Azzurra Carnelos è morta il 13 aprile per un tumore al seno. Quando l’ha scoperto, era incinta. Ha portato avanti la gravidanza, scegliendo di interrompere le terapie.
Viva commozione, non solo ad Oderzo, il suo paese, per la morte di “mamma coraggio”. Voleva a tutti i costi avere, anzi donare un figlio. Azzurra Carnelos è morta il 13 aprile per un tumore al seno. Le era stato diagnosticato nel 2019. Lo aveva sconfitto una prima volta. Ma “il” male è tornato in forma più aggressiva. E Azzurra, quando l’ha scoperto, era incinta. Ha portato avanti la gravidanza, scegliendo di interrompere le terapie. Temeva infatti che le chemioterapie le impedissero di diventare mamma. Il bimbo raggiunge le 32 settimane e viene fatto nascere. Il figlio, Antonio, oggi ha 8 mesi. E ci si può solo immaginare come la mamma se lo sia coccolato.
«Stai tranquilla mamma, andrà tutto bene»: così si era rivolta a mamma Antonella venerdì 12 aprile scorso, mentre si addormentava piano stordita dai farmaci. Azzurra combatteva con tutte le sue forze, sempre con il sorriso. Si trovava a Milano quando una notte sogna la nonna Nori, pure lei morta di tumore al seno. Azzurra chiama la madre e si fa fissare una visita e i medici, purtroppo, le diagnosticano un nodulo al seno.
«Quando ha fatto quel sogno – dicono ora i familiari - è come se la nonna l'avesse avvisata di curarsi subito per permetterle poi di diventare mamma». Laureata in Economia con 110 e lode, Azzurra ha sposato Francesco che aveva incontrato all’università ancora nel 2015. E il matrimonio lo celebrano nel 2022, quando il tumore di Azzurra sembrava sconfitto. I funerali, nel Duomo San Giovanni Battista di Oderzo mercoledì 17 aprile, alle 15. La famiglia anticipa che eventuali offerte saranno devolute al reparto di neonatologia dell'ospedale di Treviso.
Si dice commosso il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo. «Questa è una vera e propria pagina del Vangelo. Azzurra ha dato la vita per gli altri, per suo figlio. Ci raccogliamo in preghiera per lei, ringraziandola per questo grande dono: una lezione di vita che testimonia ancora della grande capacità di amore che vivifica tante nostre famiglie». Il vescovo esprime poi «tutta la sua vicinanza al marito, ai genitori, alla famiglia». E ringrazia pure loro per la «grande lezioni di umanità dimostrata accompagnando Azzurra verso questa drammatica esperienza. Sì, è proprio vero – conclude -: non c’è amore più grande che dare la vita».
Azzurra ha studiato all’Istituto Brandolini di Oderzo, gestito dai padri Giuseppini. Commosso il racconto del direttore don Massimo Rocchi. «Domenica sera, arrivando alla Messa, sono stato avvisato dal parroco dell’accaduto e della possibile presenza alla Messa della mamma. L’ho ricordata nella preghiera e in quel momento ho visto che erano presenti tutti: mamma, fratelli, amici, soprattutto il marito Francesco e il figlioletto Antonio, lì in prima fila. Non li conoscevo personalmente, ma a fine celebrazione li ho ringraziati per la grande testimonianza di fede. E nell’omelia avevo parlato proprio della testimonianza in Gesù risorto. Mi piace pensarti così Azzurra, come nella fotografia, vincente e sorridente, lassù tra i monti che noi amiamo, con alle spalle proprio quel monte Civetta che dal nostro campeggio di Caviola sempre ammiriamo. Guardandolo questa estate ti penseremo – ha concluso padre Rocchi -. Una mamma che dà alla luce un figlio, dà sempre la vita, tanto più quando questo può compromettere la sua salute. E Azzurra non ha esitato a fare così».
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articolo di Francesco dal Mas
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