La Rete sceglie i suoi santi. Così cambia la devozione nell'era dei social netwo...

In migliaia sulla pagina Facebook di Chiara Corbella, morta per far nascere il figlio: "Beata subito". Ed è solo l'ultimo caso. L'accesso a storie esemplari come quella di Chiara, di quelle che una volta per conoscerle bisognava aspettare la prima edizione di un libro, recarsi in pellegrinaggio o aspettare che il parroco ne parlasse, ora sono tutte a portata di mouse.

La Rete sceglie i suoi santi. Così cambia la devozione nell’era dei social network

È la generazione «Santi subito». La generazione dei Santi nell’ordinario, proclamati a furor di popolo grazie a internet, perché, provati dalla vita, hanno interpretato la fede in maniera straordinaria.

La storia più recente è quella di Chiara Corbella Petrillo. Romana, 28 anni, bellissima. I primi due figli muoiono appena nati a causa di gravi malformazioni. Durante la gravidanza del terzo scopre di avere un tumore. Rifiuta cure invasive per salvare il piccolo Francesco, che viene alla luce sano. Lei però muore. Ora è una «Santa subito », morta in concetto di santità per volontà della Rete, che in pochi giorni - è deceduta solo il 13 giugno scorso - le ha tributato un numero di accessi fuori dal comune. Più di 1.200 iscritti al gruppo aperto su Facebook, e 57mila accessi al sito. E poi la miniera di Youtube: il video del funerale è già stato cliccato più di 50mila volte. Così anche le numerose testimonianze nelle parrocchie in cui Chiara con il marito Enrico Petrillo raccontava il suo calvario. 70.000, 90.000, 118mila visualizzazioni. Numeri che fanno riflettere.

L’accesso a storie esemplari come quella di Chiara, di quelle che una volta per conoscerle bisognava aspettare la prima edizione di un libro, recarsi in pellegrinaggio o aspettare che il parroco ne parlasse, ora sono tutte a portata di mouse. Così, anche per raccontare il sacrificio di Chiara, in un parallelo ideale con un'altra mamma del secolo scorso che fece la stessa scelta, Santa Gianna Beretta Molla, il primo mezzo di comunicazione diventa la Rete. Nel sondaggio sul suo profilo, più dell’ 80% ha conosciuto Chiara su internet.

Solo l’1% l’ha conosciuta attraverso altri media. Così diventamolto più facile chiedere un’intercessione: la Rete prega e ringrazia, esattamente come un pellegrino che arriva stremato al santuario e lascia ai piedi di una statua un ex voto. «Chiedo a Chiara di intercedere per il mio piccolo Matteo, 8 anni, al quale è stata diagnosticato un sospetto melanoma polmonare », scrive in un post Daniela. Carla invece non esita a parlare di Chiara come di «un vero esempio di santità. Beata subito!!!».

Ma Chiara santa non lo è ancora. E la Chiesa in questi casi aspetta. Non per prassi burocratica, ma per confermare la santità dai frutti spirituali che la devozione suscita. Di storie come queste il web è pieno: confortano, e addirittura rilanciano devozioni. Come quella al culto eucaristico legata a Carlo Acutis, milanese, morto a 15 anni nel 2006 e devoto del Santissimo Sacramento oltre che appassionato di internet: dunque, un futuro santo con l'iPad? Intanto la causa di beatificazione è già avviata. Così come quella per il cardinal Van Thuan, perseguitato dal regime comunista in Vietnam. Tutte le cause hanno ormai siti per far conoscere vita e opere del candidato, e per comunicare la devozione che intanto sorge. Ma nella Rete ci sono anche personaggi, accanto ai più blasonati San Pio da Pietrelcina, Santa Faustina Kowalska o alla «new entry» Beata Chiara Luce Badano, che sono ancora vivi, e già seguiti in ambito cattolico come personaggi carismatici.

C’è ad esempio Gianna Jessen, scampata all’aborto le cui testimonianze su Youtube stanno raggiungendo cifre altissime, o la mistica Gloria Polo o il musicista senza braccia Tony Melendez. Sullo sfondo, i messaggi della Madonna di Medjugorje. I veggenti non hanno profili, ma i messaggi sono diffusi in Rete.

Andrea Zambrano

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