mettere il fegato nel sacco, guardò la donna stanca e quasi senza fiato: - Oh, no! Non è quella di ieri - pensò tra sè. E entrò nel sacco per mettervi il fegato.
La donna, invece, era proprio quella del giorno prima e svelta come una ragazza chiuse il sacco e lo trascinò fino a casa. Questa volta lo mise nella sua capanna, sopra il suo letto e se ne andò a cercare la legna.
I suoi figli, tornati a casa, sentirono del rumore nella capanna della madre: entrarono, guardarono dentro al sacco e lasciarono così scappare la iena.
Tornata a casa, la donna trovò il sacco vuoto. Si presentò allora per la terza volta dalla formica-indovino.
- Ti è scappata anche questa volta! -, disse la formica dall’unico occhio, che aveva già capito tutto.
- Sì, - disse tristemente la donna.
- Senti, ora fa’ così. Ti metti questa pelle davanti alla pancia, ti fai credere incinta e vedrai che la iena avrà pietà di te e ti aiuterà ad uccidere la capra.
La donna ubbidì e il giorno dopo andò a mettersi al solito posto con capra e sacco.
La iena passò, osservò la donna che cercava di uccidere la capra, vide i suoi sforzi, vide la sua pancia, senti compassione per lei e avrebbe voluto aiutarla.
Ma le venne in mente che l’aveva già scampata bella due volte.
- Ma, dì un po’ - disse fra la curiosità e la compassione -, tu sei quella di ieri?
- Quella di ieri? Quale? Non capisco quello che dici...
- No no, tu sei proprio quella di ieri. Questa volta non me la fai!
La iena se ne andò più decisa del giorno precedente. Ma la carne, ancora una volta le faceva gola. Si voltò indietro e guardò di nuovo la donna: - Ma no. forse non è quella di ieri!
E ritornò sui suoi passi.
- Ma dimmi, sei tu quella di ieri -, domandò ancora la iena alla donna.
La donna fece finta di svenire e la iena accorse, sgozzò la capra e mise il fegato nel sacco. Prima però, volle accertarsi che la donna fosse davvero svenuta: sì, sembrava proprio più morta che viva. Allora la iena, preso coraggio, spiccò un salto dentro al sacco... E la donna, più svelta di lei, saltò sul sacco, lo chiuse per bene e se ne andò a casa sua.
Questa volta, però, non andò a cercare la legna, ma restò a casa ad aspettare i suoi figli più grandi, che uccisero la iena e la loro madre poté finalmente preparare il fegato per la loro guarigione.
don Silvano Zoccarato
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